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Azionario Italia: selettivi nel breve, costruttivi nel-medio-lungo

Massimo Trabattoni – Head of Italian Equity di Kairos – ha segnalato che le valutazioni sono diventate piuttosto elevate in confronto alla media storica con l’abituale sconto-Italia

di Redazione Soldionline 1 ott 2021 ore 13:43

Piazza Affari ha terminato i primi nove mesi del 2021 con progressi consistenti, guidati dall’ottima performance messa a segno dal FTSEMib (+15,5%). Meglio hanno fatto il FTSE Italia Mid Cap (+26,6%) e il FTSE Italia Star (+33,3%).

Come conseguenza a questo rally Massimo Trabattoni – Head of Italian Equity di Kairos – nella periodica rubrica “Italian Times” ha segnalato che le valutazioni sono diventate piuttosto elevate in confronto alla media storica con l’abituale sconto-Italia.

Per questo motivo il gestore si dichiara estremamente selettivo nel breve-medio termine, mentre resta molto più costruttivo nel medio-lungo termine, come meglio analizzato nel seguente report.

 

investimento_9Partendo dai dati macroeconomici recentemente pubblicati da Governo e Commissione Europea riguardanti la produzione industriale italiana e il GDP del Paese, entrambi molto forti e al di sopra delle aspettative, fino ad arrivare ai dati PMI (indicatori pro- spettici), si evince una situazione positiva che fa ben sperare per una ripresa delle attività economiche in accelerazione trimestre su trimestre.

A corredo di queste indicazioni numeriche, ci sono le guidance e le dichiarazioni dei management delle singole società che, grazie ai dati sugli ordini e alle conversazioni con i clienti, sostengono che la domanda sta tenendo molto bene e che si aspettano una fine dell’anno ancora in miglioramento rispetto al primo semestre.

Tutto ciò è ovviamente riflesso nella performance del mercato che ha visto tanti titoli fare nuovi massimi storici e l’indice FTSE Mib rivedere i livelli pre-crisi del 2007. Ne consegue che le valutazioni sono piuttosto elevate in confronto alla media storica con l’abituale sconto-Italia (ovvero quel gap di valutazione che è sempre esistito tra gli asset italiani e quelli europei dovuto principalmente al rischio paese) che si è andato via via riducendo, fino quasi a scomparire in alcuni segmenti di mercato, dove adesso i multipli sono comparabili con quelli europei.

Il contesto sopra descritto ci rende quindi cauti ed estremamente selettivi nel breve-medio termine, mentre rimaniamo molto più costruttivi nel medio-lungo termine man mano che gli investimenti relativi al PNRR e le riforme strutturali promesse, e in parte già messe in atto dal governo Draghi, cominceranno ad avere l’effetto positivo previsto sull’efficienza del Paese.

A livello settoriale la logica è quella di stare lontani da quei segmenti di mercato che dipendono di più da trend globali, come i finanziari che si muovono soprattutto in base ai tassi e/o i petroliferi che sono guidati dal prezzo del barile, ricercando invece opportunità all’interno di industrie dove la crescita dipende da fattori endo- geni relativi agli investimenti e ai consumi domestici.

 

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