FTSEMib in forte calo: Unicredit e Saipem KO
Piazza Affari e le le borse europee hanno terminato l’ultima seduta della settimana con ribassi nell’ordine del punto percentuale. In forte rialzo, invece, Leonardo
di Edoardo Fagnani 24 feb 2017 ore 17:49Piazza Affari e le principali le borse europee hanno terminato l’ultima seduta della settimana con ribassi nell’ordine del punto percentuale. È proseguita la tre giorni di aste di titoli di stato italiani; in mattinata il Tesoro ha collocato il BOT semestrale per un ammontare di 6 miliardi di euro: il rendimento lordo di aggiudicazione è rimasto negativo e pari al -0,294%. Giornata negativa per Unicredit, dopo la chiusura dell’aumento di capitale da 13 miliardi di euro. Male anche Saipem, dopo la diffusione dei risultati preliminari del 2016. In forte rialzo, invece, Leonardo e Salini Impregilo.
Il FTSEMib ha lasciato sul terreno l’1,18% a 18.597 punti (minimo 18.536 punti, massimo di 18.855 punti), terminando la settimana con un calo del 2,16%. il FTSE Italia All Share ha perso l’1,15%. Performance negative anche per il FTSE Italia Mid Cap (-0,54%) e il FTSE Italia Star (-0,94%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è salito a 2,66 miliardi di euro, rispetto agli 1,97 miliardi di ieri; oggi sono passate di mano 844.798.705 azioni (598.996.707 nella seduta di ieri). Su 350 titoli trattati, 248 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre i segni più sono stati 88; invariate le restanti 14 azioni.
L’euro ha oscillato tra gli 1,055 e gli 1,06 dollari.
CONSULTA le quotazioni dei titoli del SOLMib40
In generale ribasso i bancari.
Seduta negativa per Unicredit; il titolo dell’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier è sceso del 2,25% a 12,16 euro. Ieri la banca ha comunicato i risultati dell'aumento di capitale. Al termine dell'operazione erano stati esercitati 616.559.900 diritti di opzione e, quindi, sottoscritte complessivamente 1.603.055.740 nuove azioni, pari al 99,8% del totale dei titoli offerti, per un controvalore complessivo pari a 12,97 miliardi di euro. Il Corriere della Sera ha dettagliato le scelte effettuate dai grandi soci; in particolare, il fondo statunitense Capital Research si è confermato al 6,7%, mentre il fondo sovrano di Abu Dhabi, Aabar continua a detenere il 5,04%. Al contrario le fondazioni italiane hanno limato le proprie posizioni: Cariverona sarebbe scesa dal 2,3% all’1,8%, la torinese Crt avrebbe ridotto la posizione dal 2,2% all’1,7%, la Fondazione Cr Modena sarebbe scesa allo 0,5%, mentre la Fondazione Monte di Bologna e Ravenna avrà una quota frazionale. Secondo il Corriere della Sera Del Vecchio o Caltagirone dovrebbero avere sottoscritto le azioni di propria spettanza. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 23 febbraio Headwaters Holdings ha incrementato la posizione corta su Unicredit, portandola dall’1,46% all’1,47%. Lo stesso giorno Susquehanna International Holdings e Weiss Asset Management hanno azzerato lo “short” sull’istituto.
Performance peggiore per BancoBPM, che ha subito una flessione del 6,65% a 2,162 euro. Dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 23 febbraio Marshall Wace ha riaperto la posizione corta sull’istituto, con una quota dello 0,53%.
Banca Mediolanum ha ceduto il 2,53% a 6,17 euro. Gli analisti di Banca IMI hanno limato da 7,2 euro a 7,1 euro il target price sulla compagnia, in seguito alla revisione dei parametri di valutazione relativi all’esercizio 2019; tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di aggiungere le azioni in portafoglio.
Saipem in forte calo (-6,8% a 0,4207 euro), dopo uno stop per eccesso di ribasso in avvio di giornata. Ieri la società di ingegneristica ha comunicato i risultati preliminari del 2016, esercizio chiuso con ricavi per 9,98 miliardi di euro, in flessione del 13% rispetto agli 11,51 miliardi ottenuti l’anno precedente; il calo del fatturato è dovuto alla contrazione di attività nei settori E&C Offshore e Drilling. Il risultato finale adjusted è diventato positivo per 226 milioni di euro, rispetto al rosso di 508 milioni del 2015. Il risultato netto reported è stato negativo per 2,09 miliardi di euro, in conseguenza a svalutazioni per 2,12 miliardi di euro. I vertici di Saipem hanno confermato il target finanziari per il 2017. Il management prevede di chiudere l’esercizio in corso con ricavi nell’ordine dei 10 miliardi di euro, un margine operativo lordo di circa un miliardo e un utile netto di oltre 200 milioni di euro. A fine anno l’indebitamento netto è stimato a circa 1,4 miliardi di euro. Non si sono fatte attendere le indicazioni degli analisti su Saipem dopo la diffusione dei risultati preliminari del 2016. Gli analisti di Société Générale hanno tagliato da 0,53 euro a 0,46 euro il prezzo obiettivo sulla società di ingegneristica, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2017/2018; gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Indicazione simile da Goldman Sachs, che ha limato da 0,58 euro a 0,57 euro il target price sull’azienda, segnalando che i ricavi del 2016 sono stati inferiori alle stime degli analisti, in particolare nell’ultimo trimestre del 2016; tuttavia, gli esperti hanno ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni.
In rosso Generali; il titolo della compagnia triestina è sceso dell’1,81% a 14,1 euro. Il Sole24Ore ha riportato le dichiarazioni di Gérald Harlin, direttore finanziario di AXA, a margine della presentazione dei risultati del 2016 del gruppo assicurativo francese. Il manager ha puntualizzato che una possibile fusione con Generali non porterebbe benefici particolari al colosso transalpino, smentendo un possibile interesse per rilevale il controllo della compagnia triestina.
Leonardo ha terminato la giornata con un rialzo del 3,81% a 12,25 euro. La società aerospaziale ha comunicato i risultati preliminari del 2016, esercizio chiuso con ricavi per circa 12 miliardi di euro, in flessione dell’8% rispetto ai 13 miliardi ottenuti l’anno precedente. L’utile netto ha superato i 500 milioni di euro, più del doppio rispetto ai 253 milioni del 2015, grazie al significativo miglioramento della gestione operativa, nonché della gestione finanziaria e fiscale. A fine 2016 l’indebitamento netto si era ridotto a circa 2,8 miliardi di euro, rispetto ai 3,28 miliardi di inizio anno. Nell’intero 2016 le attività operative di Leonardo hanno generato un flusso di cassa positivo per circa 700 milioni di euro, superiore di oltre il 120% rispetto ai 307 milioni del 2015. Inoltre, il management di Leonardo ha approvato il piano industriale per il periodo 2017/2021 che si focalizzerà sullo sviluppo e sulle opportunità di crescita della “One Company”. A livello finanziario il piano industriale prevede una crescita media annua dei ricavi compresa tra il 3% e il 5%, supportata dal solido portafoglio ordini - in particolare dagli ordini chiave acquisiti nei settori Aeronautica ed Elettronica, Difesa e Sistemi di Sicurezza. Inoltre, il piano prevede un miglioramento della marginalità, che dovrebbe raggiungere l’11% già a metà del business plan. Infine il management punta a mantenere una solida struttura patrimoniale e flessibilità finanziaria, risultante dalla migliorata generazione di cassa e dalla significativa riduzione del livello del debito.
Salini Impregilo è balzata del 4,96% a 3,134 euro. Ieri la società ha comunicato i risultati preliminari del 2016, esercizio chiuso con ricavi per 6,12 miliardi di euro, in aumento dell’1,1% rispetto ai 6,05 miliardi ottenuti nell’esercizio precedente. In forte aumento anche il margine operativo lordo, che è passato da 512 milioni a 559 milioni di euro (+9,3%); di conseguenza, la marginalità è salita al 9,1%. Il risultato operativo è cresciuto del 5,6%, passando da 281 milioni a 297 milioni di euro. Nei primi due mesi del 2017 l’azienda ha acquisito ordini e ha progetti in corso di finalizzazione per un ammontare di 1,7 miliardi di euro. Dopo la diffusione dei risultati del 2016 gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno alzato da 2,7 euro a 3,1 euro il prezzo obiettivo su Salini Impregilo, apprezzando i risultati preliminari del 2016; gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio.