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Solo un minimo ribasso per il FTSEMib

Gli operatori erano in attesa delle indicazioni della FED in materia di politica monetaria. In altalena i bancari. Pessima giornata, invece, per Telecom Italia

di Edoardo Fagnani 26 set 2018 ore 17:50

Piazza Affari e le principali borse europee hanno terminato la seduta odierna con variazioni frazionali. Gli operatori erano in attesa delle indicazioni della FED in materia di politica monetaria. Intanto, è proseguita la tre giorni di aste di titoli italiani; in mattinata il Tesoro ha collocato il BOT semestrale: il rendimento del titolo è sceso a circa lo 0,2%. In altalena i bancari. Pessima giornata per Telecom Italia.

Il FTSEMib ha subito una flessione dello 0,1% a 21.646 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 21.574 punti e un massimo di 21.680 punti. Il FTSE Italia All Share ha perso lo 0,12%. Segno meno anche per il FTSE Italia Mid Cap (-0,33%) e il FTSE Italia Star (-0,28%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 2,06 miliardi di euro, rispetto ai 2,32 miliardi di ieri; oggi sono passate di mano 1.669.684.446 azioni (2.294.537.190 nella seduta di ieri). Su 387 titoli trattati, 175 hanno chiuso con un ribasso, mentre le performance positive sono state 171; invariate le restanti 41 azioni.

L’euro si è riportato a 1,175 dollari; alle 17.30 il bitcoin aveva superato i 6.500 dollari (circa 5.500 euro).

 

CONSULTA le quotazioni dei titoli del SOLMib40

 

mercato-azioniIn altalena i bancari.

Rimbalzo per Banca Carige, dopo la forte correzione subita nelle ultime due sedute; il titolo dell’istituto ligure ha registrato un rialzo del 2,82% a 0,0073 euro. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, il finanziere Raffaele Mincione avrebbe smentito di avere venduto azioni dell’istituto negli ultimi giorni, dopo la sconfitta rimediata nell’assemblea degli azionisti di giovedì 20 settembre, che ha visto prevalere la lista Malacalza. Mincione è accreditato del 5,4% del capitale di Banca Carige.

In rialzo anche BPER Banca (+1,01% a 4,397 euro). Gli analisti di UBS hanno tagliato da 4,75 euro a 4,55 euro il prezzo obiettivo sull’istituto, in attesa dell’approvazione del DEF; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 25 settembre RENAISSANCE TECHNOLOGIES ha incrementato dallo 0,49% allo 0,5% la posizione corta su BPER Banca. Al contrario, BlackRock Institutional Trust Company National Association ha limato lo "short" sull'istituto, portandolo dallo 0,7% allo 0,69%.

Segno meno, invece, per Unicredit (-1,34% a 14,136 euro). Secondo quanto scritto su Il Sole24Ore il 2019 sarà l’anno “della grande fusione che accentui il profilo paneuropeo del gruppo, riducendo il peso relativo dell’Italia”. Ad agosto lo stesso amministratore delegato Jean Pierre Mustier nel presentare i conti semestrali dell’istituto il manager aveva dichiarato che “nel prossimo piano a fine 2019 saranno valutate anche le opzioni di crescita esterna”. Il quotidiano finanziario segnala che le altre alternative allo studio sarebbero un’intesa con l’inglese Lloyds Bank o una con l’olandese Abn Amro o l’altra orange Ing. Il Sole24Ore ha aggiunto che i portavoce di Unicredit hanno preferito non commentare i rumor.

Chiusura negativa anche per IntesaSanpaolo (-1,52% a 2,4325 euro).

 

In ribasso Tenaris (-0,78% a 14,71 euro). La società ha comunicato di aver acquistato il 47,79% del capitale di Saudi Steel Pipe Company per un ammontare di 144 milioni di dollari. L’acquisizione dovrebbe essere perfezionata nel primo semestre del 2019.

 

Pessima giornata per Telecom Italia (-2,01% a 0,5468 euro). Gli operatori hanno collegato le vendite sul titolo della compagnia telefonica all’aumento delle valutazioni per rilevare le frequenze 5G. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera le offerte complessive avrebbero superato i 5,1 miliardi di euro, il doppio rispetto a quanto previsto dal Tesoro. Secondo alcuni analisti, sulla base di questa cifra, Telecom Italia potrebbe essere costretta a sborsare 2 miliardi di euro. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 25 settembre RENAISSANCE TECHNOLOGIES ha ritoccato al rialzo la posizione corta su Telecom Italia, portandola dallo 0,49% allo 0,5%.

 

Ferrari ha guadagnato l’1,09% a 120,3 euro. Gli analisti di Banca Akros hanno ritoccato al rialzo il prezzo obiettivo sul titolo del Cavallino Rampante, portandolo da 121,5 euro a 125 euro, apprezzando i nuovi target finanziari fissati nel piano industriale a 2022. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”.

 

STM ha ceduto l’1,64% a 16,175 euro. Gli analisti di Deutsche Bank hanno migliorato il giudizio sul gruppo italofrancese, portandolo da “Hold” (mantenere) a “Buy” (acquistare), in seguito al ribasso subito dal titolo negli ultimi tre mesi: a metà giugno la quotazione di STM era superiore ai 22 euro. Gli esperti hanno fissato un prezzo obiettivo di 20 euro.

 

Chiusura decisamente negativa per Astaldi (-4,76% a 1,18 euro). Secondo quanto scritto su Il Sole24Ore nel consiglio di amministrazione in agenda per venerdì 28 settembre il management potrebbe valutare la possibilità valutare un concordato “in bianco”.

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