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L’oro a terra, dimenticato anche nelle crisi di Borsa (Plus - Il Sole24Ore)

di Mauro Introzzi 3 ago 2015 ore 06:55 Le news sul tuo Smartphone

oro2_2L'inserto settimanale del quotidiano economico analizza le performance dell'oro in questi ultimi mesi. Nelle ultime settimane le quotazioni del metallo giallo sono scese sotto la soglia dei 1.100 dollari l’oncia per la prima volta in 5 anni. Dal massimo del settembre 2011 la perdita complessiva supera di poco il 40% e per gli investitori europei è stata fortunatamente in gran parte attenuata dal rafforzamento del dollaro. Nonostante i fattori di tensione non siano mancati anche nel recente passato – dall’Ucraina alla Grecia passando per il Medio Oriente – l’oro non ha mai dato reazioni significative negli ultimi anni, eccetto qualche sporadico rimbalzo. E le previsioni restano prudenti: il consensus degli analisti prevede un minimo nel terzo trimestre di quest’anno per poi avviare una lenta risalita.
Per far tornare in auge il metallo giallo servirebbe almeno la concomitanza di un paio di fattori: nuovi rischi sistemici accompagnati da una netta flessione sull’equity. A quel punto gli investimenti si dovrebbero spostarsi sul metallo giallo riportando in evidenza la natura di bene rifugio. Un’altra variabile chiave è quella dell’inflazione. Curiosamente il rendimento del bond governativo decennale Usa ha oggi livelli simili (circa il 2,2%) di quando l’oro registrò il massimo storico nell'autunno del 2011. Ma all’epoca l’inflazione era sopra il 3%, mentre oggi è praticamente scomparsa.

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