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Piazza Affari maglia nera in Europa. Tonfo di Unicredit

La banca ha fornito alcune indicazioni sulla situazione finanziaria: nel quarto trimestre saranno contabilizzati impatti negativi non ricorrenti per 12,2 miliardi di euro

di Edoardo Fagnani 30 gen 2017 ore 17:48

Piazza Affari e le principali borse europee hanno iniziato la settimana con una seduta negativa; Borsa Italiana ha registrato la peggiore performance di giornata in Europa. Oggi è terminata la tre giorni di aste di titoli di stato italiano; in mattinata il Tesoro ha collocato due Btp con scadenza 5 e 10 anni: il rendimento del decennale è tornato sopra il 2%. In generale ribasso i bancari, dove spicca lo scivolone subito da Unicredit. Anche Generali si è adeguata al trend negativo di giornata.

I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato flessioni nell’ordine del 3%. Il FTSEMib ha lasciato sul terreno il 2,95% a 18.759 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 18.750 punti e un massimo di 19.247 punti. Il FTSE Italia All Share ha subito una flessione del 2,74%. Segno meno anche per il FTSE Italia Mid Cap (-1,2%) e per il FTSE Italia Star (-1,04%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è salito a 2,72 miliardi di euro, rispetto ai 2,42 miliardi di venerdì; oggi sono passate di mano 825.717.994 azioni (750.155.468 nella seduta di venerdì). Su 340 titoli trattati, 266 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 63; invariate le restanti undici azioni.

L’euro ha oscillato tra gli 1,065 e gli 1,07 dollari.

 

CONSULTA le quotazioni dei titoli del SOLMib40

 

mercato3_4Banche protagoniste in negativo.

Ancora vendite su Unicredit, dopo il forte ribasso subito venerdì. Il titolo dell’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier è sceso del 5,45% a 26,2 euro dopo uno stop per eccesso di ribasso in avvio di giornata. La banca ha fornito alcune indicazioni sulla situazione patrimoniale e finanziarie, in attesa dell'avvio dell'aumento di capitale da 13 miliardi di euro. Nel documento di registrazione relativo alla ricapitalizzazione la banca ha segnalato che non risulteranno rispettati i limiti prudenziali applicabili sia al 31 dicembre 2016 sia a partire dal 1° gennaio 2017 ai sensi dello SREP 2016. L’istituto ha segnalato che sono attesi impatti negativi sui coefficienti patrimoniali (Common equity tier 1 ratio, Tier1 ratio e Total capital ratio) e impatti negativi non ricorrenti sul risultato economico netto del quarto trimestre 2016, pari a complessivi 12,2 miliardi di euro. Intanto, Il Sole24Ore di domenica ha scritto che oggi si sarebbe riunito un consiglio di amministrazione straordinario di Unicredit, chiamato a esaminare i risultati preliminari dell’esercizio 2016, prima dell’avvio dell’aumento di capitale. Il quotidiano finanziario ha ricordato che la ricapitalizzazione potrebbe partire lunedì 6 febbraio, aggiungendo che le azioni potrebbero essere offerte con uno “sconto tra il 30 e il 40% sul Terp, il prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione, per una somma vicina a 15 euro”.

Performance peggiore per UBI Banca che ha perso il 6,8% a 3,318 euro. Gli analisti di Banca Akros hanno peggiorato da “Buy” (acquistare) ad “Accumulate” il giudizio sull’istituto, in seguito al rialzo messo a segno dal titolo negli ultimi due mesi; gli esperti hanno confermato il target price di 4,3 euro.

BPER Banca ha lasciato sul terreno del 4,81% a 5,34 euro. Gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno alzato da 4,4 euro a 6 euro il prezzo obiettivo sull’istituto; gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni.

 

Chiusura negativa per Generali; il titolo della compagnia triestina è sceso del 3,18% a 14,91 euro. Secondo Moody’s l’acquisizione di Generali da parte di IntesaSanpaolo (-3,09% a 2,198 euro) avrebbe un impatto negativo sul merito di credito della compagnia triestina, in quanto aumenterebbe il peso delle attività italiane. Secondo gli esperti, infatti, l’attuale diversificazione geografica rappresenta uno dei punti di forza di Generali. Moody’s non ha fornito indicazioni sul merito di credito di IntesaSanpaolo, in attesa di conoscere come eventualmente sarà finanziata questa operazione.

 

Pessima giornata per Saipem (-6,72% a 0,486 euro). Gli analisti di Banca IMI hanno incrementato da 0,36 euro a 0,45 euro il prezzo obiettivo sulla società di ingegneristica; tuttavia, gli esperti hanno sforbiciato le stime sull’utile per azione per il triennio 2017/2019 e hanno peggiorato il rating, portandolo da “Hold” (mantenere) a “Reduce” (ridurre).

 

Enel ha perso il 2,14% a 3,85 euro. Gli analisti di RBC hanno alzato da 4,5 euro a 4,75 euro il prezzo obiettivo sul colosso elettrico, apprezzando i tassi di crescita stimati per la redditività nel triennio 2017/2019; gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato).

In forte ribasso Snam (-2,82% a 3,506 euro) e Italgas (-3,43% a 3,49 euro). Gli analisti di RBC Capital hanno tagliato il prezzo obiettivo sulle due aziende, portandolo da 4,5 euro a 4 euro; gli esperti hanno anche peggiorato da “Outperform” (farà meglio del mercato) a “Sector perform” (neutrale) il giudizio.

 

Telecom Italia ha ceduto il 2,44% a 0,7805 euro. Secondo quanto indicato nelle comunicazioni diffuse dalla SEC BlackRock sarebbe accreditata del 5,5% del capitale della compagnia telefonica; l’operazione è datata 31 dicembre. Di conseguenza, il fondo statunitense è diventato il secondo azionista di Telecom Italia dietro a Vivendi, che detiene il 23,925% del capitale.

 

Fiat Chrysler Automobiles è scesa del 3,37% a 10,03 euro. Gli analisti di UBS hanno alzato il prezzo obiettivo sulla società automobilistica, portandolo da 7 euro a 11 euro, in seguito al miglioramento delle stime sull’utile per azione per il biennio 2017/2018; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”. Indicazione simile da Deutsche Bank, che ha alzato da 7 euro a 11 euro il target price su Fiat Chrysler Automobiles, ribadendo l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio.

 

STM ha limitato il calo allo 0,4% a 12,48 euro. Gli analisti di Bryan Garnier hanno migliorato la valutazione sulla società italofrancese, portandola da 9,3 euro a 13,7 euro per azione, apprezzando i risultato operativi ottenuti nel 2016; gli esperti hanno anche migliorato il giudizio e ora consigliano l’acquisto delle azioni.

 

Leonardo ha ceduto il 2,71% a 12,2 euro. Gli analisti di Exane hanno alzato da 9,5 euro a 11,5 euro il target price sulla società aerospaziale, in seguito al miglioramento delle stime sull’utile per azione per il biennio 2017/2018; tuttavia, gli esperti hanno confermato il giudizio “Underperform” (farà peggio del mercato). Anche Goldman Sachs ha incrementato il prezzo obiettivo su Leonardo, portandolo da 12,2 euro a 14,4 euro; gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni.

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