Banche Italia, oltre alla bad bank c’è di più
La scorsa settimana il governo italiano ha raggiunto un accordo con l’Unione Europea per risolvere il problema degli elevati livelli di non-perfoming loans (NPL) del settore bancario
di Redazione Soldionline 4 feb 2016 ore 11:49A cura di Hannah Piper, Fund Manager, European Equities, Schroders
La scorsa settimana il governo italiano ha raggiunto un accordo con l’Unione Europea per risolvere il problema degli elevati livelli di non-perfoming loans (NPL) del settore bancario. Eppure, il salvataggio non è stato ben visto dal mercato, poiché i dettagli fino ad ora rivelati suggeriscono che tale soluzione non è la svolta che molti si aspettavano. Senza giri di parole, non si tratta di una bad bank, ma piuttosto di uno schema che permette alle banche di disfarsi di alcuni dei propri NPL a favore degli investitori privati.
È importante sottolineare che siamo soltanto all’inizio di questo processo e che mancano ancora i dettagli più importanti, pertanto persiste una significativa dose d’incertezza. La buona notizia è che tale schema funziona su base volontaria: ciò aiuterà ogni banca a liberarsi nel tempo di alcune delle proprie sofferenze attraverso un processo molto selettivo (lo schema sarà aperto per 18 mesi con la possibilità di rinnovo). La cattiva notizia è che crediamo che ciò sarà soltanto parzialmente d’aiuto. Non sembra essere un processo di pulizia dei bilanci appropriato, che ripristini la completa fiducia e profittabilità del sistema bancario italiano: al momento, i prezzi di mercato non rendono vantaggioso disfarsi dei proprio NPL.
Abbiamo già un’esposizione sulle banche italiane in alcuni dei nostri portafogli, in quanto crediamo che possano trarre beneficio da molti altri fattori. Tali fattori includono la ripresa dell’economia italiana, il consolidamento nel settore delle banche popolari e le riforme del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi (ad esempio la riforma della legge sul pignoramento per velocizzare il processo sui NPL). Di conseguenza, in relazione alle ultime notizie, abbiamo compiuto soltanto lievi aggiustamenti nei portafogli, in particolare per via della mancanza di dettagli circa il processo d’implementazione. A meno di divergenze significative nelle valutazioni, cerchiamo di non fare scommesse binarie. Non abbiamo sentito la necessità di investire sulla parte più in crisi dello spettro, che trarrà il maggior beneficio dalla creazione di una bad bank, poiché riteniamo ci sia abbastanza valore anche in altre aree.