NAVIGA IL SITO

Eni, cedere o non cedere Saipem?

Torna d’attualità la possibile cessione, da parte di Eni, della partecipazione in Saipem. Cosa dicono gli esperti sull'eventualità. Il nodo del debito infragruppo

di Mauro Introzzi 22 lug 2014 ore 12:31
Torna d’attualità la possibile cessione, da parte di Eni, della partecipazione in Saipem. Lo riporta il Sole24Ore di questa mattina, evidenziando come durante la presentazione dell’aggiornamento del piano strategico (in programma il prossimo 31 luglio) il nuovo amministratore delegato del cane a sei zampe, Claudio Descalzi, potrebbe chiarire il futuro della controllata, di cui Eni ha in portafoglio un 43% di azioni. Una quota che a prezzi di mercato vale 3,5 miliardi di euro. Il colosso petrolifero potrebbe decidere di uscire da Saipem vista la sua volontà di spostare il focus della sua strategia sulle operazioni upstream con ritorni più elevati.

L’operazione, già sondata all’epoca della gestione precedente di Paolo Scaroni potrebbe partire subito dopo l’estate. Il gruppo avrebbe suscitato l’interesse - che potrebbe essere ancora presente - dei russi di Rosneft, della società di Dubai Arabtec e dei norvegesi di Subsea 7 e Seadrill.

saipem4Tra i primi commenti quelli degli analisti di Mediobanca. Gli esperti hanno confermato sul titolo il rating “outperform” (farà meglio del mercato) e il prezzo obiettivo di 22,9 euro e ritengono che l’operazione potrebbe avvenire cedendo il 14% di Saipem a un partner unito ad un bond convertibile e alla dismissione di alcuni attività (Mediobanca cita quelle del business del drilling onshore).

Equita Sim ha invece confermato il suo “hold” (mantenere) con un target price di 20,5 euro
. La banca italiana pone il suo accento su come il prezzo di cessione resti una variabile che influirà sui tempi e ricorda che l’ammontare del debito infragruppo (il 90% dei complessivi 4,5 miliardi) dovrà essere completamente rifinanziato. Con il rischio che non si riescano a spuntare condizioni vantaggiose come le attuali.

La questione del rifinanziamento del debito è ben spiegata da Icbpi
. Gli analisti evidenziano che in caso di cessione l’esposizione da rifinanziare sarebbe pari a circa 4 miliardi e l’aggravio dei costi di raccolta potrebbe arrivare fino a 50 milioni di euro l’anno.

Gli analisti di Moody's hanno deciso di modificare da "negativo" a "stabile" il loro l'outlook su Eni a stabile da negativo, confermando ad "A3" (a lungo) e "P-2" (a breve) i loro rating sul cane a sei zampe. Alla base della promozione il miglioramento delle prospettive dell'Italia.
Tutte le ultime su: saipem , eni
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.