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Come comportarsi in uno scenario di forte volatilità?

Per il momento sui mercati finanziari continua a prevalere una buona dose d i volatilità, alimentata anche dalla presenza di una serie di questioni, tuttora aperte, per le quali si possono individuare differenti, se non addirittura opposte, chiavi di lettura

di Redazione Soldionline 15 gen 2015 ore 10:58

A cura della Direzione Advisory di Bim, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni

Per il momento sui mercati finanziari continua a prevalere una buona dose d i volatilità, alimentata anche dalla presenza di una serie di questioni, tuttora aperte, per le quali si possono individuare differenti, se non addirittura opposte, chiavi di lettura:
- Il deludente dato sull’incremento dei salari americani deve essere inte rpretato come un rischio per la propensione alla spesa dei consumatori oppure come la “scusa” per la FED per essere ancor più “paziente” nel processo di rialzo dei tassi di interesse?
- I l crollo del prezzo del petrolio sarà fonte di crisi finanziarie (nel s ettore corporate piuttosto che nell’ambito d i alcune economie emergenti) e costituisce la spia di un cattivo stato di salute dell’economia globale oppure rappresenta una forte leva espansiva, soprattutto per i paesi consumatori?
lente_4- La BCE sta dando un ulterio re giro di vite sui livelli di patrimonializzazione delle banche oppure, come ha dichiarato il vicedirettore di Banca d’Italia e membro del Consiglio di Vigilanza della BCE, Fabio Panetta, le richieste avanzate nei colloqui in corso con gli istituti di cre dito sono assolutamente allineate a quanto emerse lo scorso ottobre in occasione della diffusio ne dei risultati del Comprehensi ve Assessment?
- L’aumento di capitale del Banco Santander “alza l’asticella” per tutto il comparto oppure si tratta di un caso “co mpany specific”?
- Draghi saprà avviare il nuovo round di politiche non convenzionali con la necessaria determinazione oppure prevarrà una soluzione di compromesso con la Bundesbank?
- Le elezioni parlamentari in Grecia rappresenteranno l’inizio di una fase d i rottura con l’Europa (con potenziale contagio agli altri paesi deboli dell’Unione) oppure saranno l’avvio di una nuova fase di dialogo che potrà portare ad un compromesso tra le richieste avanzate da Tsipras in campagna elettorale (Syriza continua a guid are i sondaggi con circa 3 punti di vantaggio su Nea Dimokratia) e le imposizioni giunte dalla Troika?

volatilita-eurostoxx-500-da-inizio-2014E’ plausibile che in uno scenario di questo tipo si sia andati incontro ad un incremento strutturale della volatilità, tanto più che vi sono anche le co ndizioni tecniche per una fase di consolidamento: una correzione sino in area 1970
-1950 dell’S&P500 sarebbe fisiologica senza dover andare a scomodare un orizzonte temporale di lungo termine ed anche su una Borsa già caratterizzata da un deciso ritracciame nto come quella italiana resta uno spazio di ribasso prima di arrivare su livelli particolarmente delicati (vedi l’area 17500 di FTSEMIB). Tuttavia, se si prescinde dalla volatilità di breve periodo, crediamo vi siano le condizioni per essere costruttivi sui mercati azionari sul medio termine:
- su un orizzonte temporale più ampio dovrebbero prevalere gli effetti positivi del calo del prezzo del petrolio ;
- con riferimento alla FED riteniamo emblematiche le parole di Charles Evans , Presidente della FED di Chic ago : “ Non penso che dovremmo avere fretta nel rialzo dei tassi ”;
- per quanto vi possano ancora essere delle criticità su casi specifici, il sistema bancario europeo ha superato la fase più delicata del processo di rafforzamento patrimoniale e questo dovrebb e di spiegare i suoi effetti, seppur modesti, sul ciclo del credito;
- per quanto riguarda le prossime mosse della BCE, acquistano un certo significato le parole del Governatore della Banca Centrale austriaca, Ewald Nowotny (non propriamente una “colomba”), secondo cui: “bisogna sempre considerare che gli interventi di politica monetaria dispiegano i loro effetti con un certo delay temporale e, quindi, se si vuole fare qualcosa è opportuno farlo prima piuttosto che dopo ”;
- la Grecia resta un elemento di distur bo, ma riteniamo che nel tempo tenderà a prevalere l’approccio costruttivo delle varie parti in causa e si troverà un seppur non facile compromesso.

Tra l’altro, con riferimento all’andamento dell’economia, è vero che il Global PMI Index sta fornendo dei segnali di rallentamento, ma va tenuto presente che:
- gli Stati Uniti, pur decelerando rispetto al ritmo non sostenibile del terzo trimestre 2014 (+5%), dovrebbero comunque mantenere un buon tasso di espansione sull’intero anno (intorno al 3% contro il 2.4% stimato per l’anno scorso);
- la Cina , anche sulla base delle recenti dichiarazioni dei vertici politici, sembra intenzionata ad accontentarsi ed allo stesso tempo difendere una crescita del 7% (rispetto al circa 7.5% che dovrebbe essere stato registrato ne l 2014); considerati i depressi livelli di partenza, l’Europa dovrebbe andare verso un miglioramento ciclico , favorito anche dal la svalutazione dell’Euro, dal ribasso del petrolio e dall’evoluzione del ciclo del credito.

EUROPA
I dati sulla produzione industriale di novembre hanno generalmente deluso le attese, con Germania e Francia in calo mese su mese e solo l’Italia con un dato positivo.
La produzione industriale tedesca si è contratta di uno 0,1% m/m (atteso +0,3% ), principalmente a causa del calo del settore energetico ( - 2,4% m/m) e di quello delle costruzioni ( - 0,6% m/m).
Negativi anche gli ordini all’industria tedesca, - 2,4% m/m dopo due mesi positivi; sono scesi in particolare gli ordini domestici ( - 4,7% m/m), con quelli dall’estero comunque in lieve calo. Negativo anche l’andamento della produzione industriale francese , in calo di tre decimi a novembre dopo il - 0,7% m/m del mese prima e in rotta per un quarto trimestre di contrazione. Leggera sorpresa positiva invece per l’industria italiana, la cui produzione è aumentata di tre decimi di punto rispetto a ottobre, pur rimanendo sempre in territorio negativo anno su anno ( - 1,8% dal - 3% di ottobre) e ad un 26% dai livelli pre crisi. Il dato di novembre è ancora pi ù positivo considerando che il settore energetico si è contratto del 2,4% a fronte di un +0,7% della produzione manifatturiera (+8% il settore farmaceutico).

STATI UNITI
Dai verbali del FOMC di dicembre è emerso che la Fed farà riferimento all’inflazione core (escluse quindi le variazioni dei prezzi energetici) per le scelte sui tassi, riducendo l’importanza del possibile sconfinamento in negativo (causa petrolio) dei prezzi. La normalizzazione dei tassi potrebbe avvenire anche con questi livelli di inflazione core (1,7% a/a), anche se ogni decisione seguirà naturalmente l’evoluzione dei dati. I verbali non modificano in sostanza le aspettative sulla tempistica del primo rialzo (metà 2015), anche se le c olombe del comitato propendono per un’attesa anche fino al 2016.

Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione si sono confermate stabili sotto quota 300 mila unità (294 mila) nella prima rilevazione del 2015, livelli sempre coerenti con una creazione mensile di oltre 200 mila posti di lavoro.

L’ Employment report è nuovamente andato oltre le attese, con 252 mila nuovi posti di lavoro creati a dicembre e una revisione complessiva dei due mesi precedenti positiva per 50 mila unità. Il tasso di disoccupazione si è ridotto di due decimi al 5,6%, nuovi minimi da metà 2 008, mentre il calo della forza lavoro ha determinato una discesa di 2 decimi del tasso di partecipazione, al 62,7%. L’unica nota controcorrente è arrivata dai salari medi orari, scesi dello 0,2% mese su mese e a +1,7% a/a dal precedente +1,9% (già rivisto al ribasso da +2,1%): la forte creazione di posti di lavoro non si è ancora trasmessa all’aumento degli stipendi, anche se si dovrebbe trattare solo di un rallentamento temporaneo del meccanismo di trasmissione destinato a rientrare nei prossimi mesi nel caso la creazione di posti di lavoro continuasse su questa traiettoria.

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