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No news dalla Bce e l’euro respira

Diremmo che il primo round di questa “due giorni” caldi dei mercati finanziari è andato. Ed è andato tutto sommato in linea con le aspettative, sia da un punto di vista di contenuti espressi che di reazioni dei prezzi agli stessi.

di Redazione Soldionline 5 dic 2014 ore 09:33

A cura di FXCM

La Banca Centrale Europea ha naturalmente lasciato il corridoio dei tassi invariato (-0,2%, +0,05%, e +0,3), ma ben più di interesse è stata la Press Conference di Mario Draghi per il tema sul piatto di natura cruciale: il Quantitative Easing Europeo. Ieri riportavamo: “Bene, avrete capito che la partita di questo pomeriggio si giocherà proprio su questo tema e che sarà proprio ogni riferimento adesso a scuotere in  maniera significativa i mercati. Lo statement introduttivo, laddove verranno fornite stime su inflazione e crescita, potrebbe dunque già essere rivelatore di quanto seguirà e quindi già foriero di potenziale alta volatilità; se al suo interno dovesse essere poi direttamente esplicitato il QE, c’è sostanziale motivo di ritenere che il mercato potrebbe subito reagire nel senso di pesanti vendite di euro, tanto più se il tema verrà reiterato dallo stesso governatore all’interno del Q&A che segue alla lettura dello statement. Un elemento  non di poco conto in questo senso è quello relativo al crollo del prezzo del petrolio che può ancora dunque ancorare al ribasso le aspettative di inflazione ma nel contempo consentire un minor costo delle importazioni; Draghi verosimilmente ne farà cenno, e potrà rivelarsi importante capire se in accezione positiva o negativa. Da controaltare, va precisato che se il tema QE dovesse essere sminuito o addirittura evaso, gli operatori potrebbero porre in essere anche grossi acquisti di moneta unica visti anche i pesanti ribassi degli ultimi due giorni. L’idea che tuttavia prevale e che anche noi ci sentiamo di condividere è quella per la quale Draghi smorzerà i toni sul nodo della discordia e agirà ancora nel senso di “Wait and see”, rimandando a gennaio possibili ulteriori comunicazioni in termini di misure non convenzionali. E, se così fosse, potremmo perfino prepararci ad un euro in apprezzamento e a listini europei che potrebbero essere venduti.” Ebbene, “copione” rispettato alla virgola. In breve, Draghi ha annunciato delle stime del Pil rivisitate al ribasso allo 0,8% nel 2014 e all’1% nel 2015, così come pure dell’inflazione prevista a +0,7% nel 2015 e a +1,3% nel 2016 e, in sostanza, si è trincerato dietro un “il Board rivaluterà nei primi mesi del 2015 gli effetti dello stimolo monetario, l’espansione del bilancio e l’andamento dei prezzi».

euro_17Ma qui veniamo al punto interessante che ci permette di comprendere a pieno la percezione del mercato in termini di aspettative perché, come accennato pocanzi,  è assolutamente interessante osservare come sia stata la formula “Quantitative Easing” a spostare gli equilibri: nello statement e nella prima parte della sessione Q&A con i giornalisti, il banchiere centrale non ne ha fatto cenno e le reazioni sono state nel senso di un rafforzamento dell’euro contro il dollaro e le altre major e un calo dei listini europei. Il cambio eurodollaro si è portato sopra le resistenze a 1,2375, 1,2390 ed è andato a testare area 1,24, mentre il Dax (per citare il benchmark azionario europeo) ha violato i supporti a 9.970 e 9.920. Non appena il tema è entrato di forza nel dibattito, con i giornalisti che hanno “incalzato” il banchiere centrale sul tema caldo, la situazione si è completamente girata consentendo così ribassi di moneta unica e ripresa delle quotazioni sull’azionario; vedi eurodollaro di nuovi al test di 1,2345 e Dax a 9.940 punti. Questi ultimi movimenti non sono stati però in grado di ricondurre i prezzi su livelli significativi per la ripresa dei trend primari e questo è un elemento che potrà rivelarsi fondamentale nella giornata di oggi nella  quale ci apprestiamo a vivere la pubblicazione dei dati sul lavoro negli Stati Uniti.

In breve, i nuovi posti di lavoro creati dovrebbero attestarsi a 225mila ed il tasso di disoccupazione dovrebbe essere confermato a 5,8%. La premessa doverosa da compiere è quella per la quale tali release rivestono un ruolo meno importante di quanto invece non avvenisse fino a solo 3/6 mesi fa; da queste rilevazioni infatti dipendevano, in parte, le scelte in materia di tapering (dismissione dal Quantitative Easing) e di tassi di interesse attesi. Il tapering è ora completato e dunque il QE terminato, e sul fronte tassi da Washington non si fa altro che stigmatizzare circa una necessaria attesa per contemplare eventuali ritocchi al rialzo. Dunque, il rilascio di queste notizie ha ripercussioni meno dirette sulle scelte di politiche monetarie di quanto non succedesse nel recente passato e vanno interpretate nella misura in cui possono generare volatilità di breve nel penalizzare il dollaro americano (dati negativi) o giovare allo stesso (dati positivi). Questa dunque la diretta relazione, per quello che crediamo noi. Il ripiegamento dei pezzi del tardo pomeriggio rispetto ai movimenti contrari durante la BCE e la sorta di ripresa dei trend principali sul valutario come sull’azionario, obbligazionario e materie prime, ci fanno propendere inizialmente per un dollaro in rafforzamento, così come per le Borse. Ma non per questo andremo aprioristicamente a posizionarci sul mercato ma seguiremo i dati e reagiremo di conseguenza.

 
ANALISI TECNICA VALUTE
Cambio Euro-Dollaro
“Per quello che concerne la volatilità sulle news, non dovremmo escludere livelli in area 1,2200/20 se dovessero partire vendite massicce, sotto i livello sopracitati. Sopra 1,2345 invece entriamo nell’ottica di salite verso 1,2375 e 1,2390. 1,2420 il livello che segue.” Come dunque già riportato ieri ed accennato nella prima parte, il cambio è andato a muoversi precisamente sui livelli tecnici. Salite verso le resistenze, nuovi e potenti test dei supporti (movimento secondario quando si è parlato di QE) e ripresa al rialzo con ripiegamento nel tardo pomeriggio. Ma sempre sui binari individuati che si sono dimostrati affidabili sul cambio principe. Il significativo riassorbimento della domanda in chiusura di giornata ci rende meno ottimisti circa il fatto che l’eurodollaro possa essere ancora comprato e sotto 1,2390 e 1,2370 potremo mantenerci ribassista per la rivisitazione di area 1,2345 prima e 1,2325 poi. Incrementi di volatilità nel pomeriggio, ancora una volta, dovranno farci guardare ad 1,2420 e 1,2445 al rialzo, e area 1,23, 1,2285 ed 1,2270 al ribasso.

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Cambio Dollaro-Yen
“Obiettivo dichiarato a 120. Questo scrivevamo ieri e ormai l’approdo appare imminente. Non dobbiamo escludere perfino superamenti di 120 verso prime aree a 120,30. Da monitorare ancora lo scenario di divergenza ribassista prezzo/stocastico H4 che, su ampie prese di profitto sulla soglia di 120, potrebbe accompagnare vendite sotto 119,70 in direzione 119,45.” Queste le valutazioni di ieri e anche in questo caso ottima tecnicalità della price action, sia nella salita che nel temporaneo storno. Il famoso obiettivo di 120 è stato dunque raggiunto e, sul superamento dei massimi di ieri, vi è la possibilità di salire ulteriormente verso 120,30 e 120,55. Va monitorata la divergenza potenziale regolare ribassista tra prezzo ed oscillatore stocastico sul grafico giornaliero, mentre possiamo ritenere invalidata quella su time frame H4. Ancora una volta non ci presenteremo venditori prima del superamento al ribasso di 119,70, guardando a 119,45 e 119,10 in estensione.

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Cambio Sterlina-Dollaro
“Il trend primario resta evidentemente ribassista, in intraday però da chiarire nel momento in cui il restringimento di volatilità degli ultimi giorni deve passare al test dei principali livelli di prezzo per una dinamica direzionale. 1,5630 resta il trigger point per rivisitare i minimi a 1,5590, mentre l’1,5720 per salite verso 1,5760 ed area 1,5775.” Sposiamo dunque la medesima view di ieri, pronti a vendere dunque sotto area 1,5630 per rivedere i minimi o eventualmente a ricomprare su ampi strappi al rialzo sopra 1,5720. Per muoversi all’interno di questi due riferimenti, resteremo in ottica di vendita anche al test di area 1,5655, sul quale nel caso mettere un reverse per rivedere  1,5675 e 1,57.

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Cambio Dollaro Australiano-Dollaro Americano
“Ottimo dunque ancora l’australiano che resta orientato verso il target di 0,8320. Ottimo in questo senso il grafico orario grazie alle confluenze grafiche rappresentate dai punti di resistenza statici e dalla media mobile esponenziale a 21 periodi. Area 0,8390 dunque buona per nuove vendite e nuovi minimi. Prematuri invece sarebbero gli acquisti sopra di esso, da procrastinare al superamento eventuale di area 0,8430 in direzione 0,8480.” E confermiamo dunque, come ieri, la tecnicalità di questo cambio che continua a mostrare forte debolezza. Il target resta quello dichiarato, con test possibili a partire da area 0,84 prima di nuove partenze al ribasso. 0,8360 il target intermedio. Long invece dopo 0,8430 in direzione 0,8465/80.

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Dax
Già ampiamente accennata la dinamica di price action che ha interessato l’indice tedesco nella giornata di ieri. Venendo alla stretta attualità. Monitoreremo ancora area 9.920/30 come quella che, se superata, può riportare la view long e permetterci di rivedere area 9.970. Più prudenti ingressi long sopra il swing di ieri e pivot daily a 9.940 punti. 9.890 invece il primo trigger point per posizionamenti bearish in direzione del preciso supporto a 9.840. Oltre tale livello si guarderebbe addirittura a 9.770. Lecito invece rivedere i massimi assoluti su importanti strappi sopra i livelli citati.

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Oro
Dopo la grande erraticità di inizio settimana e il fenomeno di ampia de-correlazione che ha riguardato il metallo giallo nei giorni scorsi, si intravedono spunti di tecnicalità laddove i supporti a 1.200 e 1.193 sono ben confermati. Va menzionato il progressivo restringimento di volatilità che ha riguardato la price action nei giorni passati che dunque potrebbe preludere ad ampi strappi nella giornata dei dati americani cui l’oro è particolarmente sensibile. La prima impostazione è rialzista proprio da area 1.200, guardando a 1.210/12 per stop in pari e detenzione di posizione verso 1.220; 1.235 il target su potenti movimenti al rialzo post-news. Sotto la soglia psicologica dei 1.200, entrate aggressive contemplerebbero vicini target a 1.193 che, invece, può essere atteso come punto di entrata per sfruttare il breakout della volatilità verso area 1.182/1.177.

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