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Rassegna stampa economica dell'8 settembre 2016

di Mauro Introzzi 8 set 2016 ore 07:20 Le news sul tuo Smartphone

Poste Italiane in corsa per l’acquisto di Pioneer (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico scrive che Poste Italiane starebbe analizzando “con interesse” il dossier Pioneer, la società di asset management con 220 miliardi di euro di masse gestite messa in vendita da Unicredit. Il colosso guidato da Francesco Caio è tra le società cui l’istituto di Jean Pierre Mustier ha fatto recapitare la documentazione per poter presentare una manifestazione di interesse non vincolante, i cui termini scadono il prossimo 20 settembre.

Il Sole24Ore mette in evidenza come non sia un mistero che Poste Italiane stia valutando da tempo opzioni per una crescita per linee esterne. L’obiettivo è previsto nel piano industriale e i comparti strategici sono la logistica, il sistema dei pagamenti e il risparmio gestito.

 

Il Tesoro sonda il mercato per Btp a 50 anni (MF)

Il quotidiano finanziario indica che il Tesoro italiano sta sondando gli investitori internazionali per un’eventuale collocamento di un Btp a 50 anni. La responsabile del debito pubblico, Maria Cannata, aveva ventilato l’ipotesi di un emissione con scadenza a mezzo secolo lo scorso mese di maggio. Le indiscrezioni parlarono di un collocamento da 2 miliardi di euro, da collocarsi via sindacato di banche.

Secondo alcuni esperti (MF cita gli analisti di Natixis) l’emissione non sarebbe destinata a ricevere un’accoglienza particolarmente calda in questo momento: i rendimenti del debito pubblico italiano sono ai minimi e si profila un periodo di incertezza politica, almeno sino all’esito del referendum sulla riforma costituzionale.

 

Nozze Bpm-Banco Arriva il via libera della vigilanza Bce (Corriere della Sera)

Il quotidiano scrive che potrebbe arrivare già oggi il via libera della Bce al progetto di fusione tra la Popolare di Milano e il Banco Popolare. 

Dal consiglio direttivo dell’istituto guidato da Mario Draghi dovrebbe giungere la ratifica del parere favorevole già elaborato dal supervisory board della Bce guidato da Danièle Nouy. L’evento sarebbe decisamente importante perché evidenzia che è stato finalizzato, almeno sotto il profilo dei regolatori europei, il primo piano di aggregazione tra banche sotto la Vigilanza unica della Bce. 

Se arrivasse l’ok di Francoforte la palla tornerebbe ora alle due banche. Lunedì dovrebbero riunirsi il consiglio di gestione di Bpm e il consiglio di amministrazione del Banco Popolare: i due board dovrebbero convocare le assemblee per la fusione e la trasformazione in spa verosimilmente per sabato 15 o sabato 22 ottobre.

 

Il nuovo piano Mps punta a remunerare i soci con una cedola del 6-7% (La Repubblica)

Il quotidiano definisce “di tensione” la vigilia per il cda di Monte dei Paschi di Siena. Il board della banca senese farà il punto sulla vendita di 9 miliardi di crediti inesigibili, sulla contestuale ricapitalizzazione fino a 5 miliardi sul mercato e sul piano strategico, che sarà reso noto fra 3 settimane. Un piano che secondo il quotidiano “servirà a convincere gli investitori a puntare sulla banca per la terza volta in 3 anni”. 

Per La Repubblica i cardini del piano saranno il riallineamento dei costi del credito e del finanziamento di Mps alle rivali, la chiusura di altre delle attuali 2.100 filiali e il rilancio degli utili, che già nel primo semestre erano di 300 milioni ed entro il 2019 potrebbero perfino tornare ai soci in forma di dividendi (sempre che la Bce tolga il veto in vigore).

Dalle prime simulazioni fatte dai vertici del Monte dei Paschi le premesse tecniche per remunerare il costo del nuovo capitale, con obiettivo del 6-7% annuo, ci sarebbero.

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