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I fondi value puntano sui titoli high tech

Quello che tradizionalmente è stato un campo dedicato agli investimenti ad alto rischio, si è trasformato in una nicchia di opportunità per gli strumenti del risparmio gestito caratterizzati da connotati difensivi, quelli conosciuti con il termine anglosassone ‘value’. Il settore tecnologico sta cominciando a guadagnare appeal tra i gestori a caccia di imprese sottovalutate.

di Rocki Gialanella 12 set 2006 ore 17:33
Richard Fentin, gestore del Fidelity Value Fund (un fondo value di fama mondiale che può contare su un patrimonio in gestione di 15.600 milioni di dollari Usa), ha destinato il 22% del suo portafoglio ai titoli dei settori high tech e salute, considerati, tradizionalmente settori 'growth', grazie ai quali ha guadagnato in media il 18% negli ultimi tre anni. Fentin ha dichiarato di non aver apportato modifiche alla strategia gestionale del fondo, ma di aver percepito che molte società considerate tradizionalmente growth, quotano attualmente su livelli molto bassi, e pertanto sono pronte a fare il loro ingresso nei fondi 'value'.

La sotto- valutazione dei titoli del settore tecnologico -arrivata dopo lo scoppio della bolla sui titoli tecnologici del 2000- è stata superiore a quella sperimentata dagli indici di Borsa. Il Nasdaq statunitense è sotto del 55% da marzo del duemila, lo Standard and Poor's perde solo il 15%. Gli esperti sostengono che le società rimaste in vita dopo lo scoppio sono le migliori. Le grandi companies stanno assorbendo le piccole, hanno ristrutturato i bilanci e ridotto l'indebitamento. Il flusso di denaro verso i fondi value è iniziato, ma non si tratta di una tendenza generalizzata.

I fondi che stanno incrementando la quota di patrimonio destinata ai titoli tecnologici sono strumenti che puntano su titoli considerati sotto-valutati di almeno il 30% rispetto al loro fair value. Nel linguaggio anglosassone, questi strumenti vengono definiti blend (un misto di titoli growth e value) o growth at reasonable price (crescita a prezzi ragionevoli). La scommessa per la tecnologia operata da numerosi gestori di fondi value non è scevra da una componente difensiva: gli investimenti vengono indirizzati verso i titoli delle società con i più elevati livelli di capitalizzazione, più liquidi, e pertanto meno rischiosi.

Il gigante informatico Microsoft rappresenta una delle scommesse tecnologiche operate dai fondi value. E' questo il caso del Templeton Growth Fund, gestito da Murdo Murchison. Il gestore ha recentemente dichiarato di aver investito, fino a dodici mesi fa, solo in titoli della vecchia economia e fuori dai confini Usa, per poi iniziare ad aumentare l'esposizione verso i titoli di società high tech come Microsoft e Oracle, imprese media come Newscorp e Viacom e farmaceutiche come Merck e Pfizer, vale a dire titoli di società considerate da sempre growth.

Un caso simile è quello del fondo North American Value Fund della società di gestione scandinava Nordea. Il portafoglio del fondo è investito per il 54% in titoli tecnologici, media e delle telecomunicazioni. Al gigante informatico Hewlett-Packard è dedicato il 5% del patrimonio.


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