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Piazza Affari in rosso: pesa il Pil USA

Nella seconda lettura il dato è stato rivisto al ribasso rispetto alla precedente indicazione. A due velocità i bancari. Vendite su Fiat.

di Edoardo Fagnani 24 nov 2009 ore 17:53
Chiusura negativa per i principali indici di Borsa Italiana, anche oggi la peggiore delle principali piazze europee. Sull’andamento del mercato azionario italiano ha pesato la revisione del Pil degli Stati Uniti nel terzo trimestre. Nella seconda lettura il dato è stato rivisto al ribasso rispetto alla precedente indicazione. A due velocità i bancari, mentre tra i petroliferi si segnala il calo di Eni. Vendite su Fiat, nonostante l’indicazione positiva da Société Générale. Il FTSEMib ha subito una flessione dell’1,08% a 22.708 punti, mentre il FTSE Italia AllShare ha ceduto l’1,06% a 23.146 punti. In ribasso anche il FTSE Italia Mid Cap (-0,73%) e il FTSE Italia Star (-0,81%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi si è attestato a 3,21 miliardi di euro, in aumento dagli 1,99 miliardi di ieri. Su 337 titoli trattati, 194 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 124. Invariate le rimanenti 19 azioni. L’euro si mantiene tra gli 1,49 e gli 1,5 dollari, mentre l’oro tocca i 1.170 dollari.

Riflettori sempre accesi sui bancari, in una giornata caratterizzata da numerosi alti e bassi. Unicredit ha subito una flessione dell’1,95% a 2,3825 euro. Secondo alcune indiscrezioni il 15 dicembre si terrà il consiglio di amministrazione dell’istituto chiamato a esaminare il progetto di riorganizzazione del gruppo, focalizzato alla creazione di una banca unica. Intanto, Unicredit si appresterebbe a lanciare un prestito obbligazionario. Il bond dovrebbe avere una durata perpetua, anche se potrebbe essere rimborsato dopo 10 anni. Le prime indicazioni parlano di un ammontare di 750 milioni di euro e un rendimento nell’ordine dell’8,125%. Le richieste sarebbero state superiori agli 1,5 miliardi di euro. Inoltre, gli analisti di Banca IMI hanno tagliato a 2,96 euro il prezzo obiettivo su Unicredit, in seguito alla revisione al basso delle stime per il triennio 2009/2011. Tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni. IntesaSanpaolo ha recuperato lo 0,51% a 2,9825 euro. Secondo quanto scritto su Il Sole 24 Ore Generali potrebbe “rompere” il patto siglato con il Credit Agricole relativo alla partecipazione nella banca guidata da Corrado Passera, qualora non fosse trovata una soluzione con l’Antitrust. Intanto, secondo alcune indiscrezioni, IntesaSanpaolo avrebbe allo studio il lancio di un prestito obbligazionario triennale. Il rendimento dovrebbe essere pari al tasso mid swap di pari durata, maggiorato di 50 punti base, mentre l’ammontare si attesterebbe a 1,5 miliardi di euro. La Popolare di Milano ha subito una flessione dell’1,13% a 5,255 euro. La Consob ha comunicato che il 13 novembre Credit Suisse Group ha ridotto al di sotto del 2% la partecipazione detenuta nell’istituto milanese. Monte dei Paschi di Siena ha guadagnato lo 0,9% a 1,344 euro. Secondo quanto scritto su MF, IntesaSanpaolo sarebbe in pole position per acquisire 50 sportelli messi in vendita dalla banca toscana, nell’ambito dell’operazione che aveva portato all’acquisizione di Banca Antonveneta. Il Banco Popolare è sceso del 3,17% a 5,81 euro. I vertici dell’istituto hanno proposto l'emissione di un prestito obbligazionario convertibile, per un ammontare massimo di un miliardo di euro. Banca Italease ha registrato un progresso dello 0,74% a 2,05 euro, dopo essere arrivata a guadagnare l’8% in avvio di giornata. Il cda della banca ha comunicato che il prossimo aumento di capitale avverrà mediante emissione di massime 1.683.989.730 azioni, da offrire agli azionisti al prezzo unitario di 0,712 euro, nel rapporto di 10 nuove azioni ordinarie ogni azione posseduta alla data di inizio del periodo di sottoscrizione, per un controvalore complessivo pari a circa 1,2 miliardi di euro. Intanto, la Consob ha aggiornato la partecipazione detenuta dal Banco Popolare in Banca Italease. La quota detenuta dal gruppo bancario nella controllata è salita dall’84,447% all’88,127%.
Pochi spunti tra gli istituti maggiormente attivi nel risparmio gestito. Banca Generali ha terminato la seduta in ribasso del 2,58% a 8,105 euro. MF ha scritto che lo scudo fiscale ha portato nelle casse della compagnia 1,5 miliardi di euro.

Giornata tra alti e bassi per i petroliferi. Eni ha subito un calo dell’1,62% a 16,97 euro. Secondo l’azionista Knight Vinke, la crescita del gruppo in Uganda potrebbe aumentare la tensione della struttura finanziaria. L’azionista ha ricordato che nei prossimi anni l’azienda ha in programma investimenti per 100 miliardi di euro. Andamento opposto per Saipem (+0,09% a 22,39 euro) e Tenaris (-2,63% a 13,69 euro). A due velocità Erg (-0,35% a 9,985 euro) e Saras (+0,35% a 1,993 euro). Gli analisti del Santander hanno alzato a 11,9 euro il prezzo obiettivo sulla società di raffinazione guidata dalla famiglia Garrone. Gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni. In rosso Enel, che ha lasciato sul terreno l’1,57% a 4,0875 euro. Rialzi frazionali, invece, per Snam Rete Gas (+0,07%) e Terna (+0,09%).
Anche oggi in calo Acque Potabili e Mediterranea delle Acque. I due titoli hanno ceduto rispettivamente il 2,35% e lo 0,63%, dopo essere state in territorio positivo per gran parte della seduta.

Segno meno per gli assicurativi. Fondiaria-Sai ha subito un calo dell’1,59% a 11,73 euro. Dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 18 novembre Barclays Global Investors UK aveva nuovamente ridotto al di sotto del 2% la quota detenuta nella compagnia assicurativa. Ribassi nell’ordine del punto percentuale anche per Cattolica e Unipol. Generali (-1,11%) non ha limitato i danni. I vertici della compagnia triestina hanno ribadito l’interesse di rafforzare la posizione in Cina.

Tra i telefonici si segnala la flessione di Tiscali, che ha lasciato sul terreno il 3,13% a 0,1549 euro. Segno meno anche per FastWeb (-0,52%). Telecom Italia ha ceduto lo 0,63% a 1,108 euro. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore l'opzione di acquisto sulle azioni del colosso telefonico italiano in mano a Telefonica è stata decisamente depotenziata nel nuovo patto. Come emerge dalle comunicazioni sulle partecipazioni rilevanti inviate da Mediobanca e Generali alla Sec, l'opzione di acquisto da parte del colosso iberico dei titoli di Telecom detenuti da Telco non scatta se i soci italiani non vogliono.

Seat ha terminato la giornata con un calo del 2,66% a 0,1646 euro, registrando la peggiore performance della seduta tra gli editoriali. Segno meno anche per Mediaset (-0,89%).

Qualche spunto tra le società a maggiore capitalizzazione. Fiat ha subito un ribasso del 2,51% a 10,1 euro. Gli analisti di Société Générale hanno incrementato a 11,9 euro il prezzo obiettivo sulla società automobilistica. Gli esperti della banca francese hanno confermato il giudizio “Hold” (mantenere). Finmeccanica ha lasciato sul terreno l’1,35% a 11,66 euro. I vertici della società aeronautica hanno dichiarato che i tassi di crescita dei ricavi e della redditività sono in linea con gli obiettivi fissati nel budget per l’esercizio. Bulgari ha subito una flessione dell’1,51% a 6,195 euro. Gli analisti di Ubs hanno iniziato la copertura sul titolo della società del lusso con un giudizio “Neutrale” e un prezzo obiettivo di 6,5 euro. Lottomatica ha ceduto lo 0,73% a 13,55 euro. La società ha comunicato che Mediobanca International SA ha sottoscritto integralmente le azioni (poco meno di 20 milioni) rivenienti dall’aumento di capitale a pagamento con esclusione del diritto di opzione deliberato nei mesi scorsi al prezzo di 15,4268 euro per azione. In difficoltà anche Impregilo (-2,55%) e Stm (-0,89%). Al contrario, Pirelli ha registrato un progresso dell’1,91% a 0,426 euro. Morgan Stanley ha incrementato il target price sul gruppo della Bicocca, portandolo dai precedenti 0,45 euro a 0,52 euro. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Overweight” (sovrappesare). Luxottica ha guadagnato lo 0,82% a 17,31 euro. L’amministratore delegato del gruppo, Andrea Guerra, ha anticipato che nel 2010 ci sarà spazio per portare a termine acquisizioni, anche se la dimensione delle operazioni sarà limitata. Il manager punta a chiudere il prossimo esercizio con risultati migliori rispetto a quelli del 2009. Prysmian ha registrato un minimo progresso dello 0,09% a 11,75 euro. La Consob ha comunicato che il 16 novembre il gruppo svizzero UBS era diventato uno dei maggiori azionisti della società. Il colosso bancario svizzero è accreditato di una quota del 3,672% del capitale di Prysmian.

Tra le società a media capitalizzazione si segnala il progresso di Danieli (+1,51% a 18,19 euro). La Consob ha comunicato che il 17 novembre il colosso bancario Ubs era diventato uno dei maggiori azionisti della società. Il gruppo elvetico è accreditato di una partecipazione del 2,06% nel capitale sociale di Danieli. Buon finale di giornata per Tod’s (+1,11%). I vertici della società sono ottimisti sull’andamento del 2009. In forte ribasso, invece, Maire Tecnimont (-2,26%).

Al segmento STAR spicca il balzo di Eems, che ha terminato la seduta con un progresso del 6,67% a 1,055 euro, dopo una sospensione per eccesso di rialzo. IGD ha guadagnato l’1,16% a 1,565 euro. Gli analisti di Banca Akros hanno incrementato il prezzo obiettivo sulla società immobiliare, portandolo a 1,85 euro. Gli esperti hanno ribadito l’indicazione di accumulare le azioni in portafoglio. Kerself ha subito una flessione dell’1,21% a 8,59 euro. Dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 18 novembre Barclays Global Investors UK ha limato la partecipazione detenuta nella società. La quota del gruppo britannico è scesa dal 2,527% al 2,393%. Reno de Medici ha ceduto lo 0,46% a 0,239 euro. Gli analisti di Intermonte hanno alzato il target price sulla società, portandolo da 0,2 euro a 0,25 euro. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”. Cobra Automotive ha ceduto lo 0,25% a 1,975 euro. Unicredit MIB ha incrementato a 1,6 euro il prezzo obiettivo sulla società. Gli analisti hanno ribadito l’indicazione di vendita delle azioni.

Da segnalare la performance di Snia, che ha terminato la seduta con un balzo del 21,5% a 0,1385 euro.

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