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Anche i nostri portafogli andranno di male in peggio?

Perché più Draghi alza i toni della preoccupazione e della negatività, più tendono all’ottimismo i commenti dei gestori dei fondi comuni di investimento?

di Valter Buffo 2 ago 2019 ore 09:51

Commento giornaliero di recce-d.com

 

errori-investimentoDue universi paralleli, e non collegati fra loro: è una osservazione che avete già letto, e che numerosi tra i lettori avranno già fatta propria. Ed al tempo stesso, non può che suscitare ogni volta una sorpresa maggiore: perché più Draghi alza i toni della preoccupazione e della negatività, più tendono all’ottimismo i commenti dei gestori dei fondi comuni di investimento, che suggeriscono sempre al cliente investitore di spostarsi sui titoli più rischiosi e persino di puntare sull’euro più forte (ma perché poi?).

Preoccupazioni, dubbi, incognite sul futuro? Zero: anzi, se Draghi dice “worse and worse”, la cosa viene definita “una buona notizia”. Due mondi tra loro separati e distanti? Oppure forse gli uni non comprendono bene ciò che dicono gli altri? Oppure, fa comodo ad entrambe le parti questa recita surreale sul modello di certi testi teatrali di Ionesco? Rileggete insieme a noi un campione, che abbiamo selezionato, dei commenti di alcune importanti case di gestione di fondi comuni, pubblicati sulla stampa italiana venerdì scorso, dopo che Draghi aveva detto che in Eurozona le cose vanno “worse and worse”.

 

In termini di asset allocation, "senza pressioni inflazionistiche e una crescita intorno o al di sotto del potenziale, le banche centrali possono concentrarsi sul sostegno ad un’ulteriore espansione economica attraverso tagli dei tassi ed espansione di bilancio. È probabile che tale azione continuerà a sostenere i mercati, in quanto ridurrà il rischio di recessione mantenendo al contempo bassa la volatilità. Rimaniamo long sugli asset orientati alla crescita, ma con coperture e privilegiamo strategie di carry nel credito e nel valutario", sottolinea Gatto.

 

Dopo la Bce Blackrock ha affermato che i suoi portafogli "restano sovrappesati sui titoli di Stato di Francia e Italia e sottopesati sul Bund. Abbiamo che posizioni su alcuni corporate bond europei e siamo corti di euro", rivela Marilyn Watson, head of global fundamental fixed income strategy di Blackrock. Anche BofA Merrill Lynch afferma che "l'esposizione nelle obbligazioni dei Paesi core (come la Germania, ndr) resta di sottopeso, al contrario di quelli della periferia".

 

L'attenzione degli investitori è alta proprio sul fronte dei titoli di Stato italiani che sono reduci da un rally innescato dallo stesso Draghi nel meeting di Sintra di metà giugno in cui aveva detto di essere pronto a ulteriori misure di stimolo. Secondo Andreas Billmeier, sovereign research analyst di Western Asset (Legg Mason), il differenziale con i titoli tedeschi tornerà a scendere: "dal punto di vista dei mercati, crediamo che la compressione degli spread tra paesi core e periferici in Europa dovrebbe continuare".

 

"L’unico reale cambiamento è stato il lieve aggiustamento della forward guidance sui tassi di interesse", fa eco Azad Zangana, senior european economist e strategist di Schroders. In passato, la guidance della Bce ha suggerito che i tassi di interesse sarebbero rimasti ai livelli attuali almeno fino alla metà del prossimo anno. L’ultima guidance ha aggiunto la possibilità di tassi di interessi più bassi nel corso di questo periodo, "una forte indicazione che potremmo assistere anche a un taglio del tasso di deposito", aggiunge Zangana. "Di conseguenza, a meno che non si registri un netto rialzo dell’inflazione o qualcosa suggerisca un’imminente accelerata dell’inflazione, un’impennata dei prezzi del petrolio o un forte deprezzamento dell’euro, è molto probabile che la Bce intervenga con altri stimoli", prevede Zangana.

 

"Continuiamo a prevedere un indebolimento del dollaro perché in generale lo riteniamo sopravvalutato del 10%", affermano gli analisti di BofA Merrill Lynch. E mentre il mercato continua a dibattere se la Fed il 31 luglio taglierà i tassi di 25 o 50 punti base, l'investment bank Usa conferma la sua visione di una riduzione di 25 punti, più altri due tagli della stessa entità entro la fine di quest'anno e prevede che il decennale Usa rimanga con un rendimento del 2% da qui a dicembre. "Restiamo con una visione costruttiva sul cambio euro-dollaro. La nostra stima di 1,17 a fine 2019 si basa su un rapporto di equilibrio che secondo noi è tra 1,2 e 1,25. La previsione di 1,17 prevede nessuna trade war tra Usa e Cina, l'assenza di una Brexit senza accordo, nessuna crisi fiscale in Italia e una graduale ripresa dei dati macroeconomici della zona euro. Non ci aspettiamo inoltre, alcun Qe della Bce e riteniamo che tagli i tassi di 20 punti base a settembre, ma questo è già scontato", spiegano da BofA Merrill Lynch.

 

 

Nel daily dedicato ai clienti, The Morning Brief, di oggi 2 agosto 2019, abbiamo trattato i seguenti temi:

  1. La parte più significativa della stagione USA delle trimestrali è dietro le spalle
  2. Oggi dagli Stati Uniti i dati per l’occupazione e i salari
  3. La riunione della Federal Reserve ha aperto una fase del tutto nuova e carica di incognite
  4. SEZIONE L'OPERATIVITA': questa settimana sul piano operativo ci occupiamo di titoli del settore Tech USA
  5. SEZIONE L'ANALISI: il tema della nostra Analisi sarà questa il Regno Unito ed il nuovo Primo Ministro, Boris Johnson

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