“Avanti, investite!”
Il 2014 è stato marcato dall’accelerazione della crescita statunitense e dallo scenario deludente dell’eurozona. Nel 2015 la crescita dell’eurozona dovrebbe registrare un recupero, ma lo scarto con gli Stati Uniti rimarrà ampio, amplificando così la divergenza fra le politiche monetarie delle due regioni.
di Redazione Soldionline 30 gen 2015 ore 12:40A cura di Nicolas Chaput, CEO e co-CIO Oddo AM e Laurent Denize, co-CIO Oddo AM
QUADRO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE
Grazie alla solidità di alcuni fattori tecnici (diminuzione del prezzo del petrolio, iniezione di liquidità in Asia ed Europa), l’economia mondiale dovrebbe accelerare.
STATI UNITI
Dopo 5 anni di crescita, il motore americano continua a girare a pieno regime, con prospettive di crescita superiori al 3%. Il ritmo della creazione di posti di lavoro a tempo pieno resta vivace, e la scarsa inflazione può consentire alla FED di guadagnare tempo sulla fine della sua politica monetaria fortemente espansiva.
EUROPA
Nell’Eurozona, la crescita 2015, migliore rispetto al 2014, resterà contenuta (1,2%). Da un lato la flessione delle quotazioni petrolifere, che riduce la bolletta energetica, e dall’altro la contrazione prolungata dell’euro rispetto al dollaro, dovrebbero concedere una boccata d’ossigeno alle famiglie e alle imprese. Il mercato può inoltre contare sul massiccio sostegno della BCE la quale ha annunciato il lancio di un programma senza precedenti di acquisti obbligazionari (QE) per ravvivare l’economia e contrastare la deflazione.
Persistono tuttavia elementi di rischio. In Francia e in Italia la disoccupazione resta elevata, tendenzialmente in crescita, e l’attuazione delle riforme strutturali necessarie tarda ad arrivare. La Germania, dove il 45% del PIL è costituito da esportazioni (di cui i 2/3 verso l’Unione europea) patisce l’inerzia dei suoi maggiori partner europei. Infine, l’agenda politica si presenta fitta di appuntamenti con le elezioni parlamentari in Grecia e, a fine anno, in Spagna e nel Regno Unito, dove il peso degli euroscettici sarà oggetto di un attento scrutinio.
GIAPPONE
Investita dall’aumento dell’IVA introdotto nel 2014, l’economia nipponica ritroverà vigore grazie allo shock di politica monetaria, a una ritrovata domanda interna e a uno yen competitivo.
MERCATI EMERGENTI
Nel complesso, le prospettive di crescita sono state tutte riviste al ribasso. La Cina procede sulla strada della normalizzazione, con una crescita in frenata. Penalizzate dall’aumento del dollaro, le riserve valutarie si assottigliano e le partite correnti peggiorano, pertanto adottiamo un atteggiamento di particolare prudenza in questa regione.
MERCATI E VALORIZZAZIONI
AZIONI
Le aree degli Stati Uniti e dell’euro restano care rispetto alle valutazioni storiche (rapporto prezzo/utile). Le differenze fra le ripartizioni settoriali degli indici statunitensi ed europei creano un effetto distorsivo; le azioni europee, che sembrano meno care rispetto a quelle statunitensi, presentano in realtà un prezzo equivalente se si ricalcolano questi indici partendo da identici pesi settoriali. Per gli investitori si tratta quindi di trovare delle idee – settori, titoli – anziché scommettere indiscriminatamente su una zona.
In Europa:
- I ciclici dovrebbero essere favoriti dalla rivalutazione attesa degli utili dopo un 2014 gratificante per i settori difensivi.
- Le società immobiliari offrono ancora rendimenti assoluti molto interessanti: lo spread di rendimento fra le attività immobiliari e i tassi d’interesse senza rischio non è mai stato così elevato (dal 4% al 7% a seconda dei segmenti). I fondamentali restano solidi e l’aumento delle valutazioni non è ancora del tutto scontato nelle quotazioni.
- Le società esportatrici beneficeranno della diminuzione di valore dell’euro e del forte sviluppo degli Stati Uniti.
- Le società a media e alta capitalizzazione dovrebbero godere di un effetto recupero rispetto alle piccole società che avevano ottenuto una sovraperformance nel 2014.
- L’indice azionario tedesco (DAX), composto in buona parte da società leader nelle esportazioni e poco esposto ai titoli petroliferi, presenta forti potenzialità di crescita.
OBBLIGAZIONI
I tassi sovrani europei, trainati dal programma di acquisto titoli della BCE, dovrebbero offrire ancora un elevato potenziale. Al momento ci teniamo invece lontani dalla Grecia e dal Portogallo.
Nel segmento obbligazionario, persistono occasioni di rendimento, soprattutto sui titoli B del segmento “high yield”. Sono titoli che gli investitori hanno trascurato nella seconda parte del 2014, determinando così un aumento dei premi di rischio - oggi storicamente elevati rispetto alla categoria BB.