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C’è una “bolla” obbligazionaria?

Il Quantitative Easing ha fatto calare i premi per il rischio a termine su diverse curve dei tassi di interesse governativi. Di conseguenza, per continuare a investire in titoli di Stato di lungo termine bisogna essere costretti, oppure dovete essere proprio convinti che i tassi di interesse non saliranno granché per un po’ di tempo

di Redazione Soldionline 18 feb 2015 ore 10:59

A cura di Chris Iggo, CIO Fixed Income di AXA Investment Managers


Il Quantitative Easing ha fatto calare i premi per il rischio a termine su diverse curve dei tassi di interesse governativi. Di conseguenza, per continuare a investire in titoli di Stato di lungo termine bisogna essere costretti, oppure dovete essere proprio convinti che i tassi di interesse non saliranno granché per un po’ di tempo.

grafico3_4Se siete tra coloro che non credono a una stagnazione prolungata, e nemmeno che i tassi resteranno “più bassi più a lungo”, allora sarete d’accordo con l’approccio di “yield give-up” anziché di “yield pick-up”. In sostanza, rinunciate alla ricerca dei rendimenti, prevedendo una risalita dei tassi d’interesse e una performance negativa delle obbligazioni governative. Ciò significa che il mercato monetario potrebbero risultare più interessante di quello dei titoli di Stato.

Naturalmente tutto dipende dalle tempistiche con cui i tassi d’interesse saliranno, nonché dalla portata del rialzo. Se diamo credito alle dichiarazioni dei rappresentanti della Federal Reserve, possiamo dedurre che stanno preparando il mercato a un rialzo dei tassi verso metà anno.
Su Twitter potrebbe diventare quindi più popolare l’hashtag “1994 redux”, di chi si aspetta dinamiche simili al 1994, rispetto all’hashtag “lower for longer”, di chi prevede tassi più bassi più a lungo.

Nel frattempo, se giungeranno buone notizie dall’Ucraina, dalla Grecia e i dati economici saranno positivi, allora il segmento high yield, unitamente alle azioni, dovrebbe continuare a ottenere i risultati più brillanti.

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