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Parmalat, condannati Calisto Tanzi e Fausto Tonna

La Cassazione ha confermato nella sostanza la pena in Appello all'ex numero uno di Parmalat, Calisto Tanzi. La condanna a Tanzi è passata da 17 anni e 10 mesi a 17 anni e 5 mesi

di Edoardo Fagnani 14 mar 2014 ore 11:14
PARMALAT
La quinta sezione penale della Cassazione ha confermato nella sostanza la pena in Appello all'ex numero uno di Parmalat, Calisto Tanzi. La condanna a Tanzi è passata da 17 anni e 10 mesi a 17 anni e 5 mesi, in seguito alla prescrizione del reato di associazione a delinquere. Sentenze confermate anche per gli altri ex manager di Parmalat. In particolare, il precedente direttore finanziario, Fausto Tonna, è stato condannato a 9 anni, 6 mesi e 20 giorni.
Parmalat ha chiuso il 2013 con un fatturato pari a 5,35 miliardi di euro, in crescita del 2,4% rispetto ai 5,23 miliardi dell'esercizio precedente. Il margine operativo lordo è stato pari a 437,2 milioni di euro, in diminuzione dell'1,6% rispetto ai 444,4 milioni dell’esercizio precedente. L’utile netto è cresciuto a 221 milioni di euro, in sensibile aumento rispetto agli 81,3 milioni del 2012. A fine 2013 le disponibilità finanziarie nette erano pari a 1,07 miliardi di euro, in aumento di 255,8 milioni rispetto agli 809,8 milioni del 31 dicembre 2012. La società ha indicato per il 2014, a tassi di cambio e perimetro costanti ed escluso l’effetto dell’iperinflazione, un fatturato netto e un margine operativo lordo in crescita del 3%. Il consiglio di amministrazione ha proposto la distribuzione di un dividendo pari a euro 0,029 per azione.
parmalat_3Dopo la diffusione dei dati di bilancio gli analisti di Banca Akros hanno incrementato da 2,5 euro a 2,6 euro il prezzo obiettivo su Parmalat, in seguito alla revisione delle stime per i prossimi trimestri. Sulla stessa lunghezza d’onda Kepler Cheuvreux, che ha portato la valutazione da 2,2 euro a 2,4 euro per azione. Gli esperti delle due banche d’affari hanno ribadito il giudizio “Hold” (mantenere). Al contrario, Equita sim ha tagliato da 2,5 euro a 2,3 euro il prezzo obiettivo su Parmalat, in conseguenza alla riduzione delle stime sulla redditività per l’esercizio in corso. Anche in questo caso gli esperti hanno ribadito l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio.
Secondo quanto scritto su Il Sole24Ore di mercoledì 12 marzo un’eventuale OPA residuale su Parmalat da parte di Lactalis costerebbe tra i 950 milioni e il miliardo di euro, agli attuali livelli di prezzo del titolo.
MF di venerdì 14 marzo ha riportato la notizia che Parmalat ha chiuso i contenziosi aperti con l’Erario nel periodo 2006-2010, quando alla giuda dell’azienda c’era ancora Enrico Bondi. In particolare, il gruppo di Collecchio ha saldato il conto da 12,8 milioni di euro relativo al periodo di importa del biennio 2006/207, a cui si aggiungono i 18,9 milioni iscritti a bilancio elativi al successivo triennio 2008/2010. Il quotidiano finanziario ha precisato che nella relazione del bilancio 2013 Parmalat ha precisato che questi accordi hanno consentito un “pressoché totale abbattimento delle sanzioni”. MF ha ricordato che la chiusura del contenzioso con il fisco consentirà di riconoscere crediti erariali per un ammontare di 47,6 milioni di euro, a cui si potrebbero aggiungere incassi per altri 40 milioni relativi a diverse partite di imposta.

ALITALIA
Secondo quanto scritto su Il Sole24Ore di venerdì 14 marzo si potrebbero allungare i tempi per un eventuale accordo tra Ethiad e Alitalia. Secondo il quotidiano finanziario potrebbero essere necessari almeno due mesi per raggiungere l'intesa tra le due compagnie aeree.
Il numero uno di IntesaSanpaolo, Carlo Messina, ha dichiarato che l’istituto non svaluterà l’esposizione nei confronti di Alitalia.

RISANAMENTO
Il Corriere della Sera di mercoledì 12 marzo ha scritto che il Banco Popolare ha rotto il fronte delle banche creditrici di Risanamento e, con una lettera inviata ai vertici della società, ha meso nero su bianco il giudizio negativo sulle modalità di esecuzione dell'accordo di ristrutturazione dei debiti e la riserva sulla coerenza di alcune iniziative tra le quali la vendita degli immobili francesi al fondo Chelsfield, che ha come azionista importante la saudita Olayan. Altre banche creditrici, come Unicredit e la Popolare di Milano, hanno espresso il loro parere favorevole all'operazione.
Risanamento ha comunicato di aver ricevuto un avviso di garanzia dalla procura di Milano, nell’ambito dell’inchiesta sugli ex vertici dell’azienda per avvenimenti del 2009. La società immobiliare ha precisato che le contestazioni sono relative a fatti avvenuti prima della ristrutturazione del debito.
Secondo quanto riportato da alcune agenzie stampa, il consiglio di amministrazione di Risanamento avrebbe dato il via libera alla vendita degli immobili di Parigi al fondo Chelsfield.


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