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Il Palladio sarà “l’oro” del prossimo decennio?

Il palladio rientra nella categoria dei metalli preziosi, in particolare i PGM (Platinum Group Metals: platino, palladio, rodio, iridio, osmio e rutenio) ovvero i metalli correlati al platino.

di Redazione Soldionline 6 nov 2012 ore 11:43

Articolo a cura di JCAssociati.it

Il palladio rientra nella categoria dei metalli preziosi, in particolare i PGM (Platinum Group Metals: platino, palladio, rodio, iridio, osmio e rutenio) ovvero i metalli correlati al platino.
La produzione mondiale di palladio è per l’80% concentrata in Russia e Sud Africa e nel 2011 è stata complessivamente circa 7,36 milioni di once, che corrispondono a circa 208.6 tonnellate (Fonte Johnson Matthey).

Prima di introdurre la nostra nota, facciamo due premesse.
La prima è che l’oro che costa quasi il triplo del palladio in termini di oncia, ha avuto nel 2011 una produzione di circa 2700 tonnellate (Fonte USGS). Quindi come dire che  oltre a costare quasi tre volte il palladio a parità di peso, l’oro ha una produzione annua più grande di oltre 10 volte.
Fino a qui nulla di nuovo, se non consideriamo che dei 7,36 milioni di once di palladio prodotte nel 2011, 6,03 sono state utilizzate per la produzione di marmitte catalitiche, quasi l’80% della produzione totale.

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Fonte Bloomberg: prezzo del palladio dal 1993

Il rapporto tra palladio estratto annualmente e consumi del settore automobilistico sono la ragione della nostra nota, in quanto riteniamo che ci siano le condizioni per un possibile strutturale shortage della commodity nei prossimi anni.
La quantità domandata “solo” dal settore automotive dovrebbe infatti a breve superare l’offerta, senza considerare che sebbene in percentuali contenute, esiste una domanda di palladio anche da altre fonti (elettronica, chimico e gioielleria).
A ciò si deve aggiungere la componente finanziaria degli ETF, anzi degli ETC, che non è affatto banale. Nel momento in cui un investitore acquista un ETC che investe su una commodity fisica, la quota parte viene infatti ritirata dal mercato. Nel 2011 gli investitori finanziari hanno mediamente disinvestito e la quantità disponibile di palladio disponibile è perciò aumentata (gli asset under management degli ETC e degli strumenti assimilabili che investono sul palladio sono infatti diminuiti). Ma se dovesse accadere il contrario, potrebbe aumentare lo sbilancio latente tra domanda e offerta.


Oggetto della presente nota è un’analisi sul palladio, in particolare sul suo utilizzo nel settore automotive, elaborata dalla società Stillwater Mining, il principale produttore nordamericano di platino e palladio.
http://www.stillwatermining.com/market/fundamentals-2012.html

La nota ripercorre, dal punto di vista di un rilevante produttore mondiale sia di platino che di palladio, la storia dell’impiego dei due metalli da parte dell’industria automobilistica. Spiega con dettagli tecnici perché in alcune fasi un metallo sia stato preferito all’altro, anche tenendo conto delle implicazioni finanziarie.
La sintesi della nota è che per i motori a benzina (77% del totale) il palladio potrà sostituire completamente il platino. E dal momento in cui costa meno della metà, riteniamo che la sostituzione possa avvenire abbastanza rapidamente.
Per i motori diesel (19% del totale) le cui emissioni sono a temperature più basse rispetto ai motori a benzina, la sostituzione totale non è al momento possibile, ma comunque ci sarà in futuro un maggiore utilizzo di palladio.

platino-palladio
Fonte Bloomberg: ratio platino/palladio dal 1993

Tornando invece all’analisi su platino e palladio di Johnson Mattey,
http://www.platinum.matthey.com/uploaded_files/PT_2012/platinum_2012_publication.pdf
emerge che nel 2011 il consumo totale di platino nell’industria automobilistica è stato di circa 3,11 milioni di once. Dal momento in cui una congrua parte di questo consumo si trasferirà sul palladio e dal momento in cui l’industria automobilistica pur in un contesto semi-recessivo è comunque stimata in crescita nei prossimi anni, il consumo di palladio dovrà necessariamente aumentare.

Il lavoro dell’analista è quello di mettere insieme i pezzi, esattamente come un mosaico.
in questo contesto partiamo dalla domanda e dall’offerta di palladio e, prendendo spunto dalla nota di Stillwater Mining sui fondamentali del palladio, arriviamo alla conclusione che nei prossimi anni la domanda sarà costantemente superiore all’offerta.
In più dobbiamo considerare che per motivi geologici estrarre il palladio (esattamente come il platino) sta diventando sempre più oneroso e che ci sono dubbi sulla congruità delle riserve della Russia, che ogni anno dal 2001 vengono in percentuali sempre minori immesse sul mercato. Nel 2011 questa componente ha pesato per 775mila once, il livello più basso degli ultimi cinque anni.
Johnson Mattey stima che nel 2012 saranno circa 250mila once.

Concludendo, il palladio potrebbe diventare nei prossimi anni una materia prima caratterizzata da ampie speculazioni.
Da un lato in quanto necessaria per la riduzione delle emissioni nel settore automobilistico (l’industria è in costante ricerca di sostituti meno onerosi ma le proprietà chimiche del palladio sono uniche e per ora non sostituibili), dall’altro perché l’offerta è di difficile espansione.
La nota di Stillwater che consigliamo di leggere attentamente, ci illustra come nei prossimi anni il palladio tenderà a sostituire il platino. Calcolando la sua produzione totale e quanto presumibilmente richiederà il settore automobilistico (senza contare la domanda delle altre industrie, gli investitori finanziari ed eventuali nuovi scioperi in Sud Africa), è probabile che ci saranno ampi squilibri tra domanda e offerta, con un probabile impatto positivo sul prezzo di mercato del palladio.


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