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9 anni dopo i minimi: materie prime meno care

Le materie prime NON hanno seguito i mercati finanziari nella rincorsa verso nuovi massimi, in questi anni. L'oro è stato portato proprio dalla Grande Crisi Finanziaria fino a 1800 dollari nel 2011, livello dove è rimasto per circa due anni

di Valter Buffo 14 mar 2018 ore 09:00

Commento giornaliero di www.recce-d.com

 

Per l’intera settimana, Recce’d “celebrerà” con i suoi interventi su SoldiOnline.it i nove anni trascorsi dai minimi dell’indice S&P 500, fatti segnare il 9 marzo 2009 a 666 punti. Nei due primi giorni della settimana, ci siamo dedicati al rapporto tra la crescita di valore negli asset finanziari e la crescita delle economie sottostanti. Forse il punto dove le due realtà (economia e finanza) si toccano sono le materie prime a cui ci dedichiamo oggi. Nel primo dei due grafici qui sotto, viene raccontata la storia dell’indice Goldman Sachs per le materie prime, dal 2009 ad oggi: come vedete chiaramente (la scala del grafico è logaritmica) l’indice durante la crisi scese da 900 a 300 punti, perdendo quindi il 65%; dopo di che, il recupero arrivò nel 2011 fino a 750 punti, senza fare segnare nuovi massimi, e da allora l’indice oscilla tra quel livello ed i minimi del 2009, che sono stati toccati di nuovo nel 2016. Come vedete, quindi, le materie prime NON hanno seguito i mercati finanziari nella rincorsa verso nuovi massimi, in questi anni. Vi proponiamo di accostare a queste considerazioni anche quelle che si ricavano dal grafico più in basso, dove vedete il prezzo dell’oro: dai minimi del 2008 (700 dollari per oncia) è stato portato proprio dalla Grande Crisi Finanziaria fino a 1800 dollari nel 2011, livello dove è rimasto per circa due anni. Dopo di che, il prezzo dell’oro è sceso nel range tra 100 dollari e 1400 dollari dove si trova oggi. Ci sono un grande numero di considerazioni che varrebbe la pensa di fare, sul comportamento di questi due indici: per ragioni di spazio, ci limiteremo a sottolineare il ruolo della Cina.

Slower economic growth in China is a concern to commodity producers and exporters worldwide, especially since that country uses 40 percent to 50 percent of global production of many mineral and agricultural products, according to data from the National Bureau of Statistics of China. In fact, the ups and downs of the commodities market since 2001 can be tied to China's decision to join the World Trade Organization at the end of that year. Although big miners of copper, coal and other raw materials collectively undertook new projects that cost $1 trillion in total to take advantage of demand from China, many producers failed to realize that China was not adding much to net global demand for commodities but rather absorbing more of the global total as manufacturing shifted there and to other developing countries from North America and Europe. That became apparent during the recession that followed the financial crisis, when commodity prices collapsed. That left many commodity producers in sore shape with threatened bankruptcies. Capital spending budgets were axed, dividends were slashed or eliminated, and mines were mothballed. Prices have recovered from their lows, but the Thomson Reuters/Core Commodity CRB Index remains below its October 2000 level. Adjusted for producer price inflation, that index is down 31 percent over the 17-plus intervening years.

 

indice-goldman-sachs-materie-prime-2009-a-oggi

 

 

prezzo-dell-oro-minimi-del-2008

Fonte: CFR

 

 
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 14 marzo 2018, abbiamo trattato i seguenti temi:

  1.     Oggi il dato USA per le vendite al dettaglio potrà smentire o confermare il segnale arrivato venerdì scorso dagli occupati NFP
  2.     Ieri, il dato per l’inflazione USA non ha modificato le attese sul mercato
  3.     Salta anche Tillerson: alla Casa Bianca il clima resta frenetico
  4.     SEZIONE L'OPERATIVITA'    questa settimana sul piano operativo ci occupiamo degli utili societari nel 2018
  5.     SEZIONE L'ANALISI    il tema della nostra Analisi sarà la crescita economica nel 2018

 

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