Area Euro, occhio all’ottimismo sulla ripresa
Nel corso dell’ultimo anno la fiducia economica di imprese e famiglie dell’area euro è salita costantemente, fino ad arrivare a livelli in linea a una crescita tra l’1,5% e il 2% circa.
di Redazione Soldionline 17 set 2015 ore 10:40A cura di Hans Bevers, Senior Economist, Petercam
Nel corso dell’ultimo anno la fiducia economica di imprese e famiglie dell’area euro è salita costantemente, fino ad arrivare a livelli in linea a una crescita tra l’1,5% e il 2% circa. Alcuni operatori sono giunti alla conclusione che l’economia dell’Eurozona sia tornata in carreggiata e che presto seguirà il passo dalla locomotiva statunitense. Pur riconoscendo gli ultimi progressi registrati, vogliamo mettere in guardia da un ottimismo eccessivo, sottolineando che l'economia è ancora fragile sia a livello ciclico che strutturale.
Diversi fattori, comprese le misure di stimolo della Banca Centrale Europea (BCE) che hanno portato a tassi d’interesse più bassi e a un deprezzamento dell’euro, la riduzione degli sforzi di austerità di bilancio e i prezzi del petrolio più bassi, stanno guidando una ripresa ciclica. Inoltre, la crescita del credito è di nuovo in territorio positivo, per la prima volta dalla fine del 2011, e gli indicatori di fiducia delle imprese e delle famiglie hanno reagito bene nel complesso. Ciò risulta incoraggiante dopo anni di stagnazione. Detto ciò, la ripresa è irregolare e sembra destinata a dimostrarsi fragile, una volta che scompariranno gli elementi favorevoli temporanei.
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In seguito all’accordo raggiunto il 12 luglio tra la Grecia e i creditori e dopo la sua approvazione da parte di diversi parlamenti europei, i negoziati hanno portato a un terzo programma di salvataggio. Sebbene non fosse una previsione scontata, il nostro scenario base di un accordo all’ultimo minuto si è dimostrato corretto. D’altro canto, i rischi di attuazione sono elevati, quindi un’uscita della Grecia dall’Unione monetaria è ancora molto plausibile.
Fino al discorso sul “whatever it takes” di Draghi, nell’estate del 2012, i leader europei si son sempre trovati a rincorrere le crisi, invece di anticiparle. Secondo alcuni, questo è l’unico miglioramento visto finora. A nostro avviso, non sarebbe giusto trascurare altre aree in cui si son fatti progressi. Certo è, tuttavia, che servono molti più sforzi volti a creare un’unione politica e di bilancio. Nonostante un consenso abbastanza ampio tra gli economisti sull’assoluta importanza di far ciò, per tenere in vita l’unione monetaria nel lungo termine, sarebbe ingenuo aspettarsi grandi passi in avanti, o forse anche semplicemente un passo in avanti, su questo tema, nel futuro prevedibile.