Cina: crisi manifatturiera vista da (un po' più) vicino
Per il sesto mese consecutivo l'indice PMI è in territorio negativo. Segno che i mutamenti strutturali sono entrati in una fase decisiva, come sostiene l'economista He Fan di Caixin Insight Group?
di Marco Delugan 24 set 2015 ore 16:06L'ultimo dato sull'andamento del settore manifatturiero cinese ha deluso le attese.
L'indice Caixin-Markit Flash PMI – che monitora l'attività delle piccole e medie imprese manifatturiere cinesi – è sceso in settembre a 47,0 punti dai 47,3 di agosto. Le attese erano per un incremento a 47,5 punti. E' il livello più basso dal mese di marzo del 2009.
Letture inferiori a 50 segnalano la contrazione dell'attività produttiva rispetto al mese precedente.
L'indice è in territorio negativo dal mese di marzo di quest'anno.
Anche molte delle diverse componenti misurate nell'indagine sono peggiorate, come i nuovi ordini interni e all'esportazione, e l'occupazione. Anche i prezzi risultano in calo, segno di una minore pressione dal lato della domanda, così come l'aumento degli scorte di prodotti finiti.
He Fan, capo economista presso Caixin Insight Group, che collabora con Markit all'indagine, ha dichiarato che:
La flessione dell'indice evidenzia come il settore manifatturiero cinese abbia raggiunto una fase decisiva nella sua trasformazione strutturale. Ma complessivamente i fondamentali sono buoni. Il motivo della flessione va ricercato nei precedenti cambiamenti delle domanda esterna e dei prezzi. In agosto, inoltre, le spese fiscali sono aumentate. Ci vorrà molta pazienza per i vedere i risultati delle politiche di stabilizzazione recentemente attivate dal governo.
La versione definitiva dell'indice verrà resa pubblica il 1° ottobre. Quella divulgata ieri si basa su circa l'85% delle risposte complessive all'indagine.
I dati “flash” rappresentano una buona approssimazione di quelli che saranno i risultati finali.