Azioni ad alto dividendo vs andamento dei mercati
Esistono molti studi, sia statistici che accademici, che mostrano come, nel lungo periodo, i titoli di aziende che distribuiscono alti dividendi hanno una performance migliore degli altri
di Redazione Soldionline 19 gen 2016 ore 10:21A cura di Pictet High Dividend Selection
Esistono molti studi, sia statistici che accademici, che mostrano come, nel lungo periodo, i titoli di aziende che distribuiscono alti dividendi hanno una performance migliore degli altri. Ciò premesso, è altrettanto vero però che ci sono periodi in cui questo trend strutturale non si verifica: la bolla IT di fine anni ’90 ne è stato un esempio estremo, ma abbiamo assistito ad altri periodi simili in tempi meno recenti (1970-1972, 1978-1980).
Sembra difficile trovare una spiegazione che accomuni tutti questi periodi di sottoperformance dei titoli ad elevati dividendi (il biennio ‘78-‘80 fu un periodo caratterizzato da una rapida ascesa dei tassi di interesse, mentre nei periodi ‘70-‘72 e ‘98-‘00 non fu questo il caso).
Se guardiamo ai fattori delle più recenti fasi di sottoperformance di questa tipologia di titoli azionari (metà 2013 – metà 2015), si potrebbero sintetizzare 3 motivi:
1) le aspettative sui tassi d’interesse americani (l’inizio delle discussione sulla fine del Quantitative Easing nel Maggio 2013);
2) il rafforzamento del dollaro USA (l’universo dei titoli “High Dividend” è sottoesposto al Dollaro USA rispetto all’indice MSCI World)
3) la debolezza delle materie prime (l’universo dei titoli “High Dividend” è sovraesposto al settore Energia rispetto all’indice MSCI World).
Se guardiamo a questi 3 fattori, siamo convinti che non saranno penalizzanti nel 2016. Addirittura, potrebbero essere dei potenziali fattori positivi per i prossimi anni, in base alle seguenti considerazioni:
• Tassi d’interesse USA: un ciclo di moderata salita dei tassi è già prezzato dal mercato (le opzioni sul cambio EUR/USD si aspettano altri 2,5 rialzi per il 2016). A meno che la FED non diventi estremamente accomodante, la paura di un deciso rialzo dei tassi non dovrebbe essere un problema. A nostro parere, questo si evince dal rally che hanno avuto i titoli legati all’andamento delle obbligazioni (bond proxies) dopo l’annuncio della FED.
• Forza del Dollaro USA: questo fattore è guidato dallo scenario sui tassi d’interesse statunitensi. Quindi, in linea con i precedenti commenti, un ulteriore rafforzamento del Dollaro USA dovrebbe essere limitato.
• Materie Prime: anche se siamo abbastanza cauti sul fornire scenari di ripresa per le materie prime e per l’energia, dobbiamo essere comunque obiettivi nel constatare che il prezzo corrente dei titoli legati a questi settori già scontano uno scenario molto depresso per il futuro. Quello che è sicuro è che il trend di discesa dei prezzi dovrebbe essere finito. Detto questo, ci aspettiamo che il settore energetico rimanga molto volatile e ne manteniamo una esposizione limitata, solo attraverso le società migliori.
Cosa accadrebbe se ci sbagliassimo e la FED iniziasse a rialzare i tassi più di quanto atteso?
Dato che molto spesso la FED ha ribadito che le loro decisioni dipendono dai dati macroeconomici, questo scenario sarebbe legato ad una ripresa della crescita del PIL USA più forte delle aspettative, un migliore tasso di disoccupazione e una ripresa dei salari, quindi anche consumi domestici più sostenuti ed un peso più alto del Dollaro USA sugli scambi commerciali. Stiamo proteggendo il portafoglio da questo scenario con una posizione selettiva in titoli finanziari statunitensi (che dovrebbero trarre beneficio da un miglior margine sui tassi di interesse) e qualche titolo legato ai consumi domestici. Questo scenario spiega anche il motivo per il quale continuiamo a mantenere un approccio difensivo sui Mercati Emergenti.
Pensiamo che la performance relativa dei titoli legati ai dividendi abbia toccato il minimo nel Luglio 2015. Ci aspettiamo che questo tema recuperi terreno rispetto all’indice MSCI World nel 2016.
Posizionamento per area regionale
Rispetto all’MSCI World, il posizionamento geografico attuale (a fine 2015) del portafoglio di Pictet – High Dividend Selection presenta le seguenti caratteristiche:
Asia (Giappone): Leggero sottopeso. Vogliamo incrementare il peso sul Giappone, dato che le valutazioni sono ancora interessanti (sia quelle fondamentali che quelle legate al momentum). Purtroppo il rendimento da dividendi sui titoli giapponesi rimane spesso troppo contenuto, quindi è difficile trovare dei titoli interessanti secondo la nostra logica di investimento. Siamo comunque convinti che in Giappone, con il passare del tempo, la percentuale degli utili destinata ai dividendi dovrebbe migliorare (in linea con la spinta delle imprese per migliorare il proprio ROE e la remunerazione degli azionisti). Stiamo quindi aggiungendo posizioni al portafoglio e ci aspettiamo di farlo ancora nella prima metà del 2016.
Mercati Emergenti: Esposizione molto contenuta. Anche se pensiamo che sia le valutazioni che i rendimenti siano molto interessanti, siamo ancora cauti sullo scenario macroeconomico (principalmente per i fattori prima descritti: forza del Dollaro USA, tassi d’interesse statunitensi in ripresa ed esposizione alle materie prime). Andando avanti probabilmente aumenteremo l’esposizione, ma preferiamo sbagliare nell’essere cauti (e quindi perderci l’inizio del recupero) piuttosto che arrivare troppo presto. Detto ciò, stiamo comunque valutando alcuni titoli che hanno una esposizione contenuta alle materie prime.
Europa: Marcato sovrappeso (soprattutto nel Regno Unito). Dal punto di vista relativo gli indicatori sono ancora a supporto rispetto al mercato statunitense ed il momentum è migliore. Dal punto di vista settoriale, la nostra esposizione è concentrata soprattutto sui consumi non ciclici, la salute (i rendimenti dei titoli farmaceutici europei è migliore di quelli americani) ed i finanziari (principalmente assicurazioni e piccole banche domestiche).
Nord America: Forte sottopeso. I fondamentali continuano a peggiorare ed il momentum è debole. Siamo preoccupati dell’impatto che l’estrazione dello “shale oil” potrebbe continuare ad avere in diversi settori (finanziario, industriale e sull’occupazione). Negli Stati Uniti la nostra esposizione è concentrata sui servizi e sull’IT.
Posizionamento per settore e scenario
Rispetto all’MSCI World, il posizionamento settoriale attuale (a fine 2015) del portafoglio di Pictet – High Dividend Selection presenta le seguenti caratteristiche:
Generalmente, per come è strutturata la strategia, abbiamo un ampio sovrappeso sui settori difensivi (servizi, telecomunicazioni, consumi non ciclici e salute) e manteniamo un forte sottopeso su alcuni settori più ciclici (finanziari, consumi discrezionali, IT).
In relazione alle valutazioni correnti, i settori più interessanti in termini relativi sono i servizi, le telecomunicazioni, le materie prime e l’energia. Detto ciò, gli ultimi due citati hanno utili contenuti e mancanza di momentum, quindi avere un peso rilevante in portafoglio non sarebbe giustificato.
I titoli finanziari offrono un mix interessante fra rendimenti, valutazioni e buon momentum, ma le minacce che arrivano dal punto di vista regolamentare e l’esposizione all’investment banking (settore di attività molto volatile) ci porta ad essere molto selettivi. Per questo motivo ci focalizziamo sulle società assicurative e sulle banche locali, legate al settore retail (banca tradizionale).
Il settore salute e alcuni titoli legati ai consumi non ciclici hanno un buon punteggio (secondo in nostri indicatori) in alcune aree (qualità e momentum), ma iniziano ad avere delle quotazioni care. In alcuni casi abbiamo quindi preferito prendere profitto dalle posizioni presenti in portafoglio.
I titoli industriali sono divenuti interessanti per l’anno appena iniziato. Siamo conservativi nel breve periodo, dato che la debolezza degli utili è un fattore di consensus, così come un’ulteriore ribasso delle stime, ma se l’economia continua a migliorare e l’eccessivo taglio dei costi diminuisce, questo potrebbe diventare un settore interessante.
Scenario per il 2016
Guardando ai prossimi anni, crediamo che avere una chiara idea sui risultati in termini di utili che un’azienda possa ottenere sia la chiave per la performance dei titoli. Per questo motivo pensiamo che la strategia corretta sia quella di focalizzarsi su società che offrono un rendimento in termini di dividendi più alto della media di mercato, dato che questi titoli sono per natura più difensivi. Preferiamo questo approccio rispetto a quello di rincorrere società che puntano ad accrescere la crescita dei propri dividendi, sacrificando il valore assoluto di quanto distribuito, in una fase di decelerazione della crescita dell’economia globale.
Cerchiamo società che possano dimostrare di gestire i costi in modo efficiente, con l’abilità di ristrutturarsi velocemente al cambiare delle condizioni di crescita e di una politica monetaria globale non sincrona (aumento dei tassi negli Stati Uniti ed aumento del QE in Europa…). Per questo motivo rimaniamo molto attenti alla selezione dei titoli nel settore industriale e dei consumi ciclici, mentre riteniamo che i consumi non ciclici, la salute ed i servizi sono in qualche modo isolati dalle preoccupazioni descritte sopra. Al momento stiamo lontani da società guidate dal prezzo delle materie prime, dato che siamo ancora in territori inesplorati in questa fase. In assenza di misure di stimolo dei principali governi, facciamo fatica a vedere come questi titoli potrebbero diventare interessanti dal punto di vista dei dividendi distribuiti.