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Analisi dei rischi per il portafoglio obbligazionario

Il fatto cruciale del mese di agosto 2016? Forse deve ancora venire, visto che lo yen si mantiene a quota 100 contro dollaro USA: e qualche cosa, a quel proposito, la Bank of Japan sarà costretta a fare

di Redazione Soldionline 19 ago 2016 ore 09:50

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I contributi di Recce’d per SoldiOnline, fino alla settimana finale del mese di agosto, saranno legati ai temi di attualità, e non avranno una cadenza regolare. Il formato quotidiano riprenderà alla fine del mese di agosto. Manterrà invece la cadenza quotidiano il nostro The Morning Brief, dedicato ai Clienti, e proseguirà l’attività sul nostro Blog.

Il fatto cruciale del mese di agosto 2016? Forse deve ancora venire, visto che lo yen si mantiene a quota 100 contro dollaro USA: e qualche cosa, a quel proposito, la Bank of Japan sarà costretta a fare. In attesa di Kuroda, se si deve proprio scegliere la cosa più importante (tra petrolio in recupero e massimi di ogni tempo di Wall Street) Recce’d sceglierebbe quello che sta succedendo nel mondo dei tassi e delle obbligazioni. Prima abbiamo letto che il Giappone ha intenzione di alzare più in alto l’obbiettivo ufficiale per l’inflazione. Poi lunedì 15 anche dagli Stati uniti arriva la richiesta di un target, di un obbiettivo ufficiale per l’inflazione più elevato dell’attuale 2%. Che cosa vogliono dire, in pratica, annunci come questi? E’ semplice: che i Banchieri centrali chiedono ai mercati di tenere conto (già da oggi, da subito) del fatto che loro, i Banchieri Centrali, in futuro saranno più accomodanti, più tolleranti verso l’inflazione. Stanno parlando di una svolta storica, la più importante da quella di Volcker ad inizio Anni Ottanta, almeno trent’anni: molto più importante del QE. Nell’immediato, questi annunci hanno colpito soprattutto il dollaro USA, il cui indice proprio ieri ha toccato il punto minimo degli ultimi tre mesi. Ma a nostro avviso la debolezza del dollaro USA non durerà a lungo: una conferma in questo senso è arrivata dai Verbali dell’ultima riunione, pubblicati mercoledì, dove abbiamo scoperto che due membri del Board hanno spinto per un aumento dei tassi già lo scorso luglio. Risultato quindi più chiare le dichiarazioni di William Dudley, arrivate 24 ore prima dei Verbali, nelle quali si diceva quanto qui sotto riportato dal Wall Street Journal:

“We’re edging closer towards the point in time where it will be appropriate, I think, to raise interest rates further,”. Asked whether the FOMC could vote to raise the benchmark rate at its next meeting Sept. 20-21, Dudley said, “I think it’s possible.” Investors expect about one rate hike between now and the end of next year, according to federal funds futures contracts, and they marked up probabilities only slightly on Tuesday. Dudley said such estimates are “too low” and that “the market is complacent about the need for gradually snugging up short-term interest rates over the next year or so.” “We are looking for growth in the second half of the year that will be stronger than the first half. I think the labor market is going to continue to tighten, and in that environment I think we are getting closer to the day where we are going to have to snug up interest rates a little bit.”

A che cosa si riferiscono, le parole di Dudley, quando dice che i mercati oggi sono “compiacenti”? Soltanto alle attese per i tassi ufficiali (primo grafico sotto)? Non è così, a nostro parere. Dudley si riferiva al fatto che i prezzi di mercato, oggi, nel comparto delle obbligazioni non esprimono alcun “premio per il rischio”: questo è il risultato della “caccia ai rendimenti” nella quale gli investitori sono stati trascinati da gestori di GPM e di Fondi Comuni poco attenti ai rischi. Investire come se le obbligazioni non avessero alcuno spazio di ribasso è sbagliato: specie nell’attuale contesto, nel quale i prezzi delle obbligazioni a scadenze lunghe e lunghissime sono sui massimi di ogni tempo (primo grafico sotto) e proprio per questo potrebbero rapidamente ripercorrere la strada in senso inverso. Sarebbero sufficienti piccole variazioni di rendimento per determinare minusvalenze sui prezzi nell’ordine del 10-20%.
 

CONCLUSIONE  Recce’d ritiene utile ricordare agli investitori, ed in particolare agli investitori in obbligazioni, che la valutazione dei rischi è importante quanto la valutazione dei rendimenti potenziali dei vostri investimenti. Essere investiti attraverso GPM oppure quote di Fondi Comuni non vi mette al riparo dai rischi di un cambiamento nello scenario di mercato.

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