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Piazza Affari: scivolano Saipem e CNH, balzo di Italcementi

Giornata all’insegna dell’incertezza per Piazza Affari e per le borse europee. Seduta nervosa per i bancari: spicca lo scivolone del Monte dei Paschi di Siena

di Edoardo Fagnani 29 lug 2015 ore 17:47

Giornata all’insegna dell’incertezza per Piazza Affari e per le principali borse europee. È proseguita la tre giorni di titoli di stato italiani. In mattinata il Tesoro ha collocato BOT semestrali per un ammontare di 6,5 miliardi di euro: il rendimento del titolo è sceso allo 0,007%. In forte ribasso Saipem e CNH Industrial; non sono piaciuti i risultati trimestrali e le indicazioni per l’intero 2015 delle due società. In forte rialzo, invece, Italcementi: Italmobiliare e HeidelbergCement hanno siglato un accordo che prevede l’acquisto della partecipazione detenuta dalla holding italiana nel capitale della società bergamasca. Seduta nervosa per i bancari: spicca lo scivolone del Monte dei Paschi di Siena.
Il FTSEMib ha registrato una flessione dello 0,34% a 23.249 punti, mentre  il FTSE Italia All Share ha guadagnato lo 0,06% a 24.960 punti. Performance positive per il FTSE Italia Mid Cap (+3,02%) e il FTSE Italia Star (+1,14%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è risalito a 3,47 miliardi di euro, rispetto ai 2,88 miliardi di ieri. Su 331 titoli trattati, 140 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 171. Invariate le rimanenti venti azioni.
L’euro ha oscillato tra gli 1,1 e gli 1,105 dollari, in attesa delle decisioni della FED in materia di politica monetaria.

CONSULTA le quotazioni dei titoli del FTSE MIB

mercato_22Seduta disastrosa per Saipem, che ha perso il 3,44% a 7,865 euro, dopo uno stop per eccesso di ribasso in avvio di giornata. La società ha comunicato i risultati del primo semestre del 2015, caratterizzati da una revisione del posizionamento competitivo dell’azienda nel contesto di uno scenario fortemente deteriorato. A questo proposito il management ha deciso di procedere con una svalutazione complessiva di 929 milioni di euro tra capitale d’esercizio e capitale immobilizzato e di riposizionare il gruppo sui segmenti di business “core” a maggior valore aggiunto. Nel dettaglio, l’azienda ha terminato la prima metà del 2015 con ricavi per 5,37 miliardi di euro, in flessione del 9,9% rispetto ai 5,97 miliardi contabilizzati nello stesso periodo dello scorso anno. Le svalutazioni hanno pesato sul margine operativo lordo, risultato negativo per 197 milioni di euro, rispetto al valore positivo di 655 milioni nel primo semestre del 2014. Il risultato finale adjusted è passato da un utile di 136 milioni a una perdita di 709 milioni di euro. Il management di Saipem ha puntualizzato che i risultati del 2015 saranno impattati dalla cancellazione del contratto South Stream e dalle svalutazioni effettuate nel trimestre. In particolare la società prevede ricavi di 12 miliardi di euro, in linea con la parte bassa del range precedentemente comunicato. L’utile netto reported è atteso negativo per 800 milioni di euro. Non si sono fatte attendere le indicazioni degli analisti dopo la diffusione dei risultati semestrali. Nomura ha tagliato da 5,9 euro a 5,4 euro il target price su Saipem, sull’ipotesi di un aumento di capitale nell’ordine dei 2,5-3 miliardi di euro. Gli esperti hanno confermato l’indicazione di ridurre l’esposizione del titolo in portafoglio. Sulla stessa lunghezza d’onda Jp Morgan, che ha sforbiciato la valutazione sull’azienda, portandola da 8,4 euro a 7,83 euro per azione. Gli esperti hanno ribadito il rating “Underweight” (sottopesare). Tagli anche da Citigroup, da NatIxis e da Barclays, che hanno ridotto il prezzo obiettivo sull’azienda, rispettivamente a 8,2 euro, a 7,5 euro e a 10,7 euro. Le tre banche d’affari hanno confermato il rating “Neutrale”. Sulla stessa lunghezza d’onda Equita sim che ha sforbiciato da 11,7 euro a 8,3 euro il prezzo obiettivo sulla società, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per il triennio 2015/2017. Per lo stesso motivo Kepler Cheuvreux ha peggiorato da 10,3 euro a 7,4 euro per azione la valutazione sull’azienda. Gli esperti hanno ribadito il giudizio “Hold” (mantenere). Raymond James, invece, ha peggiorato il rating su Saipem, portandolo ad “Underperform” (farà peggio del mercato). Gli esperti hanno tagliato a 7 euro il prezzo obiettivo, in seguito alla riduzione delle stime per il biennio 2016/2017. Bocciatura completa anche da Banca Akros, che ha sforbiciato da 9,4 euro a 7,1 euro il target price sulla società e ora consiglia di vendere le azioni, dopo la revisione delle stime fornita dal management. Morgan Stanley si è limitata a ridurre le stime sull’utile per azione per il triennio 2015/2017. Gli esperti hanno confermato il target price di 9 euro e il giudizio “Equalweight” (neutrale).
ENI è salita dello 0,51% a 1584 euro. In giornata si sono riuniti i vertici del cane a sei zampe per l’esame dei risultati del primo semestre del 2015. I dati saranno comunicati domani prima dell’apertura di Piazza Affari.
Enel Green Power ha guadagnato il 2,55% a 1,934 euro. La società ha chiuso lo scorso semestre con ricavi pari a 1,59 miliardi di euro, in aumento del 13% rispetto agli 1,41 miliardi contabilizzati nella prima meta dello scorso anno, sfruttando anche l'effetto favorevole dei tassi di cambio. Enel Green Power ha terminato il primo semestre del 2015 con un utile netto di 342 milioni di euro, in aumento del 16,7% dai 293 milioni ottenuti nella prima metà dello scorso anno.
Snam ha registrato un minimo ribasso dello 0,04% a 4,478 euro. La società ha chiuso il primo semestre del 2015 con ricavi totali pari a 1,84 miliardi di euro, in aumento del 3,1% rispetto agli 1,78 miliardi contabilizzati nella prima metà del 2014. Il margine operativo lordo si è confermato a 1,43 miliardi di euro, mentre il risultato operativo è sceso del 3,1% a 1,01 miliardi di euro. In crescita, invece, l'utile netto, salito del 9,1% a 612 milioni di euro.

Italcementi ha registrato un balzo del 49,5% a 9,85 euro. Italmobiliare (+27,9% a 38,68 euro) e HeidelbergCement hanno siglato un accordo che prevede l’acquisto della partecipazione detenuta dalla holding italiana nel capitale della società bergamasca (pari al 45% del capitale, rappresentato da 157,2 milioni di azioni) a un prezzo di 10,6 euro per azione. Il prezzo pagato rappresenta un premio del 70,6% rispetto al prezzo medio ponderato di Borsa degli ultimi 3 mesi, per un controvalore totale di 1,67 miliardi di euro. Successivamente al closing dell’operazione, HeidelbergCement sarà tenuta a lanciare un’Offerta Pubblica di Acquisto Obbligatoria per cassa sul restante capitale di Italcementi al medesimo prezzo per azione pagato a Italmobiliare. Inoltre, l'accordo prevede l’assegnazione ad Italmobiliare, come parte del corrispettivo della transazione, di azioni ordinarie HeidelbergCement. Gli analisti di Equita sim, Banca Akros, Kepler Cheuvreux e NatIxis hanno alzato a 10,6 euro il prezzo obiettivo su Italcementi, adeguandolo al prezzo dell’OPA su HeidelbergCement. Gli esperti di Equita sim e di Banca Akros hanno confermato il rating “Neutrale”, mentre Kepler Cheuvreux ha ridotto da “Buy” (acquistare) a “Hold” (mantenere) il giudizio. Sempre Equita sim ha aumentato a 40 euro il prezzo obiettivo su Italmobiliare.
Il balzo di Italcementi ha messo le ali anche a Buzzi Unicem (+6,17% a 15,48 euro) e a Cementir (+4,41% a 6,27 euro).

CNH Industrial ha subito un tonfo del 4,13% a 7,9 euro. La società ha chiuso il secondo trimestre del 2015 con ricavi per 6,96 miliardi di dollari, il 21,9% in meno rispetto agli 8,91 miliardi ottenuti nel periodo aprile-giugno. A parità di tassi di cambio il fatturato del gruppo sarebbe sceso del 10%. Nel periodo in esame l'utile netto si è ridotto da 354 milioni a 124 milioni di dollari. Nel periodo aprile-giugno gli esperti si attendevano ricavi pari a 7,37 miliardi di dollari e un utile netto di 214 milioni. Alla luce di questi risultati i vertici della società hanno deciso di rivedere gli obiettivi dell’anno. I vertici prevedono ricavi di vendita netti delle attività industriali compresi tra i 26 e i 27 miliardi di dollari, con margine operativo delle attività industriali tra il 5,6% e il 6%. L’indebitamento netto industriale è atteso a fine 2015 tra 2,0 e 2,2 miliardi di dollari.
Fiat Chrysler Automobiles ha ceduto l’1,64% a 13,22 euro. Alla vigilia della diffusione dei risultati trimestrali gli analisti di Société Générale hanno incrementato da 11,8 euro a 14 euro il target price sulla società guidata da Sergio Marchionne, in seguito alla revisione dei parametri di valutazione dell’azienda. Gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio, anche se hanno ridotto le stime sulla redditività per il biennio 2015/2016.

Seduta nervosa per i bancari. MF ha analizzato le prospettive per i principali istituti italiani, in attesa che nei prossimi giorni vengano diffusi i risultati del primo semestre del 2015. Il quotidiano finanziario ha evidenziato che eventuali buone trimestrali potrebbero accelerare il processo di aggregazione delle banche.
In rosso il Monte dei Paschi di Siena. Il titolo dell’istituto toscano è sceso del 3,7% a 1,772 euro, dopo uno stop per eccesso di ribasso nel pomeriggio. Secondo gli analisti di Kepler Cheuvreux, l’istituto senese dovrebbe aver chiuso il secondo trimestre del 2015 con un utile netto di 58 milioni di euro, rispetto alla perdita di 179 milioni contabilizzata negli stessi mesi del 2014.
In ribasso anche Unicredit (-3,32% a 5,97 euro) e per IntesaSanpaolo (-0,23% a 3,438 euro).

Ansaldo-STS è salita dello 0,16% a 9,415 euro. La società ha chiuso la prima metà dell’anno con un utile netto di 39,3 milioni di euro, risultato che si confronta con i 36,3 milioni dei primi sei mesi del 2014 (+8,4%). Per l’esercizio in corso i vertici di Ansaldo-STS prevedono ricavi compresi tra gli 1,3 miliardi e gli 1,4 miliardi di euro, una marginalità del 9,6% e una posizione finanziaria netta positiva compresa tra i 280 milioni e i 320 milioni di euro.

 

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