Azionario, occhi puntati su healthcare e Mercati Emergenti
Quest’anno l’healthcare è tornato a essere il settore migliore in termini di performance. Tutti i sotto settori sono in vantaggio rispetto al mercato globale, guidati dal comparto Biotech e da Provider & Servizi
di Redazione Soldionline 30 mar 2015 ore 11:49A cura di Claudio Borrelli, Head of Equity Research di Union Bancaire Privée – UBP
Quest’anno l’healthcare è tornato a essere il settore migliore in termini di performance. Tutti i sotto settori sono in vantaggio rispetto al mercato globale, guidati dal comparto Biotech e da Provider & Servizi. Le compagnie di assicurazione sanitaria e gli ospedali stanno traendo vantaggio dalla riforma sanitaria statunitense, tuttavia ci sono alcuni rischi legati alla decisione della Corte Suprema attesa a giugno.
Nonostante le revisioni al ribasso degli utili di gran parte delle società (a causa della forza del dollaro) e malgrado le crescenti preoccupazioni circa la determinazione dei prezzi e i farmaci biosimilari, le attività di M&A continuano a spingere al rialzo i titoli del settore biofarmaceutico. Finora, i maggiori accordi annunciati quest’anno (Pharmacyclics/AbbVie, Hospira/Pfizer e Salix/Valeant) ammontano a un totale di 50 miliardi di dollari, più del totale per ogni anno dal 2010, ad eccezione del 2014.
Le valutazioni del settore sono tirate, tuttavia tale comparto è ancora attraente rispetto al mercato nel complesso. I trend demografici e la produttività derivante dall’attività di Ricerca e Sviluppo offrono uno scenario rialzista e, nel caso di un’inversione di rotta del mercato, l’healthcare dovrebbe trarre vantaggio dal suo profilo difensivo (a un multiplo inferiore rispetto al settore dei prodotti di prima necessità). L’indice MSCI Emerging Markets ha registrato una performance YTD del -1,4% in dollari. Rispetto ai mercati avanzati, la performance relativa YTD si è rivelata negativa a -3,7% in dollari.
Per quanto riguarda le performance YTD in dollari a livello di aree geografiche, quella più indietro è l’America Latina, con una performance negativa del 12,9%, seguita dall’EMEA (-3,7%). A prendere il comando, alla fine, sono i Mercati Emergenti asiatici, la migliore area geografica in termini di performance (+2%).
Da un punto di vista settoriale, il settore più performante nei Mercati Emergenti da inizio anno è l’IT (+7,8%) seguito dall’Healthcare (+5,4%), mentre le utility restano il comparto peggiore, con una performance in dollari del -6%. Quanto alle valutazioni, poi, i Mercati Emergenti continuano a sembrare convenienti sulla base di multipli di valutazione ampiamente utilizzati (trailing e forward P/E, P/B). Inoltre, i loro P/E rispetto a quelli dei mercati sviluppati sono ancora più di una deviazione standard al di sotto della media dei 5 anni e i ROE continuano a deteriorarsi, fatta eccezione per i Mercati Emergenti asiatici.
Riteniamo ancora che quegli sconti siano in parte giustificati, data la costante contrazione della redditività del capitale proprio e dei margini a cui abbiamo assistito da metà del 2010. Tuttavia, siamo ancora a livelli di ipervenduto e, da un punto di vista delle valutazioni, lo sconto rispetto ai mercati avanzati continua a sembrare eccessivo. Le preoccupazioni maggiori per i Mercati Emergenti sono i costi in continua crescita (inflazione salariale), le contrazioni dei margini e la vulnerabilità economica, ciò riguarda specialmente i Paesi con ampi disavanzi delle partite correnti.
Tuttavia non vediamo alcun catalizzatore a breve termine che possa invertire questo trend. In termini di notizie macro, la costante volatilità, la debolezza dei dati cinesi e le continue tensioni in Medio Oriente e in Ucraina accrescono un sentiment negativo verso i titoli azionari dei Mercati Emergenti in generale. L’anno scorso, il risultato elettorale in Brasile è stato deludente e i mercati azionari hanno reagito di conseguenza.
La recente correzione dei prezzi del petrolio e delle commodity, così come la forza del biglietto verde continueranno ad avere effetti negativi sui Mercati Emergenti in generale. Tuttavia, crediamo che la divergenza tra il complesso dei Mercati Emergenti aumenterà, poiché i Paesi non hanno la stessa sensibilità verso quei trend (Russia e Brasile rispetto a India e Turchia). Riteniamo poi che i listini azionari continueranno a premiare quei mercati in cui i governi sono in grado di attuare importanti riforme (India, Indonesia, Turchia e Filippine). Infine, dato l’importante intervento da parte delle Banche centrali, la volatilità delle valute continuerà ad essere un tema importante nel prossimo futuro.