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Piazza Affari prova a limitare i danni, banche sempre positive

Spiccano i cali di Francoforte e Parigi, che lasciano sul terreno oltre un punto percentuale. Il FTSEMib, invece, registra un ribasso frazionale. BPM è la migliore

di Edoardo Fagnani 12 mar 2014 ore 16:07
Piazza Affari e le principali borse europee restano in territorio negativo. Spiccano i cali di Francoforte e Parigi, che lasciano sul terreno oltre un punto percentuale. Riflettori accesi sull’asta dei BOT annuali. Il Tesoro ha collocato titoli per un ammontare di 7 miliardi di euro: il rendimento è sceso sotto lo 0,6%.
Il FTSEMib registra frazionale un ribasso dello 0,35%, mentre il FTSE Italia All Share cede lo 0,4%. In rosso anche il FTSE Italia Mid Cap (-0,76%) e il FTSE Italia Star (-1,67%).

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Bancari sempre protagonisti.
Riflettori puntati su Unicredit (+0,94% a 6,475 euro), dopo il balzo del 6,2% registrato ieri. Non si sono fatti attendere i giudizi degli analisti sulla banca. Nomura ha migliorato il giudizio sull’istituto guidato da Federico Ghizzoni e ora consiglia di acquistare le azioni, sulla base di un nuovo prezzo obiettivo di 7,6 euro. Gli esperti hanno apprezzato le indicazioni fornite nel piano industriale. Deustche Bank e Société Générale hanno aumentato il prezzo obiettivo sulla banca, portandolo rispettivamente a 6,3 euro e a 6,55 euro, nonostante la revisione al ribasso delle stime sull’utile per azione per il biennio 2015/2016. Entrambe le banche d’affari hanno ribadito il rating “Hold” (mantenere). Stesso giudizio da Banca Akros, che ha aumentato da 4,9 euro a 6,5 euro il target price su Unicredit. Anche Equita sim ha incrementato il prezzo obiettivo sull’istituto di credito, portandolo da 6 euro a 7,1 euro. Gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni. Sulla stessa lunghezza d’onda Morgan Stanley, che ha alzato da 7,6 euro a 7,8 euro per azione la valutazione sulla banca, confermando il giudizio “Overweight” (sovrappesare). Il Credit Suisse si è distaccata dal coro e ha tagliato da 6,6 euro a 6,2 euro il target price su Unicredit. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”.
Ottima giornata per il Monte dei Paschi di Siena (+3,4% a 0,2328 euro). L’istituto toscano ha comunicato i risultati del 2013, chiuso con un rosso di 1,43 miliardi rispetto ai 3,16 miliardi dell’esercizio precedente. Il passivo è stato superiore alle attese degli analisti che stimavano una perdita di 850 milioni. Sul risultato hanno pesato le rettifiche su crediti, per un ammontare di 2,75 miliardi di euro. A fine 2013 il Total Capital Ratio di Monte dei Paschi era pari al 15,2% dai 13,7% di fine 2012. Il Tier 1 Ratio è salito dal 9,5% al 10,7% mentre il Core Tier 1 è al 10%.
Seduta decisamente positiva anche per la Popolare di Milano (+7,07% a 0,6485 euro). Nel 2013 l’istituto ha realizzato un utile netto di 29,59 milioni di euro, risultato che si confronta con la perdita di 429,69 milioni di euro dell’esercizio precedente. A fine 2013 il Core Tier 1 si era ridotto al 7,21%. Sempre a fine 2013 gli impieghi alla clientela erano scesi a 33,35 miliardi di euro, il 4,2% in meno rispetto al valore di inizio anno. Alla stessa data il totale dei crediti deteriorati era pari a 5,28 miliardi di euro. Inoltre, il consiglio di amministrazione della Popolare di Milano ha esaminato il piano industriale per il triennio 2014/2016. Il management prevede di arrivare a fine piano con un utile netto di 295 milioni di euro, stimati in crescita fino a 403 milioni nel 2018. Entro il 2016 il Common Equity Tier 1 dovrebbe crescere al 12%.
Tra i migliori UBI Banca (+4,38% a 6,68 euro). L’istituto ha terminato il 2013 con un utile netto di 250,8 milioni di euro, risultato che si confronta con gli 82,7 milioni dell’esercizio precedente. L’istituto ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,06 euro. Nel corso della conference call a commento dei risultati del 2013 il numero uno di UBI Banca, Victor Massiah, ha confermato di non avere allo studio alcun aumento di capitale. Il manager ha evidenziato che i ratio patrimoniali sono nettamente superiori ai minimi necessari, anche senza operazioni straordinarie.

In forte ribasso Tod’s (-4,93% a 94,6 euro). La società ha chiuso il 2013 con ricavi per 967,5 milioni di euro, in aumento dello 0,5% rispetto ai 963,1 milioni realizzati nell’esercizio precedente. In peggioramento l’utile netto, che si è ridotto da 145,46 milioni a 133,78 milioni. A fine 2013 la posizione finanziaria netta era positiva per 181,1 milioni di euro, in forte miglioramento rispetto ai 103,7 milioni di inizio anno. Il management di Tod’s ha proposto la distribuzione di un dividendo di 2,7 euro per azione. Dopo la diffusione dei dati di bilancio gli analisti di Mainfirst Bank hanno tagliato da 100 euro a 88 euro il prezzo obiettivo su Tod’s, in seguito alla riduzione delle stime per il triennio 2014/2016. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Underperform” (farà peggio del mercato). Indicazione simile da Jp Morgan, che ha sforbiciato da 102 euro a 92 euro il target price sulla società, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2014/2015. Gli esperti hanno ribadito il giudizio “Neutrale”. Una mezza bocciatura anche da Nomura, che ha tagliato da 105 euro a 99 euro per azione la valutazione sulla società.

Campari vira in rosso (-5,4% a 5,835 euro). La società ha chiuso il 2013 con un utile netto du 149,8 milioni di euro, in calo del 4,4% rispetto all’esercizio precedente ma anche appesantito da poste straordinarie negative per 10,3 milioni. Il consiglio di amministrazione ha deliberato di proporre all’assemblea la distribuzione nel 2014 di un dividendo di 0,08 euro per azione. Intanto, la società ha raggiunto un accordo per acquisire il 100% di Forty Creek Distillery, azienda indipendente leader nel mercato degli spirit in Canada. Il controvalore totale dell’operazione, per il 100% della società, è pari a 185,6 milioni di dollari canadesi (120,5 milioni di euro al tasso di cambio corrente) in assenza di cassa o debito finanziario.
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