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Mps, i dettagli del piano di salvataggio (e chi assorbe le perdite)

Nelle scorse ore è arrivato l'ok della Direzione alla Concorrenza della Commissione europea al piano di Mps. Ecco come l'istituto conta di uscire dalle secche. E chi assorbirà le perdite...

di Mauro Introzzi 2 giu 2017 ore 15:02

Nelle scorse ore è arrivata dall’Antitrust europea il via libera al salvataggio di Monte dei Paschi di Siena tramite un intervento del ministero del Tesoro. L’ok, che ora dovrà passare al vaglio della vigilanza della Banca Centrale Europea e dei commissari UE (dai quali gli addetti ai lavoro non attendono sorprese) è arrivato direttamente dalla commissaria Ue per la Concorrenza, la danese Margrethe Vestager.

 

Ma su che base si è arrivati all’ok della Direzione alla Concorrenza della Commissione europea? Secondo quando riportano i media l’aumento di capitale complessivo sarà pari a 8,8 miliardi di euro (somma  già concordata con l’Europa), di cui circa 6,6 saranno a carico dello Stato (inclusi i 2 miliardi per il ristoro degli obbligazionisti retail). Entrando con tale quantità di denaro il Tesoro diverrà così il principale azionista di Mps, con una quota superiore al 70%. Per la sua partecipazione lo Stato dovrà essere remunerato adeguatamente per il capitale investito (si stima intorno all’8%).

 

Si prevede poi che Mps sia obbligata a cedere i suoi crediti deteriorati (npl) al fondo Atlante. 

 

monte-dei-paschi-di-siene-logoSul versante dei costi, i vertici dell’istituto senese sono chiamati a un’attività rilevante. Si è stabilito che i dirigenti della banca senese non possano guadagnare più di 10 volte rispetto alla media degli altri dipendenti. Gli efficientamenti includeranno inoltre un forte taglio del personale (nell’ordine di migliaia di unità) e la chiusura o la vendita di filiali in Italia e di attività all’estero. 

 

Infine per l’intera durata del piano - ossia 5 anni almeno - Mps avrà l’obbligo di non fare acquisizioni. Un chiaro segnale per evitare che Mps possa essere utilizzata per salvataggi indiretti di altri istituti in crisi (come ad esempio la Popolare di Vicenza e Veneto Banca). In tal modo si sgombra il campo dalle voci che davano per probabile una fusione tra l’istituto di Rocca Salimbeni e una delle due banche partecipate dal Fondo Atlante.

 

Ma chi assorbirà le perdite? Gli attuali azionisti e gli operatori istituzionali che possiedono obbligazioni subordinate. Chi, tra i piccoli risparmiatori, è stato oggetto del cosiddetto misseling (ossia è stato convinto ad acquistare obbligazioni ad alto rischio della banca senza essere stato precedentemente e adeguatamente informato) potrà essere risarcito.

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