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Referendum Grecia sul filo del rasoio?

Dai recenti sondaggi sulle intenzioni di voto al referendum del 5 luglio emerge un paese spaccato in due. Ma una vittoria per pochi voti lascerebbe sul campo molti problemi di non facile soluzione.

di Marco Delugan 3 lug 2015 ore 15:29

Due recenti sondaggi mostrano vittorie risicate per il Sì.

Il primo , commissionato da Bloomberg e realizzato dall'Università della Macedonia vede il Sì al 43% e il No al 42,5%.

Un secondo sondaggio, commissionato dal quotidiano greco Etnos e realizzato dalla società di sondaggi ALCO mostra un risultato molto simile, con il Sì al 44,8% e il No al 43,4%.

In entrambi i casi sembra che la chiusura delle banche di lunedì 29 giugno abbia fatto da spartiacque: prima era in vantaggio il No, poi il Sì ha recuperato fino ad ottenere una pur limitata maggioranza.

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Qualsiasi sarà il risultato finale del referendum, una vittoria di misura potrebbe portare con se almeno i due seguenti problemi.

1)

Possibili contestazioni del voto e accuse di brogli elettorali.

2)

Un paese spaccato in due a imboccare una strada di importanza decisiva per il suo futuro.

Entrambi andrebbero a peggiorare una situazione già molto tesa, che non solo si manifesta in “paranoiche teorie complottiste”, come sostiene Mike Bird in un articolo apparso nei giorni scorsi su Businessinsider, ma ha una base di sofferenza sociale che non può essere sottovalutata.

bandiera greciaE la situazione politica post referendum potrebbe rivelarsi molto confusa. Una vittoria del Sì, potrebbe infatti sovrapporsi alla permanenza di Syriza al Governo per mancanza di una maggioranza alternativa. Syriza non solo si è espressa per il No al referendum, ma ha anche ricevuto un mandato elettorale anti-auterity che verrebbe contraddetto dalla scelta referendaria e finirebbe col trovarsi in una situazione quantomeno contraddittoria.

Altra ipotesi sarebbe un nuovo passaggio elettorale, probabilmente molto acceso.

La vittoria del No potrebbe portare all'uscita dall'Eurozona, con esiti economici imprevedibili nel medio periodo ma con ogni probabilità fortemente destabilizzanti nel breve.

Le tensioni sociali già presenti in Grecia potrebbero trasformarsi in qualche cosa di peggio.

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