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Cautela sull’azionariato europeo

Resta incerto il sentiment sui mercati azionari. Questo perché restano ancora presenti alcuni rischi che potrebbero riportare in auge la volatilità. Le indicazioni di Pictet Asset Management

di Edoardo Fagnani 19 ott 2016 ore 10:24

Resta incerto il sentiment sui mercati azionari. Questo perché restano ancora presenti alcuni rischi che potrebbero riportare in auge la volatilità: tra questi vanno segnalate le imminenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti, le turbolenze sul settore bancario europeo, il referendum sulle riforme costituzionali in Italia (che potrebbe mettere a rischio la tenuta del governo guidato da Matteo Renzi) e il possibile rialzo dei tassi di interesse statunitensi.
Sulla base di questo scenario gli esperti di Pictet Asset Management hanno ridotto l’esposizione agli asset più rischiosi, passando da una posizione sovrappesata a una neutrale sull’azionario e aumentando il livello di liquidità a un modesto sovrappeso.
Nell’analisi seguente gli esperti dettagliano l’attuale strategia di investimento.

Non abbiamo apportato altre modifiche al posizionamento regionale.
Manteniamo il sovrappeso sul Regno Unito a fronte della sorprendente resilienza dell’economia locale dopo la Brexit; in molti temevano infatti che la decisione di lasciare l’UE scatenasse una repentina recessione. Il budget di previsione presentato dal governo per l’autunno potrebbe tuttavia sollevare dubbi sul prossimo anno.

azioni_5Sulle borse dell’area euro confermiamo un assetto neutrale.
La crisi del settore bancario della regione è fonte di serie preoccupazioni.
Proprio quando era stata trovata una soluzione temporanea al pesante indebitamento di Monti Dei Paschi, ecco che si sono accesi i riflettori sui fragili indici di capitale di Deutsche Bank. Le dichiarazioni di diniego circa un piano salvataggio a spese dello Stato non convincono del tutto. Se una banca perde la fiducia dei mercati, la situazione può precipitare rapidamente quando i costi di finanziamento superano i tassi di interesse attivi che può applicare. Il minimo che possiamo aspettarci è un’emissione di diritti altamente diluente.
Tuttavia, in Europa le azioni scambiano ai minimi di sempre rispetto ai titoli USA, mentre la crescita della regione resta superiore ai trend di lungo periodo e al dato statunitense.

Sulla borsa giapponese manteniamo un giudizio positivo.
Sebbene a un certo punto la Bank of Japan potrebbe chiudere i rubinetti della liquidità, altri fondamentali restano favorevoli. Le società nipponiche sono favorite da una crescita globale più sostenuta. Al contempo, rileviamo segnali di un aumento della domanda interna: crescita dell’occupazione prossima al 2% annuo e crescita salariale allo 0,5% anno su anno.

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