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Stress test 2016: i risultati delle banche italiane

I risultati degli stress test dell'EBA, l'Autorità Bancaria Europea, per le banche italiane analizzate. Gli stress test EBA 2016 non hanno stabilito una soglia minima di promozione o bocciatura

di Mauro Introzzi 29 lug 2016 ore 22:35

Il 29 luglio 2016 era un giorno decisamente atteso per le banche e per i mercati. L’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha pubblicato i risultati dei 2016 EU-wide stress test condotti in collaborazione – per le banche italiane - con la Banca d’Italia, la Banca Centrale Europea (BCE), la Commissione Europea (CE) e il Comitato Europeo per il Rischio Sistemico (CERS).

STRESS TEST 2016: COSA SONO
Gli stress test EBA 2016 non hanno stabilito una soglia minima di promozione o bocciatura ma hanno fornito informazioni cruciali nell’ambito del processo di revisione prudenziale nel 2016. I risultati consentiranno alle autorità competenti di valutare la capacità degli istituti testati di rispettare i relativi requisiti minimi e aggiuntivi di fondi propri, a fronte di scenari di stress basati su metodologia e ipotesi comuni. Lo scenario avverso dello stress test è stato definito da BCE e CERS e copre un orizzonte temporale di tre anni, fino al 2018. Lo stress test è stato condotto in base a un’ipotesi di bilancio statico al dicembre 2015.

Vediamo i risultati delle italiane.

banca_15STRESS TEST 2016: INTESASANPAOLO
I risultati IntesaSanpaolo evidenziano un coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 ratio (CET1 ratio) risultante dallo stress test al 2018, anno finale della simulazione, pari a:
- 12,8% nello scenario base,
- 10,2% nello scenario avverso,
rispetto al 13% di partenza registrato al 31 dicembre 2015, e include una riduzione di 50 centesimi di punto - in entrambi gli scenari - per il passaggio dai criteri di calcolo in vigore per il 2015 a quelli in vigore per il 2018.

STRESS TEST 2016: UNICREDIT
I risultati di UniCredit nel 2018 sono i seguenti:
− scenario base: CET1 ratio all’11,57%, 98pb in più rispetto al CET1 ratio transitional a fine dicembre 2015,
− scenario avverso: CET1 ratio al 7,12%, 347pb in meno rispetto al CET1 ratio transitional a fine dicembre 2015.

Sulla base di questi risultati Unicredit ha dichiarato che lavorerà con SSM per capire fino a che punto azioni manageriali credibili possano compensare parte dell'impatto dello scenario avverso, per valutare l'impatto dei risultati su piani di capitale forward looking di Unicredit e la sua capacità di soddisfare le necessità di fondi propri e per determinare se siano necessarie ulteriori misure o modifiche del piano di capitale.

STRESS TEST 2016: UBI BANCA
Gli stress test di UBI Banca hanno condotto ai seguenti risultati:
- nello scenario di base: un impatto di +139 punti base, con un conseguente CET1 ratio fully loaded al 31 dicembre 2018 pari al 13,01%;
- nello scenario avverso: un impatto di -277 punti base, con un conseguente CET1 ratio fully loaded al 31 dicembre 2018 pari all’8,85%. Circa il 50% dell’impatto è ascrivibile alle ipotesi particolarmente severe sulla svalutazione dei titoli governativi in termini di riserva AFS, tema peraltro già indirizzato nel recente Piano Industriale 2019/2020, che prevede la riduzione e la ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà.

STRESS TEST 2016: MPS
Per Mps i risultati dell’esercizio mostrano un impatto molto severo nello scenario “adverse” che evidenzia un CET1 nel 2018 pari a -2,2%, mentre nello scenario “baseline” il CET1 nel 2018 si conferma al 12%.

STRESS TEST 2016: BANCO POPOLARE
I risultati del Banco Popolare sotto le condizioni imposte dagli scenari dello Stress Test 2016 portano ai seguenti multipli:
- CET1 ratio post impatto Stress Test baseline scenario pari a 14,61%;
- CET1 ratio post impatto Stress Test adverse scenario pari a 9,05%.
L’istituto puntualizza che nelle proiezioni di CET 1 sopra indicate non è incluso l'aumento di capitale che il Banco Popolare ha completato nel mese di giugno 2016.

STRESS TEST 2016: MEDIOBANCA
Nell’ambito dell’esercizio di stress test condotto da BCE Mediobanca ha registrato, nello scenario avverso al 2018, un impatto su CET1 di soli 94 punti base.
Il CET1 phase-in passerebbe dal 12,40% (dicembre 2015) all’11,46% (dicembre 2018), livello largamente superiore al requisito SREP attualmente pari all’8,75%.

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