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Rassegna stampa economica del 6 marzo 2015

di Mauro Introzzi 6 mar 2015 ore 07:25 Le news sul tuo Smartphone

World Duty Free, volata finale a tre per il partner (Il Sole24Ore)
Secondo quanto scritto dal quotidiano economico il dossier di World Duty Free sta entrando nella sua fase finale. Nelle prossime settimane (il Sole24Ore parla di entro fine marzo) la famiglia Benetton, che controlla il 50,1% del capitale, deciderà se vendere o meno l'azienda. In pole per rilevarla, in un'operazione dal controvalore di circa 3 miliardi di euro, ci sarebbero 3 pretendenti: gli svizzeri di Dufry, il colosso europeo da tempo accreditato come lo sposo più papabile, i francesi di Lagardere e i coreani di Lotte. La scadenza è il 20 marzo: per quel giorno dovranno arrivare le offerte vincolanti mentre la decisione, se proseguire o meno, arriverà entro il mese.
Secondo il quotidiano l'opzione migliore sarà quella di trovare un socio, un partner industriale, con cui creare il numero uno al mondo dei negozi in aeroporto.

Rcs, avanti su Libri a Mondadori (MF)
Il quotidiano finanziario scrive che il consiglio di amministrazione di RcsMediagroup, che si terrà oggi, dovrebbe dare il suo via libera alla cessione del business dei libri a Mondadori. La decisione di velocizzare la vendita è legata al fatto che mercoledì 11 marzo è in programma il consiglio di amministrazione che dovrà approvare i conti del 2014, che dovrebbe essersi chiuso con una perdita vicino al 100 milioni e un debito di mezzo miliardo di euro. In quella occasione il gruppo guidato da Scott Jovane dovrebbe registrare la svalutazione e l'adeguamento patrimoniale della partecipazione in Rcs Libri. In questo modo RcsMediagroup non regisrerà nel bilancio 2015 una minusvalenza sulla vendita a Mondadori.

Popolari, arriva il tetto di voto al 5% (Corriere della Sera)
Il quotidiano scrive che ieri si è raggiunto l'accordo, tra governo e gruppi parlamentari, su un atterraggio morbido dell’abolizione del voto capitario (una testa un voto). In base a un emendamento al decreto, le grandi banche popolari potranno infatti adottare per non più di due anni un tetto al 5% dei diritti di voto dopo la trasformazione in società per azioni. I due anni decorrono dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto mentre il termine per la trasformazione in spa è di 18 mesi e scatta dall’entrata in vigore delle disposizioni attuative di Bankitalia, ancora da definire.
Nel frattempo, in tema di popolari, il Corriere della Sera scrive che il fondo Algebris di Davide Serra continua con il suo pressing serrato sulla Popolare dell'Etruria. Il finanziere con sede a Londra avrebbe ribadito la disponibilità a rilevare un portafoglio di sofferenze ma facendosi carico anche di 20 dipendenti dell’istituto, con base Arezzo, più 40 di Etruria Informatica. La montagna di crediti deteriorati (oltre 2 miliardi solo di sofferenze) è quella che ha affossato la banca con perdite nel 2014 comprese tra i 400 e i 500 milioni, sulla base del preconsuntivo analizzato dal cda poche ore prima del commissariamento.

Mediaset insiste su RaiWay ma apre su modifiche Opas opzione quota di minoranza (La Repubblica)

La Repubblica aggiorna sulle ultime novità sull'opas di Ei Towers (Mediaset) su Rai Way. I vertici del gruppo hanno dichiarato che hanno lanciato l'offerta perché è necessario creare un campione nazionale in un settore cruciale come l’infrastruttura di trasmissione televisiva, prima che arrivi qualche colosso dall’estero e diventi dominante. Non si tratterebbe quindi solo di un’operazione finanziaria con la quale la società della galassia Berlusconi vuole arrivare al 67% delle antenne delle tv di Stato, offerta per altro confermata anche ieri durante una audizione alla Consob. I vertici di Ei Towers la ritengono anche (e, forse, soprattutto) una alleanza industriale.

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