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Venerdì di scadenze

Per tutta la settimana gli Open Interest hanno suggerito il livello che sarebbe stato difeso dagli istituzionali, alla faccia di chi era short!

di Redazione Soldionline 17 feb 2012 ore 10:29
a cura di WeOptions.com

Si dice che non si dovrebbe tradare la settimana delle scadenze per via della volatilità imprevedibile. Per uno smart trader spesso è vero il contrario e questa settimana è stata emblematica (e profittevole) per chi ha monitorato gli open interest delle opzioni.

Quando si avvicina la scadenza (il famoso terzo venerdì del mese) gli investitori privati tendono a vendere le opzioni in-the-money e a mantenere solo quelle at- e out-of-the-money. Quelle in-the-money finiscono nelle mani degli istituzionali arbitraggisti. Così osservando giorno per giorno i cambiamenti degli open interest delle opzioni in-the-money man mano che si avvicina la scadenza, ci si fa un’idea delle potenzialità di acquisto o di vendita che rimangono nel mercato. Più elevato è il numero degli open interest più ampio sarà il movimento degli indici alla scadenza.

Un certo numero di posizioni in opzioni saranno sicuramente rollate ai mesi successivi, tuttavia, come regola generale, se vi è un numero di open interest su opzioni in-the-money abbastanza rilevante, si ha una buona probabilità che le ultime ore di contrattazione del giovedì vi sia un’intensa attività di program trading sul sottostante che possa condurre a qualche trade profittevole, se sfruttata. Bisognerebbe arrivare al valore netto dell’OI tra CALL in-the-money e put in-the-money. Se vi è un elevato numero di OI CALL in-the-money, rispetto alla PUT allora è da aspettarsi un attività di acquisto del sottostante. Anche se l’esperienza di anni insegna che alla scadenza è normalmente più frequente un’attività di acquisto, è tuttavia sempre possibile una vendita. Man mano che si avvicina il giorno di scadenze il più elevato numero di open interest sarà sugli strike at-the-money, o, al limite, su due strike, se il FTSE Mib si trova tra essi. Questi sono gli OI critici da monitorare!

Durante questa ottava abbiamo monitorato gli strike principali (17.000, 16.500, 16.000)  dato che l’Indice si è mosso in questo range. Abbiamo escluso di considerare gli OI della PUT 16.000 FEBBRAIO (livello sempre OTM durante la settimana di scadenze) e  gli OI della CALL 17.000 FEBBRAIO (livello sempre OTM durante la settimana di scadenze). Inoltre, nella giornata di ieri con la discesa dell’Indice nella prima parte della seduta,  siamo andati a guardare gli OI di quota 16.250 (sia put che call). Così la somma degli OI delle CALL ATM-ITM 16.500 e 16250 nella giornata di ieri (riferiti a mercoledì) era pari a 3442, mentre la somma degli OI delle put ATM-ITM 16.500 e 16.250 era pari a 1362. Il valore netto degli OI era così di 2080 contratti dal lato “buy”: l’opportunità di trading si era manifestata durante tutta la settimana dove lo strike 16.500 ha sempre avuto un evidente sbilanciamento di CALL rispetto alle PUT ed è stata confermata dalle ultime ore di contrattazione di giovedì dove la risalita dell’Indice ha fatto sì che le CALL strike 16.250 finissero nelle mani degli arbitraggisti, che, andando short sul sottostante,  hanno dovuto riacquistarlo questa mattina in riapertura, determinando un valore di settlement intorno a 16.500 (alle ore 9:05, mentre scriviamo, non è ancora è stato ancora divulgato da Borsa Italiana) con un guadagno dell’Indice poco sotto l’1%. Qui si è preso profitto, dal momento che ora tutto è possibile..compresa una eventuale ripresa della correzione, precedente  i movimenti tecnici!

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