Borse, il peggiore trimestre dal 2012
Molti osservano che erano salite molto prima e che comunque il segno da inizio 2015 resta molto positivo. Va detto però che il mercato adesso è uscito dal sogno
di Redazione Soldionline 1 lug 2015 ore 09:43Commento giornaliero di www.recce-d.com
I TEMI DEL GIORNO
1. Shanghai sopra i 4000 punti. La Borsa di Shanghai ha rimbalzato ieri, ed è senza direzione stamattina alle 7 in Europa: il mercato è in fase di Bear Market, e resta davvero impossibile capire quali saranno le implicazioni di questo crollo che ha cancellato i rialzi degli ultimi tre mesi [importante per: equity, valute ed obbligazioni (globale)].
2. Grecia: il Nobel Stigliz. Inutile perdere tempo sulle schermaglie diplomatiche, a cui ieri sera Merkel ha messo la parola fine. Per sintetizzare la situazione scegliamo le parole del Novel Stigliz, che ieri ha commentato a proposito del Referendum: "a no vote would at least open the possibility that...Greeks might gain the opportunity to shape a future that, though perhaps not as prosperous as the past, is far more hopeful than the unconscionable torture of the present". I mercati, almeno fino ad oggi, sembrano solo in parte consapevoli che questo è lo stato delle cose questo stato di cose, anche perché le “ricerche” delle banche di investimento continuano a sostenere che “la Grecia non è una Lehman” e che la BCE ha tutti gli strumenti necessari per contrastare il panico. Che è proprio quello che facevano nell’agosto e settembre del 2008 [importante per: equity, valute ed obbligazioni (Globale)].
3. Il peggior trimestre dal 2012. Per le Borse di Eurozona quello che si è chiuso ieri è stato il peggiore trimestre dal 2012: certo, molti osservano che erano salite molto prima e che comunque il segno da inizio 2015 resta molto positivo. Va detto però che il mercato adesso è uscito dal sogno ed ha ricordato che in Borsa i soldi si possono anche perdere: il rischio è tornato. Aggiungiamo che anche per gli USA si è interrotta una serie, dopo nove trimestri di rialzo ininterrotto [importante per: equity (Eurozona)].
4. Un test della media a 200. Per la direzione delle Borse in estate, il punto cruciale è il test della media a 200 giorni che sta facendo l’indice S&P 500 degli USA, come si vede nel grafico qui sotto [importante per: equity (globale)].
L’OPERATIVITA'
Mercati obbligazionari: un’estate torrida? Abbiamo deciso di dedicare questa settimana la pagina di operatività ai mercati obbligazionari, nella convinzione che proprio in quel comparto oggi si siano accumulati squilibri di dimensioni difficili da gestire. A questo proposito, ieri via abbiamo segnalato un documento della BIS, la Banca dei regolamenti Internazionali, che fa da Banca Centrale alle Banche Centrali, Oggi riprendiamo lo stesso tema, perché ieri durante la giornata ne ha scritto Bill Gross che era a capo di PIMCO e che oggi è ai Fondi Janus. Gross è partito dai cambiamenti profondi che hanno stravolto il mercato delle obbligazioni nel mondo: in particolare, sul fatto che il rischio complessivo di mercato non è stato ridotto (anzi, è aumentato) ma è stato trasferito dal sistema bancario (che è regolato e conta su meccanismi di salvaguardia in caso di emergenza) ad altri operatori del settore finanziario, il cosiddetto “shadow banking”. Scrive poi Bill Gross: “regulators have shifted risks from big banks to funds, rather than actually eliminated risks. Plus central banks and governments may not be able to stabilize markets as readily as in earlier times (…) Mutual funds, hedge funds, and ETFs, are part of the ‘shadow banking system’ where these modern ‘banks’ are not required to maintain reserves or even emergency levels of cash,” . Perché questo è un problema che interessa noi investitori? Perché il crollo senza precedenti delle obbligazioni in Eurozona, che abbiamo visto nelle ultime settimane, si spiega proprio sulla base dei cambiamenti dei mercati. Ed è per questo che dovremo tenerne conto sul piano operativo. Lo spiega bene Bill Gross ieri: “Since they in effect now are the market, a rush for liquidity on the part of the investing public, whether they be individuals in 401Ks or institutional pension funds and insurance companies, would find the ‘market’ selling to itself with the Federal Reserve severely limited in its ability to provide assistance. (…) Long used to the inevitability of capital gains, investors and markets have not been tested during a stretch of time when prices go down and policymakers’ hands are tied to perform their historical function of buyer of last resort. It’s then that liquidity will be tested (…) A “run on the shadow banks” could be sparked by a central bank mistake, a geopolitical problem or developments in Greece or China”. Questo è il rischio operativo che colpisce oggi tutti quelli che hanno portafogli obbligazionari: anche semplicemente portafogli in BTp e CCT.
L'ANALISI
Economia giapponese: davanti ai vostri occhi i limiti del QE. L’attenzione sulla Grecia distrae in queste settimane i mercati internazionali dalla situazione del Giappone, che è più complessa ed anche a nostro avviso più grave di quella greca: ed è per questo che questa settimana la sezione di Analisi è dedicata al Giappone. Ma c’è una seconda ragione: la crisi Greca mette a prova l’efficacia del QE di Draghi, che come tutti sappiamo è una politica non convenzionale già adottata in Giappone due anni fa, con risultati fino ad oggi non positivi. Quello che più deve fare riflettere è che in Giappone si parla ormai di sei mesi di “tapering” perché la politica di QE ha già toccato i suoi limiti fisiologici, e non solo non funziona, ma mette anche a rischio la stabilità dei mercati finanziari. Secondo le stime della Banca giapponese Mizuho, se l’attuale politica della BoJ proseguisse, si arriverebbe ad una situazione paradossale entro breve. Nel 2019 la Banca Centrale avrebbe sui suoi libri ben l’85% del debito pubblico emesso dal Giappone. Una crisi di credibilità per il Paese, sui mercati internazionali, diventerebbe inevitabile: e qui è il caso di ricordare che il Giappone resta una delle cinque maggiori economie del Pianeta, e che il suo debito pubblico ha dimensioni enormi, pari al 225% del GDP (grafico). Un crisi di fiducia verso il Giappone avrevve implicazioni forti su scala planetaria.