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FTSEMib sulla parità. Male Mediaset, volatile MPS

Sul gruppo del Biscione ha pesato la comunicazione diffusa da Vivendi. In forte rialzo CNH Industrial, dopo la diffusione della semestrale. Esordio brillante per ENAV

di Edoardo Fagnani 26 lug 2016 ore 17:51

Borsa Italiana ha terminato la seduta odierna con variazioni minime, mentre le principali borse europee hanno registrato rialzi frazionali. Oggi ha preso il via la tre giorni di aste di titoli di stato italiani; in mattinata il Tesoro ha collocato un CTZ e un Btp indicizzato all’inflazione per un ammontare complessivo di 3,5 miliardi di euro: il rendimento del CTZ è rimasto negativo. Pessima giornata per Mediaset, in scia alle comunicazioni diffuse da Vivendi; il colosso francese sarebbe intenzionato a modificare gli accordi strategici tra le due aziende. Seduta molto volatile per il Monte dei Paschi di Siena. In forte rialzo CNH Industrial, dopo la diffusione dei risultati semestrali. Ottimo esordio per ENAV a Piazza Affari.
Il FTSEMib ha messo a segno un rialzo dello 0,03% a 16.697 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 16.383 punti e un massimo di 16.754 punti. Il FTSE Italia All Share è rimasto invariato. Variazioni frazionali per il FTSE Italia Mid Cap (-0,06%) e il FTSE Italia Star (+0,49%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è salito a 2,27 miliardi di euro, rispetto agli 1,67 miliardi di ieri. Su 322 titoli trattati, 161 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 131. Invariate le restanti 30 azioni.  
L’euro ha oscillato intorno agli 1,1 dollari.

CONSULTA le quotazioni dei titoli del SOLMib40

mercato_25Pesante ribasso per Mediaset (-6,94% a 3,006 euro). Il gruppo del Biscione ha informato di avere ricevuto una comunicazione da Vivendi contenente la proposta di uno schema alternativo dell'operazione dell'intesa dello scorso mese di aprile. Il colosso francese, confermato lo scambio del 3,5% del capitale di Vivendi e del 3,5% del capitale di Mediaset, ha proposto di acquistare soltanto il 20% del capitale di Mediaset Premium e di arrivare a detenere in tre anni circa il 15% del capitale di Mediaset attraverso un prestito obbligazionario convertibile. In relazione al comunicato stampa diramato oggi da Vivendi, Mediaset ha precisato che non c’è alcuna negoziazione in corso tra la società e Vivendi, in quanto la trattativa è già avvenuta e si è conclusa con il contratto regolarmente firmato tra le parti lʼ8 aprile 2016. Inoltre, Mediaset ha ribadito che l’analisi dei risultati di Premium è avvenuta prima della firma, come accade prima di ogni assunzione di impegni. Infine, quanto a lettere inviate da Vivendi a Mediaset, il gruppo del Biscione ha precisato di non aver mai ricevuto alcuna contestazione formale sulla validità o i contenuti del contratto.

Giornata nervosa per i bancari.
Seduta molto volatile per il Monte dei Paschi di Siena. Il titolo della banca senese ha perso l’1,23% a 0,2822 euro. Il Sole24Ore ha scritto che entro venerdì, giornata in cui l’EBA annuncerà gli esiti degli stress test europei, l’istituto alzerà il velo sul piano di rilancio della banca. Un rilancio che passa per lo smaltimento di circa 27 miliardi di sofferenze lorde e una ricapitalizzazione, necessaria a fronte delle perdite generate dalla cessione dei Non Performing Loans a prezzi più bassi di quelli a bilancio, che potrebbe essere pari a 3-4 miliardi di euro ma che potrebbe arrivare anche a 5-6 miliardi di euro. Intanto, gli analisti di Equita sim hanno tagliato il prezzo obiettivo sul Monte dei Paschi di Siena, portandolo da 0,88 euro a 0,35 euro, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per il triennio 2016/2018; tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Inoltre, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 25 luglio Marshall Wace ha ridotto lo “short” sul Monte dei Paschi di Siena, portandolo dall’1,34% all’1,24%. Lo stesso giorno Citadel Advisors II ha diminuito la posizione corta sull’istituto toscano, portandola dallo 0,5% allo 0,48%.
Performance positive, invece, per il Banco Popolare (+2,51% a 2,452 euro) e per la Popolare di Milano (+3,56% a 0,4221 euro). Gli analisti di Equita sim hanno tagliato il prezzo obiettivo sui due istituti, portandolo rispettivamente a 4,6 euro e a 0,72 euro, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per il triennio 2016/2018; tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto su entrambe le banche. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 27 giugno Norges Bank ha ridotto la partecipazione detenuta nella Popolare di Milano, portandola dal 3,112% al 2,978%.
Unicredit è scesa del 2,27% a 2,242 euro. Il consiglio di amministrazione della banca ha definito una nuova struttura organizzativa, con l'obiettivo di semplificare il gruppo, rendere più efficiente l'assetto operativo, identificare in modo più netto ruoli e competenze del senior management, rafforzare la capacità di individuazione delle responsabilità grazie a linee decisionali e di riporto più corte. Intanto, gli analisti di Equita sim hanno tagliato il prezzo obiettivo su Unicredit, portandolo da 4,1 euro a 3,1 euro, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per il triennio 2016/2018; tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Inoltre, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 25 luglio Marshall Wace ha incrementato la posizione corta su Unicredit, portandola dallo 0,51% allo 0,61%.

Performance positiva per Saipem (+3,22% a 0,426 euro). Gli analisti di Jp Morgan hanno incrementato il prezzo obiettivo sulla società di ingegneristica, portandolo da 0,4 euro a 0,43 euro. Gli esperti hanno anche migliorato da “Underweight” (sottopesare) a “Neutrale” il giudizio.

CNH Industrial è balzata del 7,74% a 6,4 euro. La società ha archiviato il primo semestre dell’anno con ricavi pari a 12,12 miliardi di dollari, in calo del 6,1% rispetto ai 12,92 miliardi della prima metà del 2015. Il periodo si è chiuso con una perdita netta di 384 milioni di dollari dall’utile di 145 milioni della prima metà del 2015. Depurando i conti dalle componenti non ricorrenti il conto economico mostra un profitto di 217 milioni di dollari, in miglioramento dai 174 milioni dello stesso periodo del 2015. Il gruppo ha confermato che punta a chiudere il 2016 con ricavi netti delle attività industriali tra i 23 e i 24 miliardi di dollari e con un margine operativo delle attività industriali tra il 5,2% e il 5,8%.
EXOR ha ceduto l’1,34% a 33,96 euro. La holding di casa Agnelli ha approvato un progetto di riorganizzazione societaria, che prevede lo spostamento della sede legale in Olanda e l’assegnazione di diritti di voto maggiorati per gli azionisti di lungo corso. Intanto, gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno tagliato da 31,7 euro a 30,9 euro il target price su EXOR, in seguito alla revisione della valutazione delle attività in portafoglio; gli esperti hanno confermato il rating “Hold” (mantenere). 

Generali ha registrato un ribasso dello 0,72% a 11,09 euro. Gli analisti di Citigroup hanno tagliato da 12 euro a 10 euro il target price sulla compagnia triestina, in seguito alla riduzione delle stime per il periodo 2016/2020 e alla revisione dei parametri di valutazione della società; gli esperti hanno confermato l’indicazione di vendita delle azioni.

Luxottica ha perso il 4,03% a 43,32 euro. Ieri la società ha comunicato i risultati del primo semestre del 2016, periodo chiuso con ricavi adjusted per 4,72 miliardi di euro, in flessione dello 0,7% rispetto ai 4,75 miliardi ottenuti nella prima metà dello scorso anno. A parità di tassi di cambio il giro d'affari del gruppo sarebbe cresciuto dell’1,6%. Luxottica ha terminato lo scorso semestre con un utile netto adjusted di 532 milioni di euro, in aumento dell’1,3% rispetto ai 525 milioni contabilizzati nel primo semestre del 2015. Alla luce dei risultati della prima metà dell’anno il management di Luxottica ha rivisto al ribasso le stime per l’intero 2016. I vertici ora prevedono un fatturato in crescita del 2-3% a cambi costanti, rispetto alla precedente stima fissata tra il 5% e il 6%. L’utile operativo e l’utile netto dovrebbero registrare un aumento in linea con quello dei ricavi. Dopo la diffusione dei risultati semestrali gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno tagliato da 44,5 euro a 42 euro il prezzo obiettivo su Luxottica, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il triennio 2016/2018; gli esperti hanno anche peggiorato il giudizio e ora consigliano di ridurre l’esposizione del titolo in portafoglio. Anche Barclays ha ridotto la valutazione sulla società, portandola da 61 euro a 58 euro per azione, in seguito al taglio della stima sull’utile per azione per l’esercizio in corso; tuttavia, gli esperti hanno confermato il giudizio “Overweight” (sovrappesare). Indicazione simile da Jp Morgan, che ha sforbiciato da 52 euro a 50 euro il target price sull’azienda. Al contrario, Equita sim ha alzato da 46 euro a 51 euro il prezzo obiettivo su Luxottica, mettendo l’accento sulle indicazioni positive per il secondo semestre del 2016; gli esperti hanno anche migliorato il giudizio e ora consigliano l’acquisto delle azioni.

Esordio brillante per ENAV. Il titolo della matricola ha registrato un balzo del 10,6% a 3,65 euro. Le azioni sono state collocate a un prezzo di 3,3 euro per azione, pari a una capitalizzazione iniziale di 1,79 miliardi di euro. Il collocamento di ENAV ha ottenuto richieste elevate. La società ha comunicato che nel corso dell’operazione sono arrivate domande per quasi 1,82 miliardi di azioni, in rapporto a un’offerta finale di 252,6 milioni di titoli (compreso l'esercizio dell'opzione di sovrallocazione), pari a un rapporto di copertura (ammontare di titoli richiesti su titoli offerti) di 7,2.

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