BCE, test decisivo per Draghi
Inflazione ancora inesistente, dopo un anno di QE: ma oggi il banchiere dirà, ancora una volta, che è “soddisfatto”, per ottenere con le parole più di quanto ottiene nei fatti
di Redazione Soldionline 3 dic 2015 ore 09:01Commento giornaliero di www.recce-d.com
I TEMI DEL GIORNO
1. Eurozona: più chiarezza o più confusione? Inflazione ancora inesistente, dopo un anno di QE: ma oggi Draghi dirà, ancora una volta, che è “soddisfatto”, per risultare “rassicurante”, e ottenere con le parole più di quanto ottiene nei fatti. Per lui si tratta di un test decisivo, visto che il 2015 ha significativamente ridotto la sua credibilità sui mercati finanziari (come ci dicono i prezzi sui mercati). Le “nuove” misure di cui si parla (che sono essenzialmente una espansione del QE, per durata e per importo mensile, ed un taglio ai tassi sui depositi presso la BCE) sono misure che sono attive da quasi un anno, e che ad oggi risultano poco efficaci sulla base di tutti i dati disponibili. Si può escludere che questa sarà la “scossa” di cui l’economia di Eurozona avrebbe necessità: e quindi è necessario chiedersi che cosa c’è oltre questo ultimo, disperato rilancio di Draghi, che ora avrà esaurito le fiches- Il dollaro contro euro stamattina resta ancorato al livello di 1,0600 (grafico sotto) [importante per: equity , obbligazioni e valute (Eurozona)].
2. USA macro: poca chiarezza. Non c’è molto di chiaro, nelle prospettive dell’economia USA, a partire proprio dai dati degli ultimi due giorni: ISM di martedì (molto debole) ed ADP ieri (sopra le attese). Forse per questo, c’è poco di chiaro anche per ciò che riguarda i tassi ufficiali, se si esclude il fatto che il rialzo dei tassi ufficiali ci sarà e sarà “graduale”: Fed officials have variously described the subsequent pace of rate hikes as “gradual,” “shallow,” “slow,” “halting” and even “crawling,” noted economists at Goldman Sachs. Charles Evans, the dovish president of the Chicago Fed, said it would be a major mistake by the U.S. central bank not to convince markets that rates will rise slowly over the next year. He wants rates to stay below 1% next year. The Fed’s summary of economic projections in September forecasts rates would end 2016 at 1.4%. Futures contracts are pricing in a slower pace of rate hikes, to about 1%. [importante per: equity , obbligazioni e valute (USA)].
L’OPERATIVITA'
Parliamo di fondi hedge. Il succo della questione di cui parliamo da lunedì scorso lo vedete nel grafico qui sotto: la attrattiva sugli investitori dei Fondi HEDGE si è ridotta non soltanto per i problemi, noti, di scarsa liquidità e scarsa trasparenza, ma forse (soprattutto) per i problemi di eccessiva correlazione con gli indici maggiori, e quindi per la perdita, in sostanza, della qualifica di “alternativi”. Come possiamo infatti definire “alternativa” una asset class che mostra una correlazione superiore al 80% con l’indice di Borsa più grande del mondo, che è lo S&P 500? Nel grafico vedete che questa correlazione è rimasta, fino al 2003, sotto lo 0,50, fatto che significa che i movimenti dello S&P 500 si riflettevano per il 50% sui movimenti dell’indice dei Fondi HEDGE. Da quell’anno, e per una scelta deliberata dei gestori HEDGE, osserviamo una costante ascesa, che porta la correlazione a 0,90 (il 90% del movimento dell’indice S&P 500 si riflette sull’indice dei Fondi HEDGE). Questa elevatissima correlazione porta quindi a chiedersi quale sia il ruolo dei Fondi HEDGE nel portafoglio: se non si tratta di strumenti “alternativi”, ma semplicemente di strumenti molto correlati all’equity, allora sono molto minori le motivazioni per investire su Fondi che appartengono a questa categoria.
L'ANALISI
Cina: il mercato obbligazionario. Proprio ieri è uscita la notizia che in Cina sono state semplificate le regole che portano all’approvazione di una nuova emissione obbligazionari: e questo dato non può che confermare ciò che dicevamo ieri, ovvero che è lo stesso Governo a spingere le Aziende ma anche gli Enti Locali ad utilizzare questo canale di finanziamento, in alternativa a quello bancario. Ecco quindi perché le emissioni totali del 2015 ammontano oggi al 114% del totale dell’anno precedente. I rischi che questa situazione comporta sono evidenti: “The Chinese government is caught between a rock and hard place. If it doesn’t intervene, the bond market will actually become a bubble. And if it does, the market could crash the way the equity market did due to fast de-leveraging.”. Oggi le obbligazioni corporate cinesi rendono a cinque anni il 4% circa, con un premio di circa 1% sui Titoli del Tesoro cinesi: il calo di 79 punti base nel corso del 2015 è in totale contrasto con l’incremento generalizzato dei rendimenti per le obbligazioni corporate, che secondo un indice globale è cresciuto di 30 punti base nel 2015. Ma sono soprattutto gli acquisti “a leva” sul mercato obbligazionario a preoccupare: l’incremento tra gennaio e settembre è stato dello 89%, spinto da due fattori che sono il crollo della Borsa e i tagli ai tassi ufficiali di interesse (grafico sotto). Concluderemo domani.