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Outlook 2015: L’anno della svolta

Nel 2014, contrariamente alle aspettative, in Europa non si è vista la ripresa. Mentre le obbligazioni a lunga scadenza hanno generato performance notevoli, l’azionario europeo ha sottoperformato

di Redazione Soldionline 18 nov 2014 ore 11:40

A cura di Union Bancaire Privée – UBP

Nel 2014, contrariamente alle aspettative, in Europa non si è vista la ripresa. Mentre le obbligazioni a lunga scadenza hanno generato performance notevoli, l’azionario europeo ha sottoperformato. Gli Stati Uniti avevano messo l’economia sotto terapia intensiva, ma gli altri Paesi sviluppati non hanno seguito il loro esempio e le loro economie hanno sofferto delle ricadute: ora sono nuovamente sotto osservazione.

20152Per questo, il gap tra tali economie sviluppate e gli Stati Uniti sta crescendo, soprattutto dato il ruolo degli USA come motore della crescita, che sta accentuando questa differenza. Inoltre, proprio mentre la Federal Reserve sta terminando il programma di allentamento quantitativo e sta iniziando a valutare un graduale rialzo dei tassi di interesse per il 2015, la Banca centrale europea e la Bank of Japan stanno continuando a offrire liquidità a basso costo. Questo vuol dire che la curva dei rendimenti statunitensi continuerà a dare migliori ritorni rispetto alle controparti dell’Europa e del Giappone.

IN EUROPA, FORTE CULTURA DEI DIVIDENDI
Le riforme strutturali hanno dato maggiore stabilità alla periferia europea e alcune economie stanno anche mostrando segnali di miglioramento. Tuttavia, restano dei rischi nel Vecchio Continente, che sta attraversando un lungo periodo di crescita modesta. Ciononostante, le valutazioni dell’azionario europeo restano allettanti e ci sono buone opportunità di income. “I bilanci delle società europee sono certamente migliorati in maniera notevole e i dividendi costituiscono il 60% dei ritorni di lungo termine dell’azionario”, spiega Rob Jones, co-Head European Equities di Union Bancaire Privée – UBP. Inoltre, i titoli azionari europei continuano a offrire un valore significativo, poiché scambiano nella parte bassa del range storico. Nel contesto attuale, il gestore consiglia di favorire storie di ristrutturazione, così come grosse società globali ben gestite, che generano dividendi stabili e di buon livello.
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POSIZIONARSI PER FAR FRONTE A UNA "GIAPPONIFICAZIONE" DELL'EUROZONA
In un mondo caratterizzato da inflazione e crescita modeste, bassi tassi di interesse e bassi tassi di default, UBP costruisce dei portafogli di credito con approccio “barbell”, contraddistinti da un lato da una esposizione a credito in euro di qualità, stabile e difensivo e dall’altro a segmenti di credito ad alto rendimento e con solidi fondamentali. Infatti, il credito difensivo in euro costituirebbe un’àncora stabile in uno scenario di “Giapponificazione” dell’area della moneta unica. Bisogna poi sottolineare che “l’high yield nei CDS (Credit default swap) continua a offrire rendimenti allettanti, e i CDS offrono una compensazione per un tasso di default pari a circa il 7% annuo per cinque anni, rispetto al 2% atteso”, evidenzia Christel Rendu de Lint, Head of Global Fixed Income di UBP. Inoltre, attualmente il team di UBP guarda con favore al comparto dei finanziari, “fintanto che si tratta di società di primo piano nazionale, con fondamentali e valutazioni positive”, prosegue Rendu de Lint. Infatti, le grandi banche americane ed europee hanno fortemente incrementato i loro cuscinetti di capitale e gli stress test della Banca centrale europea non hanno evidenziato ammanchi nei bilanci degli istituti di credito importanti a livello sistemico. “Il loro rapporto rischio/premio è dunque attraente, come evidenziato dalla performance del 2014”, conclude Christel Rendu de Lint.

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