Addio euro? Addio Europa? Se lo chiede Unicredit...
Oggi non scriviamo nulla di nostro ma proponiamo ai lettori una notizia che i grandi media non hanno minimamente evidenziato
di LombardReport .com 2 feb 2017 ore 14:14A cura di Lorenzo Raffo
Oggi non scriviamo nulla di nostro ma proponiamo ai lettori una notizia che i grandi media non hanno minimamente evidenziato. E’ stata pubblicata dall’agenzia “Il Nord” e da pochi quotidiani minori (secondo quanto risulta a noi): riprende i timori di Unicredit riguardo a euro ed Europa. La riproponiamo tale e quale, perché se anche la metà di ciò che è stato ipotizzato dalla banca di Piazza Gae Aulenti si concretizzasse le prospettive per chi investe sarebbero semplicemente terrificanti. Ecco allora cosa si può leggere in un documento allegato alle valutazioni sull’aumento di capitale in corso da parte dello stesso istituto.
"La possibile uscita del Regno Unito dall'Unione Europea - riporta il documento - nonché la potenziale uscita della Scozia, del Galles o dell'Irlanda del Nord dal Regno Unito, la possibilità che altri Paesi dell'Ue possano indire referendum analoghi a quello tenutosi nel Regno Unito e/o mettere in discussione la loro adesione all'Unione Europea e la possibilità che uno o più Paesi, che hanno adottato l'euro come moneta nazionale, decidano, sul lungo periodo, di adottare una moneta alternativa o periodi prolungati di incertezza collegati a tali eventualità, potrebbero comportare significativi impatti negativi sui mercati internazionali".
Tra questi, avverte ancora la banca,
"ulteriori ribassi degli indici di Borsa, una diminuzione del valore della sterlina, un incremento degli scambi tra sterlina ed euro e/o conseguenze negative sull'attività, sui risultati operativi e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria dell'emittente e/o del gruppo".
Continua Unicredit
"In aggiunta a quanto sopra e in considerazione del fatto che alla data del documento di registrazione non esiste alcuna procedura legale o prassi volta ad agevolare l'uscita di uno Stato membro dell'euro, le conseguenze derivanti da tali decisioni sono acuite dall'incertezza in merito alle modalità con cui un eventuale Stato membro uscente possa gestire le proprie attività e passività correnti denominate in euro e il tasso di cambio tra la valuta di nuova adozione rispetto all'euro".
Sottolinea Unicredit
"Una disgregazione dell'area euro potrebbe essere accompagnata dal deterioramento del contesto economico e finanziario nell'Unione Europea e potrebbe avere un effetto negativo rilevante sull'intero settore finanziario, creando nuove difficoltà nella concessione di prestiti sovrani e alle imprese e comportando notevoli alterazioni delle attività finanziarie sia a livello di mercato sia a livello retail".
Non è la prima volta che nei prospetti di Unicredit, che è una banca con rilevanti attività all'estero, si trovano avvisi sul rischio di una disgregazione dell'Eurozona: era già successo in occasione di un altro aumento di capitale, alla fine del 2011, l'anno che vide la fine del governo Berlusconi. E infatti, nel 2011 le previsioni di Unicredit sebbene non centrarono l'uscita dell'Italia dall'euro, certamente precedettero una tempesta finanziaria in Italia e in tutta l'Eurozona che da allora è addirittura peggiorata.
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A sei anni di distanza dal 2011, quando sembrava che l'euro fosse realmente a rischio con l'impazzare della crisi del debito sovrano, le avvertenze confermano che resta una moneta dal futuro molto incerto per gli investitori: non è mai accaduto che un prospetto d'analisi di una grande banca sistemica presente in più nazioni, qual è Unicredit, abbia riportato, per esempio, avvertimenti del medesimo tenore riferiti al dollaro Usa.
Che dire? Il silenzio con cui messaggi di questo tipo sono circondati dai grandi media non è certamente una prova di trasparenza. Le previsioni di Unicredit sono troppo pessimistiche? Sul tema si può aprire un dibattito, nonché una valutazione sulle strade da seguire per chi investe i propri risparmi.
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