Avversione al rischio sulle azioni. Rally dei titoli di stato
I mercati finanziari globali hanno avuto un inizio d’anno turbolento in quanto i timori per la salute dell’economia cinese e il crollo del petrolio hanno penalizzato le asset class rischiose
di Redazione Soldionline 16 feb 2016 ore 10:51A cura di Pictet Asset Management
I mercati finanziari globali hanno avuto un inizio d’anno turbolento in quanto i timori per la salute dell’economia cinese e il crollo del petrolio hanno penalizzato le asset class rischiose. L’eccesso di offerta che ha fatto scendere il prezzo del greggio al di sotto di 30 USD/barile, il livello più basso in 12 anni, ha colpito i mercati azionari e le regioni sensibili all’andamento dell’energia. A sorpresa, proprio a fine mese la Banca del Giappone ha introdotto tassi di interesse negativi, consentendo ai mercati di recuperare parte delle perdite subite. L’MSCI World ha quindi chiuso con un ribasso di poco più del 6%. Le borse delle aree emergenti hanno trainato i mercati al ribasso. Le azioni della Cina continentale hanno toccato il livello più basso degli ultimi 14 mesi: i dati mostrano che il Paese cresce al ritmo più blando dal 1990 e il renminbi ha perso terreno rispetto al dollaro USA, segno che la seconda economia mondiale potrebbe andare incontro a un hard landing. Le piazze emergenti sono state inoltre frenate dalla prospettiva di un nuovo inasprimento dei tassi di interesse statunitensi; gli investitori temono infatti che un maggiore costo del denaro possa schiacciare parecchie società delle aree in via di sviluppo che hanno contratto diversi debiti in USD dal 2009. L’azionario emergente scambia attualmente con uno sconto del 30% rispetto alle controparti dei Paesi avanzati (sulla base del rapporto prezzo/utili).
La borsa italiana è stata la peggiore tra quelle del mondo industrializzato, a causa dei timori per il settore bancario nazionale. Anche i rendimenti a livello settoriale riflettono l’incremento dell’avversione al rischio degli investitori: i titoli difensivi hanno registrato performance generalmente superiori a quelle dei titoli ciclici. In ambito fixed income, i titoli di Stato dei mercati avanzati hanno messo a segno un forte rally grazie alla ricerca di sicurezza da parte degli investitori. Il rendimento dei Treasury USA decennali di riferimento è sceso sotto il 2% mentre quello dei titoli di Stato tedeschi ha toccato il minimo assoluto del -0,45% dopo le dichiarazioni del Presidente della Banca Centrale Europea (BCE) circa la disponibilità dell’istituto a varare ulteriori misure a sostegno dell’economia.
Ma nonostante l’impegno di Draghi, le attese inflazionistiche a lungo termine nell’Area Euro sono scese ai minimi degli ultimi tre mesi e mezzo, con il tasso breakeven a 5 anni tra 5 anni (che misura le previsioni degli investitori per l’inflazione a lungo termine) attorno all’1,60%, un livello decisamente inferiore al target della BCE del 2% circa. Negli Stati Uniti, il medesimo tasso è sceso attorno all’1,50%, il dato più basso dal 2009 e lontano dall’obiettivo del 2% fissato dalla Federal Reserve. I titoli societari di categoria high yield hanno lasciato sul terreno l’1,5% sia negli Stati Uniti che in Europa; la stretta sulla liquidità ha spinto gli investitori a chiedere una maggiore ricompensa per i titoli rischiosi. Il dollaro USA ha chiuso il mese con un lieve rialzo rispetto alle principali valute, ma la sua corsa ha rallentato alla luce delle minori attese di ulteriori aumenti dei tassi statunitensi.
Lo yen giapponese, che offre rendimenti modesti, è stata la divisa migliore delle piazze avanzate fino a che la BoJ non ha sorpreso i mercati introducendo tassi negativi.