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Fiat e General Motors sotto i riflettori

Marchionne è protagonista di una serie di iniziative in cui è difficile raccapezzarsi, poiché, dopo aver concluso l’alleanza con Chrysler, sta cercando di portare a casa pezzi dell’impero decaduto di General Motors, in particolare le controllate europee e quelle latino-americane.

di Redazione Soldionline 8 mag 2009 ore 14:14
A cura di Nicola Pegoraro

Titoli di stato


Dopo gli inglesi ed i tedeschi, questa volta è toccato anche agli statunitensi provare l’ebbrezza di un’asta di obbligazioni governative in cui gli acquirenti si sono fatti attendere. Giovedì 7 maggio, il Tesoro USA ha dovuto faticare parecchio per collocare una tranche di titoli trentennali; e dire che si trattava di una emissione relativamente piccola, da 14 miliardi di dollari. Il tasso offerto è stato nettamente superiore alle attese (quasi 20 centesimi di più che ad inizio giornata), con un perdita di prezzo sui titoli vicini alla scadenza trentennale che erano già in circolazione  aggirantesi sui 2,5 punti percentuali. Non si può certo dire che gli investitori siano entusiasti di acquistare titoli a lungo termine a questi tassi, che vengono evidentemente percepiti come relativamente ridotti. Completamente diversa l’accoglienza che viene riservata negli ultimi giorni alle emissioni societarie a breve e media scadenza, una merce che fondi e banche si stanno letteralmente strappando di mano (vedi il paragrafo seguente).
Nell’area Euro, la notizia della settimana è il taglio del tasso di riferimento all’1% deciso dalla Banca Centrale Europea (dall’1,25%). La decisione era comunque attesa da tutti: pensate che 53 economisti su 53 interpellati da Bloomberg avevano previsto il taglio.
Sul piano dei premi per il rischio all’interno dell’Eurozona, la settimana è stata estremamente positiva per il debito dei paesi cosiddetti “periferici” (come Italia, Spagna e Grecia per esempio). Il differenziale di rendimento che i nostri BTP devono offrire in più rispetto ai loro omologhi tedeschi è sceso a 80 centesimi di punto (era culminato oltre quota 150 ad inizio marzo). Stesso trend anche per i  bond greci che ora rendono “solo” 1,85 punti in più rispetto ai teutonici Bund (il premio era di oltre 3 punti solo due mesi fa).

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Il fenomeno è così pronunciato che, mentre il rendimento dei decennali tedeschi sta lentamente risalendo (vedi la linea blu nel grafico qui sopra), i tassi sui titoli greci ed italiani sono in netto calo (infatti potete vedere come il premio di rendimento-linea gialla e linea rosa- scenda molto di più di quanto non salga il rendimento dei bund tedeschi).

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Corporate

Se non c’è molto entusiasmo per le aste di titoli di stato, specie quelle dei paesi che offrono tassi di interesse più bassi (come Inghilterra, Germania e USA), non si può certo dire lo stesso per i recenti collocamenti di obbligazioni societarie. Richieste superiori di 7 o addirittura 10 volte le disponibilità sono ormai la norma da alcune settimane. Cedole abbondanti e ripresa alle porte (almeno così pensa la maggioranza del mercato) rendono le emissioni di questi giorni molto interessanti. Non è facile parlare di tutti i collocamenti, in quanto sono numerosi e di una certa rilevanza. Dovendo scegliere, vale la pena di esaminare i piazzamenti di Shell, Sanofi, Volkswagen, RCI Banque (gruppo Renault) e Banque PSA (Gruppo Peugeot- Citroen). La multinazionale del petrolio Shell (rating Aa1/AA+, quasi il massimo possibile) ha facilmente collocato 5 miliardi Eur a 4 e 9 anni ad un costo limitato: le cedole sono pari, rispettivamente al 3 e al 4,375%. In termini di rendimento, il premio sui titoli di stato tedeschi è dello 0,8 (4 anni) e dell’1,2% (9 anni), solo poco di più del rendimento offerto da un nostro BTP.
Sanofi-Aventis (rating A1/AA) , leader nel settore farmaceutico, coi suoi 3 mld di nuovi titoli, offre rendimenti di poco superiori a quelli di Shell sulle scadenze scelte, a 4 e 7 anni. In termini di premio di rendimento sui governativi tedeschi, questo si traduce in valori di 1,3 e 1,7%, rispettivamente.
Per le emissioni di Volkswagen, Peugeot e Renault, vale la pena di mostrare un tabella di confronto.

Emittente

Rating

Cedola

Scadenza

Premio di remunerazione sui governativi tedeschi

Importo emesso
(in mil Eur)

Taglio minimo

Volkswagen

A3/A-

3,75%

15/5/2010

2,7%

1750

1000 Eur

Volkswagen

A3/A-

5,375%

15/11/2013

3,1%

1250

1000 Eur

Banque PSA (peugeot)

A3/BBB

6,375%

16/11/2010

5,4%

750

50000 Eur

RCI Banque (Renault)

A3/BBB

8,125%

15/5/2012

6,5%

750

1000 Eur



High Yield

Ancora una volta, sono le vicende di Fiat e General Motors a dominare il comparto ad alto rendimento. Ricordo che Chrysler non aveva bond importanti in circolazione, essendosi finanziata quasi esclusivamente tramite il canale bancario. Marchionne, l’A.D. di Fiat, è protagonista di una serie di iniziative in cui è difficile raccapezzarsi, poiché, dopo aver concluso l’alleanza con Chrysler, sta cercando di portare a casa pezzi dell’impero decaduto di General Motors, in particolare le controllate europee e quelle latino-americane. Ma siccome il momento è estremamente difficile per i gruppi dell’auto e i soldi in circolazione sono pochi e disponibili solo a caro prezzo, la caratteristica di queste trattative è che nessuno vuol tirare fuori un soldo e si tratta continuamente di scambi azionari. Sembra, ad esempio, che GM, per cedere le sue controllate, potrebbe ricevere azioni Fiat, diventandone uno dei maggiori azionisti (i rumours danno livelli compresi tra il 10%, offerto da Marchionne ed il 30%, richiesto da GM).

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Quello che è certo, comunque, è che si profila un epilogo amaro per gli obbligazionisti di General Motors (che, in Euro, ha collocato due bond per complessivi 2,5 miliardi, scadenti nel 2013 e nel 2033). I prezzi sui titoli in dollari ed in Euro sono ormai compresi tra il 5 e l’8% del nominale. Ancora un caso in cui si privilegiano occupazione e continuità aziendale, rispetto ai diritti patrimoniali.

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Emergenti

Il boom delle borse emergenti sta assumendo dimensioni notevoli, con alcune borse come Mosca, San Paolo e Shanghai in rialzo di oltre il 35% da inizio anno. L’entusiasmo sta contagiando anche il mercato del debito con il premio per il rischio sulle obbligazioni dei paesi emergenti in netta riduzione rispetto ai picchi riscontrati a fine 2008 e ad inizio 2009. Qui sotto trovate il grafico del differenziale di rendimento medio rispetto ai titoli del tesoro USA.

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Si dice in giro che il ritorno di condizioni più “normali” potrebbe spingere qualche paese a rifiutare i finanziamenti del Fondo Monetario ed a cercare capitali sul mercato. In particolare, si fa il nome della Turchia, che da tempo sta lottando per attenuare le richieste di tagli alla spesa pubblica avanzate dai dirigenti del Fondo; tagli che, dal Fondo, vengono considerati pre-condizioni per la concessione dei prestiti.

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