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Eni, i conti dei primi 9 mesi del 2015

Eni ha chiuso i primi 9 mesi con un calo dei principali aggregati economico-finanziari. Le dinamiche dei prezzi del petrolio continuano ad impattare sulle performance industriali

di Mauro Introzzi 29 ott 2015 ore 08:39

Eni ha chiuso i primi 9 mesi del 2015 con un calo dei principali aggregati economico-finanziari. Le dinamiche dei prezzi del petrolio continuano ad impattare sulle performance industriali del cane a sei zampe e delle altre principali major petrolifere internazionali.

ENI, I CONTI ECONOMICI DEI PRIMI 9 MESI DEL 2015

Eni ha chiuso i primi 9 mesi del 2015 con ricavi pari a 64,79 miliardi di euro, in calo del 22,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’utile operativo è peggiorato del 76,3% a 2 miliardi di euro, in peggioramento rispetto agli 8,48 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. L’utile operativo adjusted è invece stato pari a 3,08 miliardi, in flessione del 66,7% rispetto ai primi 3 trimestre del 2014.
Senza l’impatto di Saipem questa posta avrebbe evidenziato un calo del 60,1% a 3,51 miliardi di euro.
L’utile netto adjusted di competenza degli azionisti Eni è così sceso dell’83,7% a 530 milioni di euro mentre senza l’impatto dei coti di Saipem si sarebbe contratto del 75,6% a 759 milioni di euro.

GUARDA L'INFOGRAFICA: Eni, i conti del terzo trimestre 2015

eni_17ENI, AGGREGATI PATRIMONIALI A FINE SETTEMBRE 2015

A fine settembre l’indebitamento finanziario netto era pari a 18,41 miliardi di euro con un leverage a 0,3, in crescita dallo 0,22 di fine 2014. L’esposizione, a fine 2014, era più bassa di 4,73 miliardi di euro.
Nei nove mesi 2015 il flusso di cassa netto dell’attività operativa di 7,39 miliardi di euro e gli incassi da dismissioni di 0,91 miliardi (relativi alla cessione di asset non strategici principalmente nel settore Exploration & Production) hanno finanziato in buona parte gli 8,65 miliardi di euro di investimenti tecnici.

ENI, LE STIME SUL 2015

Nella nota a corredo della trimestrale Eni ha scritto che l’outlook 2015 è caratterizzato dal rallentamento della crescita globale a causa della frenata dell’attività economica in Cina e in altre economie emergenti, che ha trainato al ribasso le quotazioni delle commodity. In tale contesto il prezzo del petrolio ha registrato una rilevante contrazione. I fondamentali del mercato petrolifero rimangono deboli a causa dell’eccesso di offerta e dei timori di indebolimento della domanda, che nel corso del 2015 sta mostrando una ripresa significativa.

Nel 2015 il management ha previsto iniziative di ottimizzazione e riprogrammazione dei progetti d’investimento con conseguente riduzione dello spending a parità di cambio e altre variazioni rispetto al 2014 (-17%) in risposta al trend ribassista del prezzo del petrolio; tali azioni avranno un impatto nel complesso limitato sui piani di crescita delle produzioni a breve e medio termine. Esclusa Saipem, investimenti autofinanziati con il cash flow operativo già a partire dal 2015 allo scenario di prezzo del Brent di 55 dollari al barile. Leverage ben al di sotto del limite del 30% grazie all’operazione Saipem.

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