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Dow e Bitcoin: chi per primo a 30mila?

Punti per il Dow, dollari per il Bitcoin. Una domanda che forse è solo un modo per sondare il sentiment dei lettori. L’ha posta Rayan Vlastelica di Marketwatch sul sito e su Twitter

di Marco Delugan 6 set 2017 ore 15:02

Una domanda che non ha risposta, adesso. Ma nelle cose finanziarie è sempre così, quando si tratta di previsioni.

Se l’è posta Rayan Vlastelica di Marketwatch in un articolo apparso sul sito americano il 2 settembre scorso. Quello che segue è, nella sostanza, il suo modo di rispondersi.

Provocatoria, probabilmente. L’ha posta anche ai suoi follower su Twitter, che al momento della pubblicazione dell’articolo rispondevano:

Chi arriverà per primo a:

  • Bitcoin a 30mila dollari: 50%
  • Dow a 30mila punti: 20%
  • Entro 10 anni nessuna delle due: 21%

Dow Jones e Bitcoin hanno storie di crescita molto differenti, anche volendo considerare solo gli ultimi anni.

Il Dow Jones quota in questi giorni intorno ai 22mila punti, e questo vuol dire che dovrebbe salire del 36% per raggiungere i 30mila.

Il valore del Bitcoin è in questi giorni intorno a 4.890 dollari, e dovrebbe salire del 500% per raggiungere quota 30mila.

Ma la più importante criptovaluta del mondo ha già fatto di meglio. Negli ultimi 12 mesi la quotazione è salita del 700%, nel 2017 del 400%, e nel solo agosto di quest’anno ha visto raddoppiare il suo valore.

Assieme a salite sorprendenti, però, il Bitcoin ha fatto registrare discese altrettanto sorprendenti.

La crescita del Bitcoin è stata accompagnata da molti sospetti di bolla finanziaria. E diversi analisti si sono espressi in questo senso. Come Aaaron Lasher di Breadwallet che ha dichiarato che “questo mercato toro verrà probabilmente seguito da un mercato orso brutale.” Ma ha aggiunto che la capitalizzazione di mercato della criptovaluta può raggiungere i 5 trilioni di dollari in 10 anni (adesso è di poco superiore ai 75 miliardi).

Alta volatilità ma futuro assicurato, insomma.

E se davvero raggiungesse quel livello, sarebbe una capitalizzazione mai raggiunta da nessuna azienda nella storia, parecchie volte la capitalizzazione attuale di Apple. Ma il problema vero è che per il Bitcoin i tradizionali parametri di valutazione degli asset finanziari non funzionano. E così un target vale l’altro e non c’è modo di capire quale sia il più credibile, se siano i 30mila o i 300 dollari.

Il Dow Jones ha guadagnato l’11,3% dall’inizio di quest’anno. Un tasso di crescita importante, che gli ha permesso di superare soglie altrettanto importanti, come quota 22mila in gennaio.

Ma mentre la distanza da quota 30mila è numericamente minore, 8mila punti vs 25mila dollari (stiamo confrontando mele e pere, lo sappiamo, ma è questo il gioco), il raggiungimento di questa soglia non appare meno difficile.

Come per il Bitcoin, anche la crescita del Dow è stata accompagnata da preoccupazioni di bolla speculativa, o almeno di quotazioni eccessive.

Ma il Dow Jones è la media ponderata di 30 titoli industriali, e per questo è più diversificato e teoricamente meno incline a impennate e discese così travolgenti come quelle viste per il Bitcoin. Sarà quindi difficile vederlo ripeterne le performance.

Chiaramente tutto questo non risolve la questione.

Ma la questione, appunto, forse non era nemmeno una vera questione, ma un modo per Vlastelica di sondare il sentiment dei lettori su Dow Jones e Bitcoin.

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