Adesso siamo tutti più poveri?
È vero che i ribassi di Borsa ci rendono tutti meno ricchi? È mai stata vera ricchezza? Lo è anche una plusvalenza potenziale non realizzata vendendo un'azione?
di Valter Buffo 29 ott 2018 ore 10:24Commento giornaliero di recce-d.com
Per una volta, Recce’d lascia la sua linea tradizionale e scrive di lunghissimo termine: non lo facciamo mai, e francamente giudichiamo inutili le analisi di chi scrive “per i prossimi dieci anni...”. Nessuno può più scrivere dei prossimi dieci anni, perché le cose cambiano troppo rapidamente.
Ma anche qui come ovunque c’è qualche eccezione, ed oggi proviamo a farvene vedere una concreta. Per quasi un decennio, ci siamo sentiti tutti raccontare che se si fanno salire i valori degli asset finanziari, ovvero della Borsa e delle obbligazioni, poi le cose per l’economia migliorano. Lo diceva Bernanke, lo diceva poi Draghi, ed infine lo ha detto Trump.
Purtroppo era falso, anzi è stato un grave errore di politica economica, che ha danneggiato, come vedrete a breve l’interesse economico generale. Restiamo però all’attualità: va di moda scrivere sui giornali e dire in televisione che il calo delle Borse ha “distrutto ricchezza per 7 mila miliardi (lo vedete scritto, ad esempio sotto nel primo grafico): vediamo di spiegare perché questa affermazione non è precisa e genera confusione.
Gli investitori che leggono, sul loro estratto contro, il prezzo di Apple a 220 dollari e pensano di essere più ricchi devono vendere subito quel titolo, e tutti gli altri che sono saliti: mettendosi in tasca il denaro, allora saranno davvero più ricchi.
A livello di interesse generale, però, non funziona così: l’insieme del pubblico dei risparmiatori non è più ricco, se i prezzi di Borsa salgono, o meglio lo è unicamente nel caso in cui l’aumento dei prezzi corrisponde in effetti ad un concreto miglioramento delle prospettive per gli utili nei seguenti 10 oppure 20 anni.
Se non è così, e se i prezzi salgono solo perché sono spinti verso l’alto, e se restano alti soltanto fino al momento in cui nessuno vende, allora i prezzi di Borsa diventano scollegati dalla realtà ed alla prima occasione tutti insieme correranno a vendere, rendendosi conto i quel momento che dall’altra parte non c’è più nessuno che compera. In quel momento, gli investitori si renderanno conto che la loro ricchezza non è mai davvero esistita.
Fonte: Bloomberg
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 29 ottobre 2018, abbiamo trattato i seguenti temi:
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