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Azionario, emerge la forza relativa del mercato europeo

L’Europa è in procinto di chiudere l’anno con una performance, misurata in valuta locale, significativamente superiore a quella registrata da Stati Uniti e mercati emergenti

di Redazione Soldionline 28 dic 2022 ore 10:57

I principali mercati azionari internazionali si avviano a chiudere il 2022 con performance negative, anche se in recupero dai minimi annuali toccati tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.

Luca Finà - Head of Equity Insurance Portfolios di Generali Insurance AM – ha segnalato che in questo contesto il mercato europeo ha mostrato una discreta forza relativa, in quanto l’Europa è in procinto di chiudere l’anno con una performance, misurata in valuta locale, significativamente superiore a quella registrata da Stati Uniti e mercati emergenti.

Questa tendenza potrebbe proseguire anche nel 2023? Nell’analisi seguente Luca Finà prova a rispondere a questa domanda.

 

azioni-europaNel corso del 2022, fino ad oggi, tutte le aree geografiche hanno registrato una performance negativa, sebbene in significativo recupero dai minimi registrati verso fine settembre/inizio ottobre. Il principale fattore che ha pesato sull’andamento dei listini globali è stata un’inflazione più alta e persistente delle attese che ha spinto le Banche Centrali ad attuare una politica monetaria restrittiva, con un conseguente e significativo incremento dei tassi di interesse nominali e reali, comportando una compressione delle valutazioni nonostante la crescita degli utili attesi per il 2022 sia rimasta in territorio positivo.

In tale contesto il mercato europeo ha mostrato una discreta forza relativa. Infatti, nonostante la guerra in Ucraina ai propri confini e la conseguente crisi del gas visto lo stop dei flussi provenienti dalla Russia, l’Europa è in procinto di chiudere l’anno con una performance, misurata in valuta locale, significamente superiore a quella registrata da Stati Uniti e mercati emergenti.

Inoltre, anche l’andamento degli utili, sempre in valuta locale, nel corso di questo anno si sta rivelando solido, evidenziando un livello di crescita di poco inferiore al 20%, significativamente superiore alle altre aree geografiche e in continuo miglioramento nelle ultime settimane grazie all’eccellente performance operativa del comparto petrolifero, un miglioramento dei risultati nel settore finanziario che beneficia di tassi più elevati (entrambi fra i migliori settori anche in termini di performance) ed un contributo positivo dal rafforzamento del dollaro.

Le aspettative per il 2023 sono invece meno confortanti, alla luce di una probabile recessione globale che produrrà un effetto negativo sulla crescita degli utili aziendali, vista in marcato rallentamento in tutti i paesi sviluppati. In tale contesto, l’Europa dovrebbe risentirne maggiormente rispetto agli Stati Uniti che sono in una fase più avanzata nel ciclo di rialzo tassi. Tuttavia, una superiore crescita degli utili negli Stati Uniti non implica necessariamente una migliore performance attesa del mercato americano. Ai livelli correnti esso tratta nell’intorno di 19x gli utili del prossimo anno, evidenziando pertanto una valutazione non consistente con uno scenario recessivo in corso. Qualora la recessione fosse più marcata delle attese o la Federal Reserve fosse costretta a tenere i tassi su livelli più elevati a lungo, il rischio di un’ulteriore compressione delle valutazioni sarebbe materiale.

In Europa, invece, le valutazioni sono tuttora molto compresse e sotto la media storica. Inoltre, l’Europa dovrebbe beneficiare maggiormente da una plausibile riapertura dell’economia cinese, compensando in tal modo, almeno in parte, i rischi di una recessione che potrebbe colpire il Vecchio Continente.

 

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