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Rassegna stampa economica dell'11 febbraio 2016

di Mauro Introzzi 11 feb 2016 ore 08:53 Le news sul tuo Smartphone

Voci di riacquisti sui bond: vola Deutsche Bank (Il Sole24Ore)
Il quotidiano economico aggiorna sulla situazione di Deutsche Bank, che dopo giorni di ribassi e crolli ha recuperato una decina di punti percentuali grazie alle indiscrezioni su un possibile riacquisto di obbligazioni senior. Così, per la prima volta da nove a giorni a questa parte, è sceso  il costo di assicurarsi attraverso Credit Default Swap contro l’insolvenza da parte della banca sui suoi titoli ibridi, i cosiddetti “CoCo”. Alla base dei crolli dei giorni precedenti c’era stata proprio la voce secondo cui Deutsche Bank non sarebbe stata in grado di pagare la cedola su uno di questi titoli di Additional Tier 1, nell’aprile prossimo. Perdurano tuttavia sui mercati le incertezze sul successo della strategia di ristrutturazione annunciata dall’amministratore delegato John Cryan, che ha preso le redini del gruppo sette mesi fa.

Ecco chi è andato short su Mps (MF)

Il quotidiano finanziario mette sotto la lente il titolo Monte dei Paschi di Siena, sotto tensione in questi giorni. Secondo quanto indicato da MF, per quanto delicata possa essere la situazione dell’istituto, “il tracollo delle azioni non trova giustificazioni convincenti nei fondamentali della banca”. La domanda però resta: chi c'è dietro il crollo? Una prima risposta viene dai dati di Bloomberg e Consob sui grandi investitori che hanno venduto allo scoperto le azioni Mps  tra gennaio e l'inizio di febbraio. Tra i più attivi Aqr Capital Management, titolare secondo le ultime rilevazioni di una posizione short di quasi 30 milioni di pezzi e in fase di ricopertura. Tra gli altri soggetti c’è Aristeia Capital, altro hedge fund da qualche settimana molto attivo sul titolo Mps. Bisogna invece spostarsi nella City di Londra per trovare Marshall Wace. Poi l’altro britannico Oxford Asset Management e i francesi Capital Fund Management e Verrazzano Capital*. L'elenco complessivo però potrebbe essere più lungo, comprendendo nomi come Jane Street Group, Parvus Asset Management, Pdt Partners, Odey Asset Management e altri.

*ATTENZIONE: Verrazzano Capital ha smentito a Soldionline.it la sua posizione corta

Sofferenze e Bcc, la riforma delle banche (Corriere della Sera)

Il quotidiano scrive che sono slittati ancora i termini per le norme per i rimborsi ai risparmiatori che hanno perso i soldi investiti nelle obbligazioni subordinate delle quattro banche fallite, Etruria, Marche, CariFerrara e CariChieti. Il capitolo è stato stralciato dal decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri ieri notte, che invece contiene la riforma delle Banche di credito cooperativo, il via libera alla garanzia pubblica sulle sofferenze bancarie, e anche le norme che accelerano il recupero dei crediti. Ora si procederà come previsto dalla legge di Stabilità: e cioè con due provvedimenti amministrativi, un decreto interministeriale e un dpcm, che non devono essere approvati dal Parlamento. Ma che hanno un’altra incognita, quella di poter essere impugnati davanti al Tar, il tribunale amministrativo regionale, bloccando il pagamento dei rimborsi.

Bpm-Banco, tre paletti dalla Bce (La Repubblica)

Il quotidiano aggiorna sull’integrazione tra la Popolare di Milano e il Banco Popolare, un’operazione ormai in dirittura d’arrivo. L’incontro clou della giornata, quello che si è svolto a Francoforte presso la Bce, si sarebbe concluso con una serie di “compiti a casa”, ancora da fare. All’appuntamento sono andati il numero uno della Bpm, Giuseppe Castagna, e il suo omologo del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, accompagnato dal direttore generale Maurizio Faroni. A quanto pare la Bce aspetta di conoscere più dettagli sulla fusione. Ai vertici delle due popolari sarebbero stati chiesti approfondimenti sul piano industriale e su alcuni aspetti di governance che, secondo certe ricostruzioni, verranno forniti in tempi brevissimi, ma non abbastanza brevi da far convocare i rispettivi consigli in questo fine settimana, per approvare l’operazione e far partire la due diligence. Un punto che ragionevolmente potrebbe aver interessato la Bce è la gestione dei crediti deteriorati, i Npl, particolarmente “importanti” nei conti del Banco. Nella fusione tra i due gruppi si era ipotizzato di “aggredire” e ridurre sostanzialmente la montagna di Npl nell’arco di cinque anni.

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