BCE: una riunione molto complicata
Sul tavolo del Board della BCE oggi ci sarà, soprattutto, un ospite inatteso: l’inflazione, che da ieri è tornata positiva in Germania ed in Europa dopo mesi di dati in negativo
di Redazione Soldionline 3 giu 2015 ore 09:24Commento giornaliero di www.recce-d.com
I TEMI DEL GIORNO
1. Una giornata memorabile. Vedere il dollaro USA che scende (1,1200) mentre i tassi USA salgono (2,27%) capita a pochi, e poche volte nella vita: ma è successo ieri. Vedere il rendimento del Bund decennale salire del 33% in una sola seduta, non era mai capitato a memoria d’uomo (tabella in basso). Stiamo vivendo giorni e settimane memorabili ed estreme. Aggiungete che, per l’ottava volta in nove mesi, l’indice degli ordinativi all’industria USA è uscito in calo (grafico sotto), e vi chiederete che cosa ci fa il Treasury a 2,27% di rendimento. La risposta di Recce’d la conoscete da qualche settimana: le obbligazioni crollano per il rischio liquidità dei mercati obbligazionari, e per il rischio inflazione; la crescita c’entra nulla. E se invece qualcuno vi raccontasse che è colpa della Grecia, potreste chiedergli che cosa ci fa il Bund a 0,70% di rendimento e l’euro a 1,1200 contro USD [importante per: valute ed obbligazioni(globale)].
2. BCE: una riunione molto complicata. Sul tavolo del Board della BCE oggi ci sarà, soprattutto, un ospite inatteso: l’inflazione, che da ieri è tornata positiva in Germania ed in Europa dopo mesi di dati in negativo. Ma soprattutto ci sarà il vero e proprio disastro dei mercati obbligazionari in Eurozona (tabella sotto), con il BTp al 2,15% contro lo 1,40% di fine 2014, (solo cinque mesi fa) nonostante 60 miliardi di euro di acquisti mensili del QE (per non dire del recente aumento “stagionale”), a cui i mercati hanno … riso in faccia. Ed infine il pasticciaccio greco, che non fa un passo in avanti ormai da tre mesi e difficilmente lo farà proprio ora che la pentola è in piena ebollizione [importante per: equity, valute ed obbligazioni (Eurozona)].
3. Attenzione all’equity. Il punto di massima fragilità oggi sono le Borse: come altre volte, anche ieri il dollaro debole ha tenuto su la Borsa di New York, salvando così “la baracca”. Ma per quanto potrà durare questo effetto? Quando leggete consigli di “stare lungo equity”, ripensate ai suggerimenti sui bonds di tre mesi fa [importante per: equity (globale)].
4. Yen e Giappone il vero rischio. Yen a 125 contro USD e Nikkei che scende: attenzione ancora al Giappone. Un prolungato rialzo globale dei tassi sulle obbligazioni manderebbe in crisi un’economia che è la più indebitata del Pianeta e che non ce la fa ad uscire dalla deflazione [ importante per: equity, valute ed obbligazioni (Giappone)].
L'OPERATIVITA'
Materie prime e tassi di interesse. Contrariamente a quanto scritto ieri, siamo costretti a rinviare il lavoro sulle materie prime, a causa di una ennesima giornata nera dei bonds. Doveva essere questo l’anno della Grande Tranquillità per i tassi di interesse, grazie ai massicci interventi di Draghi, alle promesse reiterate di Kuroda, e alla “pazienza” di Yellen. E invece: guardate un po’ qua. Come ci dice il grafico, ieri i tassi erano tornati ai livelli di inizio dicembre 2014 sia in USA sia in Germania. Proprio tutto il contrario di quanto, a gennaio, ci raccontavano sia le cosiddette “banche globali” (da Goldman a Deutsche a UBS) sia le grandi Reti di vendita italiane. E adesso, che fare? Il grafico ci dice che, sulla scadenza decennale, si perdono soldi rispetto al 1 gennaio scorso. Se le Reti hanno ragione, questa è una pazzesca occasione per comperare ed andare ancora più lunghi: e comperare di tutto, ad alto credito e a basso credito (high yield). Se al contrario abbiamo ragione noi di Recce’d, questo è il momento ideale per … stare fuori. Siamo e restiamo FLAT sui tassi, perché il mercato oggi ha un profilo rischio/rendimento ingestibile. E lo dimostra la linea rossa nel grafico, che è il Bund decennale: ovvero quello che, secondo tutti quanti, è il solo “rifugio sicuro” dalla volatilità. La storia degli ultimi sei mesi ci insegna che non è più così. Domani, finalmente, parleremo di materie prime.
L'ANALISI
Cina ed Emergenti rischio globale? La chiusura di stamattina dell’indice Composite di Shanghai è negativa, e conferma così una (stranissima) relazione inversa con gli indici PMI: stamattina infatti il PMI per il settore servizi è salito, inaspettatamente. Ma vediamo di allargare lo sguardo agli ultimi anni: che rapporto c’è tra l’andamento dell’economia cinese e la sua Borsa? Il grafico parla proprio di questo: va detto però che c’è un “trucco”, facile da individuare, ovvero che le due scale, per le due curve, sono diversissime fra loro. Il paragone tra i due andamenti, quindi, regge fino ad un certo punto. Vi presentiamo ugualmente il grafico perché sotto è efficace: fa pensare ad una realtà che non può essere discussa: la divergenza tra i dati economici cinesi e l’indice di Borsa è diventata abnorme da ottobre 2014 in avanti. Qui viene messo a confronto l’indice PMI manifatturiero e l’indice di Shanghai: vedete facilmente che una simile impennata dell’indice potrebbe essere sostenibile solo se, in parallelo, ci fosse stata una vera e propria impennata dell’economia. Tutto il contrario: l’indice PMI della manifattura, uscito lunedì mattina, è sotto la soglia di 50 (contrazione) da tre mesi, e per l’intero 2015 si anticipa che la crescita del GDP (dato ufficiale) possa scendere sotto il 7%, e quindi ai minimi degli ultimi 10 anni.