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Italia: secondo NatIxis è troppo grande per fallire

Gli analisti di NatIxis hanno dedicato una dettagliata analisi sulla situazione dell’Italia. Secondo gli esperti il nostro debito è ancora sostenibile, in quanto il rischio di rifinanziamento risulta ancora limitato

di Edoardo Fagnani 12 lug 2011 ore 13:58
Gli analisti di NatIxis hanno dedicato una dettagliata analisi sulla situazione dell’Italia. Secondo gli esperti il nostro debito è ancora sostenibile, in quanto il rischio di rifinanziamento risulta ancora limitato, per due importanti motivi.  Prima di tutto gli esperti  sostengono che, nonostante la forte crescita dei rendimenti dei titoli di stato, il costo di rifinanziamento per il Tesoro resta sotto i livelli registrati nel periodo 1999/2003 e nel triennio 2007/2009, grazie alla politica espansiva adottata dalla BCE. In secondo luogo, allo stesso modo della Spagna (che non ha avuto alcun problema a collocare titoli di stato per 3 miliardi di euro la scorsa settimana), il Tesoro può contare su un’ampia base di investitori domestici: NatIxis ricorda che il 48% dei titoli di stato è detenuto da investitori italiani, contro il 27% in Portogallo e il 16% in Irlanda.

Gli esperti ricordano che una volta pubblicati i risultati degli stress test sulle banche e una volta che il governo sia riuscito ad approvare la manovra correttiva, cadrebbero i maggiori rischi sui bond italiani, che potrebbero segnare importanti rimbalzi. Secondo NatIxis nel peggiore scenario (comunque non il più probabile), l’Italia resterà sotto pressione e avrà maggiori difficoltà a rifinanziare il debito.

Dal punto di vista dimensionale gli analisti di NatIxis evidenziano che il debito pubblico italiano (includendo i BOT) è il più grande tra i paesi dell'Eurozona ed è pari a circa 1.600 miliardi di euro. Si tratta di una grandezza di circa 5 volte superiore all'esposizione della Grecia. Di conseguenza il programma di rifinanziamento del debito è uno dei più grandi nell'Eurozona. Solo quest'anno il Dipartimento del Tesoro ha emesso 156 miliardi di euro di BTP, 30 miliardi di CCT e 37 miliardi di CTZ. NatIxis stima comunque che i fondi a disposizione dell'Italia possono coprire le esigenze di finanziamento del Paese per un paio di anni.

La banca d'affari ha poi valutato gli effetti che una crisi italiana avrebbe a livello europeo,
considerando l'esposizione delle banche tedesche e francesi al debito pubblico di casa nostra. Le prime sono tenutarie di 293 miliardi di euro di debito pubblico italiano, mentre le seconde sono esposte per 122 miliardi di euro. Si tratta di un'esposizione pari a sei volte quella verso il debito greco.

Ciò porta gli analisti di NatIxis a dire che una crisi italiana sarebbe da gestire con un approccio diverso rispetto a quelli utilizzati in altri casi.
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