Che fine farà il Giappone?
Da quando è salito in carica il Governatore Kurosa, la Bnaca del Gippone è stata la più aggressiva, tra le maggiori Banche Centrali, nell’adottare politiche monetarie non convenzionali
di Valter Buffo 3 nov 2016 ore 09:19Commento giornaliero di www.recce-d.com
Da quando è salito in carica il Governatore Kurosa, la Bnaca del Gippone è stata la più aggressiva, tra le maggiori Banche Centrali, nell’adottare politiche monetarie non convenzionali: e di recente, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, questa aggressività è ancora aumentata, prima con la scelta di adottare tassi ufficiali di interesse negativi, e poi con quello che è stata chiamato dalla stessa BoJ “new framework for strengthening monetary easing”. Il mercato internazionale ha adottato, ormai da un anno e mezzo, un atteggiamento scettico, e spesso critico, verso le politiche di Kuroda. Per ragioni che abbiamo illustrato in molte precedenti occasioni, i risultati dell’esperimento in corso in Giappone hanno un’importanza che va ben al di là dei confini del Giappone:
No less important, the new approach involves risks to the central bank and to financial market stability that may not be fully appreciated. Given the difficulties that other advanced-economy central banks seem to be having in raising inflation and inflation expectations, how the BoJ fares is of interest far beyond Japan The BoJ’s policy challenge stands out because, after a generation of falling prices, deflationary expectations were deeply embedded when Mr. Kuroda became Governor three and one-half years ago. Moreover, businesses and households correctly anticipated that the need to control the country’s rapidly rising sovereign debt would lead to many years of fiscal restraint.
Martedì scorso, la Bank of Japan ha confermato il suo impegno di acquistare 80 miliardi di yen di obbligazioni e titoli (anche ETF) ogni anno, nonostante il fatto nell’attivo della Banca Centrale oggi ci sia il 37% del totale dei titoli di Stato Giapponesi in circolazione, che vuole dire il 1% del Prodotto Nazionale. Allo stesso tempo, la BoJ è stata costretta a ridurre il proprio obbiettivo per l’inflazione: il tasso di inflazione era -0,3% nel 2013 quando Kuroda fu nominato, e ad agosto del 2016 era ritornato a zero (primo grafico sotto); ed anche le aspettative per l’inflazione, implicite nei prezzi delle obbligazioni e misurate sul mercato dei titoli di Stato, oggi sono di fatto al medesimo livello del dicembre 2012, quando Abe fu eletto Primo Ministro. Oggi, avendo dichiarato un obbiettivo ufficiale per il rendimento dei Titoli di Stato (secondo grafico sotto), la politica di Kuroda si è fatta ancora più aggressiva verso il mercato finanziario, ma ci sono dubbi fondati sull’impatto di queste nuove misure sulle variabili dell’economia reale, come inflazione e crescita.
CONCLUSIONE Recce’d oggi vi presenta una ricostruzione ordinata della situazione del Giappone, dopo la riunione di due giorni fa della Bank of Japan
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 3 novembre 2016, abbiamo trattato i seguenti temi:
- Forti vendite sulle Borse in Europa a causa del rialzo dell’euro, stamattina a 1,1100 contro dollaro USA
- Borsa di Milano ieri molto debole: la ragione è il rialzo dei rendimenti sui Titoli di Stato
- I risultati di Facebook ieri sera sono usciti al di sotto delle aspettative degli analisti
- SEZIONE L'OPERATIVITA' banche in Europa: sono una grande opportunità oppure un rischio fuori controllo? Oggi uno sguardo alle banche del Regno Unito
- SEZIONE L'ANALISI Oggi la riunione della Bank of England: l’attenzione si sposta dalla persona del Governatore allo stato dell’economia reale