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Azionario, privilegiare l'Europa agli USA?

di Redazione Lapenna del Web 21 feb 2023 ore 10:54 Le news sul tuo Smartphone

mercato-azionario_3Laurent Denize - Global Co-CIO di ODDO BHF Asset Management - e Jan Viebig  Global Co-CIO di ODDO BHF Asset Management - janno evidenziato che nel 2023 i mercati finanziari sono partiti con perfromance positive, con l'S&P 500 che segna un +8% in dollari e l’EuroStoxx 50 che cresce di oltre l’11% in euro.

Denize e Viebig si porgono dunque le seguenti domande: Quali opportunità si presentano ora che le valutazioni sono risalite? Quali rischi si profilano?

"Nel nostro scenario principale, prevediamo un rallentamento della crescita mondiale rispetto all’anno scorso, con un rischio di stagflazione nel 2023 dovuto allo shock dell’offerta del 2022," spiegano Denize e Viebig, "L’inflazione resterà elevata in un contesto di crescita debole. Le prospettive economiche nella zona euro sono però decisamente migliorate negli ultimi tempi. Sarà molto probabilmente evitata una grave crisi energetica, almeno quest’inverno. Le riserve di gas in Europa sono solide". A contribuire a questo scenario, spiegano, c'è anche la decisione del governo cinese di mettere fine alla politica di zero covid dovrebbe inoltre avere un impatto positivo sulla crescita mondiale.

Denize e Viebig privilegiano le azioni europee rispetto a quelle americane, per diversi motivi. "In effetti, con un rapporto price-to-book di 1,7 queste ultime scambiano a livelli di valutazione più vicini alla loro media a lungo termine, mentre le azioni americane, con un rapporto price-to-book di 4,1, sono valorizzate a un livello nettamente superiore", osservano Denize e Viebig. Secondo i due esperti, con la prevista riduzione dei differenziali tra tassi d’interesse della zona dollaro e della zona Euro, l'euro dovrebbe inoltre apprezzarsi rispetto al dollaro.

Denize e Viebig prevedono che il ciclo di aumenti dei tassi durerà probabilmente più a lungo rispetto agli Stati Uniti, dato che la BCE ha cominciato i rialzi solo a luglio 2022, quattro mesi dopo la FED. "Inoltre, la parità del potere d’acquisto gioca più a favore dell’apprezzamento dell’euro", hanno aggiunto i due esperti.

Ecco perché secondo Denize e Viebig la fuga verso il dollaro è stata guidata da uno shock dell’offerta, ma con la fine di questa situazione la tendenza si dovrebbe invertire. "Le società europee dovrebbero inoltre beneficiare ampiamente della stabilizzazione delle catene logistiche mondiali", hanno concluso i due esperti.

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