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Rassegna stampa economica del 6 maggio 2016

di Mauro Introzzi 6 mag 2016 ore 07:05 Le news sul tuo Smartphone

Telecom, prende piede l’ipotesi di non cedere Inwit (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico indica che Telecom Italia, nonostante le trattative degli ultimi mesi, potrebbe non cedere Inwit. L’offerta di Ei Towers è ormai fuori gioco perché il gruppo ha chiarito che non rinuncerebbe alla prospettiva di ottenere il controllo sulle torri Tim. Questa posizione, in altre parole, non sarebbe compatibile con l’idea di Telecom di non cedere il passo su un’infrastruttura strategica perché ospita l’elettronica del gruppo e che in ogni caso ha un margine Ebitda del 47,6%, di tutto rispetto. 

Per Inwit resterebbe dunque solo l’offerta di Cellnex-F2i per il 57,5% del capitale, che staccherebbe a favore di Telecom un assegno da 1,6 miliardi lasciando al venditore solo una quota del 2,5%, ma con prerogative di governance. 

Accanto a queste alternative, comunque, ce n’è un’altra: quella di collocare un’ulteriore quota di Inwit sul mercato, mantenendo da parte di Telecom Italia il controllo: rispetto al 60% detenuto oggi, cedere tra il 20% e il 30% permetterebbe di monetizzare - alle quotazioni attuali - tra i 500 e gli 800 milioni.

 

Trump: Yellen non farà il bis (MF)

Il quotidiano finanziario scrive che se Donald Trump dovesse diventare il nuovo presidente degli Stati Uniti Janet Yelen non avrà un secondo mandato alla guida della Federal Reserve. Secondo quello che sarà il candidato repubblicano, l’economista è una persona molto capace. Ma finirà il suo mandato e poi sarà sostituita.

Se sarà alla Casa Bianca, quindi, il magnate cercherà un banchiere centrale di chiara fede repubblicana. 

Sul tema Federal Reserve, intanto, Trump si è detto favorevole al mantenimento dei tassi d'interesse a livelli molto bassi anche perché mantengono abbastanza gestibile il debito pubblico degli Stati Uniti. Trump ha poi affermato che gli Usa hanno bisogno di soldi per ricostruire le infrastrutture. Secondo l’imprenditore la cosa bella delle infrastrutture è che mettono la gente al lavoro, la fanno lavorare subito.

 

Ribaltone a Veneto Banca. La presidenza ad Ambrosini (Corriere della Sera)

Il quotidiano riporta le ultime novità in casa Veneto Banca dopo l’assemblea di ieri. I soci, con il 57,9% dei voti, hanno premiato la lista di minoranza presentata da due organizzazioni di soci e ha così mandato a casa quella che vedeva schierati gli amministratori uscenti. Il torinese Stefano Ambrosini è il nuovo presidente, primo non veneto nella storia dell’istituto di Montebelluna, segno evidente di una discontinuità a lungo invocata anche dalle autorità di vigilanza, che ora sta iniziando a trovare conforto nei fatti.

Per la banca è un punto di svolta, soprattutto alla vigilia di un aumento di capitale da un miliardo di euro che il consiglio — secondo le indicazioni della Consob lette in assemblea — dovrà analizzare nella prima riunione, entro giovedì prossimo.

 

Visco: dare subito sicurezza pubblica a tutte le banche (La Repubblica)

Il quotidiano riporta alcune dichiarazioni del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco sul mondo bancario. L’economista, intervenendo alla conferenza The State of the Union dell’European University Institute a Firenze, è tornato a criticare, e con maggiore nettezza che in passato, la nuova regolamentazione Ue in materia di crisi bancarie, e in particolare il bail-in. Secondo Visco il bail-in può creare problemi seri alla stabilità finanziaria, e quindi sarebbe meglio che la Ue riconsiderasse la propria posizione in tema di sostegno pubblico alle banche. 

Ricordando che le banche non funzionano come i negozi: ‘Se fallisce un supermercato, lo chiudi e un altro apre. Se fallisce una banca, è molto improbabile che ne apra un’altra, è più probabile che quella accanto cominci ad avere problemi’. Anzi, ancor più che un intervento nazionale, sarebbe opportuna, rilancia Visco, “una rete di protezione sovranazionale”.

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