Chissà dove andrà il dollaro USA?
La nostra previsione è che la volatilità resterà elevata, ma che nel complesso peseranno di più gli argomenti a favore di un dollaro USA più forte
di Valter Buffo 19 feb 2018 ore 09:19Commento giornaliero di www.recce-d.com
E’ stata una settimana molto importante, la scorsa settimana, per il dollaro USA: contro euro ha di fatto chiuso la settimana invariato (primo grafico sotto), ma durante la settimana era tornato sopra 1,2500 contro euro, mentre contro yen è sceso a 105. Fin dal primo giorno del 2018, il cambio del dollaro USA è stato al centro dell’attenzione per tutti gli operatori, e noi stimiamo che lo sarà ancora per molte settimane e mesi.
Ricordate sicuramente il clamore seguito alle dichiarazioni del ministro del Tesoro USA Mnuchin a Davos, che portarono per la prima volta l’euro sopra 1,2500, e proprio nei giorni scorsi quello stesso livello è stato ritestato, ma senza il bisogno di alcuna dichiarazione, e per la verità senza alcuna causa visibile.
Non ci sono stati, nell’ultima settimana, dati di tipo macroeconomico deboli, e neppure dichiarazioni dalla casa Bianca oppure dalla Federal Reserve che possano spiegare questo nuovo indebolimento, e dalla Bce non è arrivato alcun segnale: a nostro giudizio, il fattore forte la settimana scorsa è stato lo yen che si è rafforzato in misura significativa contro dollaro USA, rendendolo così più debole in generale.
Guardando al futuro, quali sono i fattori che risulteranno decisivi? Ci sarà una “guerra del dollaro”? I segnali arrivati negli ultimi giorni, ed in particolare i dati per la bilancia commerciale USA (deficit a livelli record) e le nuove tariffe sui metalli annunciate dalla Amministrazione USA ci fanno capire che la tensione sui commerci internazionali rimane molto elevata, e nel weekend la Cina ha minacciato “ritorsioni”: da qui, si ricava una aspettativa di tensioni in aumento, ma non necessariamente di un dollaro più debole, perché come tutti sanno ci sono anche fattori di tipo finanziario, come ad esempio il ruolo di “valuta rifugio” del dollaro nelle fasi di tensione e stress sui mercati finanziari.
Se poi aggiungete al quadro la Federal Reserve, la BCE e l’andamento delle economie, capite subito la grande complessità di questa situazione. In estrema sintesi, la previsione di Recce’d è che la volatilità resterà elevata, ma che nel complesso peseranno di più gli argomenti a favore di un dollaro USA più forte.
Fonte: BCE
Fonte: Blockchain
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 19 febbraio 2018, abbiamo trattato i seguenti temi:
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- Il dato per i prezzi alla produzione USA di giovedì scorso ha confermato un rialzo del 2,7% anno-su-anno: e sui mercati si discute solo di “rischio inflazione”
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- SEZIONE L'ANALISI il tema della nostra Analisi questa settimana sarà la Corva di Phillips, al centro del dibattito in queste ultime settimane, e probabilmente anche per tutto il resto del 2018
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