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Milano recupera sul finale. Balzo di MPS

Piazza Affari chiude in rialzo, con un grande recupero sul finale, una seduta tutta in rosso. Tra titoli maggiormente in evidenza MPS, ben comprata con grandissimi volumi

di Edoardo Fagnani 20 feb 2015 ore 17:42

Piazza Affari chiude in rialzo, con un grande recupero sul finale, una seduta tutta in rosso. Tra titoli maggiormente in evidenza MPS e Telecom Italia. La prima protagonista di un balzo corposo (con volumi molto elevati), la seconda di una flessione in scia alla presentazione di conti e piano industriale.
Oggi sono scaduti i contratti di opzione sulle azioni e sugli indici con termine a febbraio.
A tenere banco la questione greca: secondo quanto riportato dal settimanale tedesco Spiegel la Banca Centrale Europea (che non ha commentato la notizia) si starebbe preparando per l'uscita di Atena dalla moneta unica e quindi dalla zona euro.
Il FTSEMib è salito dello 0,24% a 21.843 punti. Stesso progresso anche per il FTSE Italia All Share
, che ha registrato un rialzo dello 0,24% a 23.214 punti. Segno più anche per il FTSE Italia Mid Cap (+0,28%) e il FTSE Italia Star (+0,14%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 3,57 miliardi di euro, rispetto ai 3,69 miliardi di ieri. Su 331 titoli trattati, 156 hanno terminato la giornata con un rialzo, mentre le performance negative sono state 154. Invariate le restanti 21 azioni.
Euro a quota 1,1361 nei confronti del dollaro.

CONSULTA: Quotazione titoli FTSEMIB

piazza_affariA velocità diverse i bancari.
Seduta molto positiva per il Monte dei Paschi di Siena
. L’istituto toscano ha registrato un progresso del 6,64%.
Il Banco Popolare ha guadagnato l’1,39%. Gli analisti di Banca IMI hanno alzato da 11 euro a 15,36 euro il target price sull’istituto, nonostante la riduzione delle stime sull’utile per azione per il periodo 2015/2018. Gli esperti hanno anche migliorato il giudizio e ora consigliano di aggiungere le azioni in portafoglio, sull’ipotesi che la banca sia convolta nel processo di consolidamento del settore.
Segno più anche per Unicredit (+0,34%) e IntesaSanpaolo (+0,07%).

Telecom Italia in calo dell’1,17%
. Il colosso telefonico ha terminato il 2014 con ricavi per 21,57 miliardi di euro, in calo del 7,8% rispetto ai 23,41 miliardi contabilizzati nell’esercizio precedente. Il margine operativo lordo è sceso del 7,9% a 8,79 miliardi di euro. DI conseguenza la marginalità si è attestata al 40,7%. A fine 2014 l’indebitamento netto era sceso a 26,65 miliardi di euro, rispetto ai 26,81 miliardi di inizio anno. Il colosso telefonico, sul tema del dividendo, ha anticipato che l’eventuale proposta di distribuzione della cedola verrà decisa soltanto in sede di approvazione del progetto di bilancio, prevista nel consiglio di amministrazione del prossimo 19 marzo. Il gruppo ha specificato comunque che si prevede di limitare il pagamento di un dividendo alle sole azioni di risparmio. Intanto, i consigli di amministrazione di Telecom Italia e Telecom Italia Media (-1,33%) hanno approvato le linee essenziali del progetto di integrazione tra le due società da attuarsi nella forma di una fusione per incorporazione di Telecom Italia Media in Telecom Italia. L'operazione prevede l'assegnazione di 0,66 azioni ordinarie Telecom Italia ogni azione ordinaria di Telecom Italia Media, e 0,47 azioni risparmio Telecom Italia ogni azione risparmio Telecom Italia Media. Inoltre, Telecom Italia ha deciso di deliberare l’avvio delle attività preliminari per l’IPO di Inwit a cui sarà conferito il ramo d’azienda che comprende circa 11.500 siti gestiti attualmente da Telecom Italia (le Torri) dove sono ospitati gli apparati di trasmissione radio per le reti di telefonia mobile di Telecom Italia stessa ed apparati radio anche di altri operatori.
Durante la conferenza di presentazione dei conti preliminari del 2014 e del piano industriale al 2017 di Telecom Italia il numero uno della società Marco Patuano ha comunicato che la presenza in Brasile del gruppo è considerata strategica ma i vertici potrebbero valutare la cessione della divisione nel caso di un'offerta generosa. Un'offerta che però sia "superiore al valore attribuito dal mercato".

ENI ha guadagnato lo 0,74%. Ancora giudizi degli analisti sul Cane a sei zampe. Il Credit Suisse ha migliorato il giudizio su ENI, portandolo da “Underperform” (farà peggio del mercato) a “Neutrale”. Gli esperti hanno anche alzato il target price a 16 euro, apprezzando il calo del debito nel 2014. Raymond James, invece, ha incrementato da 16 euro a 17 euro il prezzo obiettivo sul colosso petrolifero, ribadendo il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato).
Seduta negativa per Saipem, che è scesa dell’1,59% a 9,285 euro.
Tenaris ha registra una flessione dell’1,63%. Non si sono fatte attendere le indicazioni delle banche d’affari sulla società, dopo la diffusione dei risultati del 2014. Equita sim ha tagliato da 16,5 euro a 15,3 euro il prezzo obiettivo, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per il biennio 2015/2016. Tuttavia, la banca d’affari ha ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni. Indicazione simile da NatIxis, che ha ridotto da 12,9 euro a 12 euro il target price sulla società e ha confermato l’indicazione di ridurre l’esposizione del titolo in portafoglio. Bocciatura completa da Exane, che ha sforbiciato da 14,5 euro a 13 euro il target price su Tenaris e ha peggiorato a “Neutrale” il giudizio, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per il biennio 2015/2016.
Saras ha guadagnato lo 0,32%. Gli analisti di Société Générale hanno alzato il prezzo obiettivo sulla società di raffinazione, portandolo da un euro a 1,25 euro, in seguito al miglioramento delle stime sulla redditività per il biennio 2015/2016. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Hold” (mantenere).

Prysmian ha ceduto l’1,02%
. Gli analisti di Mediobanca hanno alzato da 16,6 euro a 18,5 euro il target price sulla società, in seguito alla revisione dei parametri di valutazione dell’azienda. Gli esperti hanno confermato il giudizio “outperform” (farà meglio del mercato), nonostante la riduzione delle stime sulla redditività per il biennio 2015/2016.

La Centrale del Latte di Torino, sospesa più volte per eccesso di rialzo, ha guadagnato il 20,97%.
La società, recependo le indicazioni provenienti dal Consiglio di Amministrazione della Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno, ha comunicato di aver predisposto uno schema di progetto non vincolante di possibile integrazione industriale tra i due gruppi. La proposta è già stata sottoposta ai vertici dell'azienda toscana.

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